Auto elettrica, cosa farà l’Europa per lanciare un “ecosistema delle batterie”

Vediamo più in dettaglio le misure previste dal Piano strategico per la battery economy presentato nell’ambito del pacchetto sui trasporti ecologici. Almeno 10-20 super-fabbriche, più investimenti in ricerca e sviluppo, attenzione al riciclo e alle forniture “sostenibili” di materie prime.

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Dall’estrazione delle materie prime al riciclo/riutilizzo, passando per le varie fasi della produzione, l’Europa vuole diventare leader internazionale nell’industria delle batterie per i veicoli elettrici, come conferma l’importanza assegnata a questo settore dal terzo pacchetto per i trasporti “puliti”, Europe on the Move, appena presentato dalla Commissione Ue.

Vediamo più in dettaglio le misure previste dal Piano strategico per le batterie (documento completo allegato in basso), che prende le mosse dalla Battery Alliance costituita lo scorso ottobre da Bruxelles, la piattaforma di cooperazione che riunisce aziende, Stati membri e la Banca europea per gli investimenti.

Quest’ultima, tra l’altro, di recente ha deciso di finanziare con 52,5 milioni di euro la prima super-fabbrica continentale di accumulatori al litio per gli automezzi 100% elettrici, che sorgerà in Svezia e sarà realizzata da Northvolt, l’azienda scandinava guidata dall’ex manager di Tesla Peter Carlsson.

Le giga-factory sul modello di quella di Tesla sono al centro del piano proposto dalla Commissione, secondo cui in Europa dovranno esserci almeno 10-20 stabilimenti di grandi dimensioni dal 2025 in avanti, per coprire la domanda crescente di batterie per la mobilità a zero emissioni.

Bruxelles, quindi, si legge nel documento, intende favorire la realizzazione di fabbriche innovative, competitive e “sostenibili”, grazie anche all’utilizzo di energie rinnovabili nei processi produttivi, nell’ambito di un’economia circolare che include il recupero degli accumulatori a fine vita, con opportuni sistemi di rigenerazione/riciclo di componenti.

L’Europa, inoltre, sosterrà le iniziative di ricerca e sviluppo per commercializzare su vasta scala nuove soluzioni tecnologiche, ad esempio le batterie a stato solido, e per formare una forza lavoro altamente specializzata nei diversi segmenti del futuro “ecosistema delle batterie”, riassunto nello schema sotto.

Tra le risorse messe in campo, il piano segnala nuovi bandi per complessivi 110 milioni di euro nel 2018-2019, da aggiungere ai 250 milioni già fissati dal programma Horizon 2020 e ai 270 milioni da stanziare per i progetti di smart grid e accumulo energetico stazionario previsti dal pacchetto clima-energia.

Grandissima attenzione, infine, è posta all’approvvigionamento di metalli “critici”, in alcuni casi piuttosto rari e costosi, indispensabili per produrre le attuali celle al litio.

Litio, cobalto, nickel e grafite sono le materie prime essenziali, su cui si concentra uno specifico rapporto della Commissione europea (documento completo allegato in basso), che cerca di stimare a quanto ammontano le riserve dei vari metalli a livello mondiale, quale potrebbe essere il potenziale estrattivo nel nostro continente, in che modo sostituire questi materiali con altri meno costosi e altrettanto performanti.

Per approfondire questo punto rimandiamo ad alcuni articoli di QualEnergia.it:

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