Auto elettrica, prezzi e offerta delle colonnine: poca concorrenza per le veloci e V2G ancora indietro

Costi, prestazioni, caratteristiche smart: i risultati della prima ricognizione Arera sul mercato delle colonnine per veicoli elettrici in Italia.

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Competizione vivace nei segmenti per la ricarica lenta e media, mentre sono ancora poche le aziende che offrono sistemi di ricarica veloce e ultra-veloce, tecnologie V2G (Vehicle-to-grid) promettenti ma che si affermeranno sul mercato non prima di qualche anno.

Questi i principali risultati emersi dalla prima ricognizione Arera sui sistemi di ricarica per le auto elettriche in Italia.

Ricordiamo poi che da oggi, lunedì 3 maggio, si possono inviare al Gse le richieste per partecipare alla sperimentazione Arera (in partenza il primo luglio 2021), che intende favorire la ricarica domestica in fasce orarie notturne e festive, con aumento gratuito di potenza del contatore a 6 kW dedicato ai clienti domestici in bassa tensione.

Potrà aderire volontariamente chi utilizzerà dispositivi di ricarica (wallbox) che rispettino particolari requisiti tecnici definiti dalla stessa Autorità di regolazione (qui l’elenco preparato dal Gse).

Il censimento dei dispositivi di ricarica

In totale, spiega una nota, sono stati censiti 225 dispositivi nel 2020, da un minimo di 2 kW fino a un massimo di 350 kW di potenza, classificati in quattro segmenti di ricarica (tra parentesi il numero di dispositivi esaminati in ogni segmento):

  • lenta (95) fino a 7,4 kW;
  • accelerata (98) fino a 22 kW;
  • veloce (20) fino a 50 kW;
  • ultra-veloce (12) per ricariche oltre 50 kW.

Offerta e prezzi

L’offerta di mercato, chiarisce la nota Arera, è quindi particolarmente ricca per i segmenti fino a 22 kW erogati in corrente alternata, con un totale di 193 dispositivi (86% del totale), dove opera il 78% delle imprese considerate.

Ben diversa è la situazione per i dispositivi a potenza maggiore, perché nel segmento veloce operano solo nove aziende e in quello ultra-veloce appena sei, la metà delle quali offrono dispositivi che erogano solo in corrente continua.

Di seguito i valori riportati nello studio per acquisto e installazione dei diversi dispositivi di ricarica (Iva esclusa):

  • ricarica lenta (wallbox domestica fino a 7,4 kW): tra 900-1.500 € con una media di 1.200 euro (in questo caso Iva inclusa);
  • ricarica accelerata  fino a 22 kW: tra 700-1.300 € per i prodotti base (monopresa, con potenza di 11 kW senza meccanismo di autenticazione né connessione internet);
  • ricarica veloce fino a 50 kW: tra 22.000-29.000 €;
  • ricarica ultra-veloce sopra 50 kW: la fascia è 26.000-40.000 € nel segmento 60-150 kW per poi salire a 54.000-80.000 nel segmento 150-350 kW (i prezzi aumentano al crescere della potenza erogata).

La nota precisa che per una colonnina con due punti di ricarica accelerata, ciascuno da 22 kW, i prezzi tipici (reali al pubblico) possono variare nella forchetta tra 2.000-4.000 € più Iva per dispositivi completi di tutte le funzionalità, come autenticazione Rfid e connessione internet o con Sim a bordo del dispositivo stesso.

Invece con funzionalità base i prezzi scendono fino a 800-1.000 € più Iva.

In generale, la spesa media unitaria per acquistare un dispositivo di ricarica varia tra 36 e 580 euro per ogni kW.

Ricarica intelligente

Alcuni tra i dispositivi censiti sono in grado di modulare la corrente durante la ricarica in modo unidirezionale (dalla rete alla batteria), consentendo così di eseguire una ricarica intelligente di primo livello.

Nel rapporto, infatti, sono state analizzate le caratteristiche smart dei dispositivi, cioè la loro capacità di interagire telematicamente con un soggetto esterno, per trasmettere i dati relativi alla quantità di energia scambiata col veicolo e di attuare comandi impartiti da tale soggetto esterno per modulare la corrente durante il rifornimento.

Nel 2020, circa un terzo dei dispositivi censiti risulta possedere queste caratteristiche smart: 35% nei segmenti di ricarica lenta, accelerata e veloce, 42% nel segmento ultra-veloce.

Tuttavia, la nota Arera evidenzia come sia ancora lontana la possibilità di gestire flussi energetici bidirezionali, quindi anche dalla batteria alla rete: è il cosiddetto V2G, Vehicle-to-grid, che permette di fornire servizi più complessi alla rete stessa.

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