Il greenwashing di Eni fa discutere anche al Festival di Sanremo.
Prima che iniziasse la terza serata della kermesse canora, gli attivisti di Greenpeace hanno esposto striscioni sul “green carpet” e da un balcone davanti al Teatro Ariston , con le scritte “Eni inquina anche la musica” e “Basta pubblicità di aziende inquinanti“.
Il cane a sei zampe è tra i maggiori sponsor del Festival, attraverso la nuova società Plenitude creata lo scorso novembre e incentrata sulle energie rinnovabili.
Tuttavia, evidenzia una nota di Greenpeace “il colosso del gas e del petrolio sta sfruttando proprio la vetrina di Sanremo per rifarsi un’immagine di azienda attenta all’ambiente che non corrisponde affatto alla realtà”.
Eni, denuncia l’associazione ecologista, “continua a investire sui combustibili fossili, è il principale emettitore italiano di gas serra e una delle aziende più inquinanti del pianeta. Ma grazie ai profitti del gas e del petrolio può sponsorizzare eventi, come il Festival di Sanremo, che servono solo a ripulirsi l’immagine e a sviare l’attenzione pubblica dalle gravi responsabilità dell’azienda nella crisi climatica”.
Ricordiamo che lo scorso novembre 2021 il Tar del Lazio ha confermato che Eni dovrà pagare la multa da 5 milioni di euro per la pubblicità ingannevole del Diesel+, presentato come “verde” anche se non possiede alcuna caratteristica di reale sostenibilità ambientale.
Greenpeace sta anche promuovendo una Iniziativa dei Cittadini Europei che propone di vietare le pubblicità e le sponsorizzazioni delle aziende dei combustibili fossili.