Stop alle auto diesel nei centri cittadini: secondo la massima corte amministrativa federale tedesca, le autorità municipali possono bandire le vetture a gasolio per ridurre l’inquinamento.
La decisione del tribunale di Lipsia, chiamato a pronunciarsi sulla vicenda da una serie di ricorsi presentati dall’associazione ambientalista Deutsche Umwelthilfe, consente quindi alle singole amministrazioni comunali d’intervenire in modo autonomo per vietare la circolazione dei veicoli più “sporchi”.
Al contrario, le autorità statali ritenevano che i comuni non potessero decidere da soli di varare misure così severe e restrittive, che sarebbero state di esclusiva competenza del governo centrale.
La corte federale, invece, ha riconosciuto la legittimità dei bandi locali ai motori diesel, soprattutto nelle città più inquinate che superano costantemente i limiti di sostanze nocive – ossidi d’azoto, particolato fine, anidride carbonica – fissati a livello Ue, come Stoccarda e Düsseldorf.
Tra l’altro, nei giorni scorsi, il governo ancora provvisorio di Angela Merkel, in attesa degli ultimi passaggi per ufficializzare la “grande coalizione” CDU-SPD, aveva inviato a Bruxelles una serie di proposte antinquinamento, tra cui la possibilità di viaggiare gratis sui mezzi pubblici, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria nelle aree urbane (analisi di QualEnergia.it: Perché la Germania pensa ai mezzi pubblici gratuiti nelle città).
L’Italia, al pari della Germania, è finita nel mirino della Commissione Ue per i continui sforamenti dello smog cittadino oltre le soglie considerate sicure per la salute umana.
Così la sindaca di Roma, Virginia Raggi, sulla scia degli eventi tedeschi, ha appena annunciato che dal 2024 nel centro della capitale sarà vietato guidare automobili private a gasolio.
“Abbiamo chiesto un segnale chiaro, una data di scadenza per la tecnologia motoristica più inquinante”, ha dichiarato in una nota il responsabile della campagna Trasporti di Greenpeace Italia, Andrea Boraschi. “Questo segnale è arrivato e speriamo dissuada fin d’ora i cittadini romani dal comprare ancora auto diesel, così come speriamo misure analoghe siano presto adottate da tutte le altre città italiane”.
La “guerra” contro il diesel sta quindi accelerando, soprattutto dopo gli ultimissimi sviluppi dello scandalo dieselgate, partito nel 2015 con le rivelazioni sui dati truccati da Volkswagen e approdato nelle scorse settimane a nuove rivelazioni, stavolta sui test per i gas di scarico tramite cavie umane e animali.
Le case automobilistiche tedesche hanno provato a difendersi proponendo soluzioni di vario tipo, ad esempio interventi di ammodernamento tecnico (retrofit) sui veicoli esistenti e finanziamenti ai trasporti pubblici locali, ma questo non è bastato a placare le critiche dei gruppi ambientalisti che si sono rivolti ai tribunali amministrativi, chiedendo maggiore impegno da parte delle città per combattere lo smog.