Nel boom del fotovoltaico registrato lo scorso anno (vedi QualEnergia.it, Quanti e dove sono i parchi solari più grandi (e innovativi) del mondo), un contributo rilevante è stato assicurato anche dagli impegni “verdi” siglati dalle multinazionali, soprattutto quelle del settore informatico.
Google, Amazon, Microsoft, Apple, sono tra le aziende che hanno puntato con maggiore convinzione sui contratti PPA (power purchase agreements) per ottenere una fornitura a medio-lungo termine di energia al 100% di origine rinnovabile.
Il grafico sotto, tratto dal recente documento dell’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA) sull’evoluzione del fotovoltaico su scala globale, evidenzia il record di accordi PPA sottoscritti nel 2017 dalle grandi compagnie di diversi comparti economici, per un totale di 5,4 GW di potenza impegnata nelle tecnologie “pulite”, con una netta preponderanza di eolico e solare (vedi anche QualEnergia.it, “Sia Google che Apple ora vanno al 100% a rinnovabili” e Rinnovabili e corporate PPA, come far decollare il mercato in Europa” ).
Ricordiamo, inoltre, che lo scorso febbraio è stato firmato tra Engie e Wienerberger il primo contratto PPA aziendale in Italia, che prevede che alcuni stabilimenti italiani del produttore austriaco di laterizi saranno alimentati con elettricità generata da impianti fotovoltaici di Engie, per cinque anni.
Con la prossima tabella del documento della IEEFA, invece, vediamo quali sono le utility che investono di più in fonti rinnovabili nel mondo.
La classifica è dominata dalla Cina, ma al terzo posto troviamo Enel con oltre 40 GW di capacità rinnovabile installata alla fine del 2017, di cui un paio di GW aggiunti lo scorso anno.
Seguono altre compagnie europee: EDF, Iberdrola, Engie.
Il ruolo delle utility continentali emerge anche dai dati dell’ultimo Irex Annual Report di Althesys.
Nel 2017, evidenzia il documento, l’85% della nuova potenza installata in Europa ha riguardato le risorse pulite. La tabella sotto riassume l’evoluzione delle fonti di energia rinnovabile (FER) delle 20 maggiori utility europee.
Dal 2010 a fine 2016-2017, si legge nel rapporto, la capacità “verde” di tali compagnie è aumentata del 13%, mentre la quota media delle FER sul totale installato è passata dal 27% al 34% con un boom delle fonti diverse dall’idroelettrico (da 40 a 72 GW, +80%).
In termini assoluti di GW green installati vincono Enel, EDF, Engie e Iberdrola, ma se guardiamo alla percentuale di FER sul parco complessivo degli impianti, in cima alla classifica c’è l’utility austriaca Verbund con 8,6 GW di rinnovabili su 9,6 totali (89%), seguita dalla norvegese Statkraft con 14,8 GW “puliti” su 17,4 (85%).
Il documento sottolinea, inoltre, che il 30% delle utility considerate possiede una quota di risorse rinnovabili pari o superiore al 50% della potenza gestita.
Per quanto riguarda, infine, le strategie industriali delle top 20 utility, Althesys rimarca le seguenti tendenze:
- Crescita degli investimenti internazionali, soprattutto in America Latina. Il peso della capacità rinnovabile installata in Europa è calato dall’81% nel 2010 al 75% nel 2016-2017.
- 50 GW di nuova potenza in risorse “verdi” pianificata al 2025, +23% circa in confronto al livello raggiunto alla fine dello scorso anno.
- Riassetto dell’organizzazione societaria, dedicando specifiche unità di business alla gestione delle tecnologie a basso impatto ambientale (vedi anche QualEnergia.it).
- Riduzione dell’esposizione ai rischi di mercato, tra cui il climate/carbon risk dovuto all’eccessiva preponderanza dei combustibili fossili nella generazione elettrica, attraverso una graduale uscita dai settori più “sporchi”, carbone in primis. Vedi anche l’articolo Le proposte di Bruxelles per l’alleanza tra finanza e clima
- Si programmano nuove linee d’investimento, riconducibili a tre filoni principali: più offerta di servizi ai clienti, soluzioni di efficienza energetica, sviluppo su scala industriale di tecnologie innovative, tra cui batterie d’accumulo, veicoli elettrici, reti digitali intelligenti.
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