Perché la Germania pensa ai mezzi pubblici gratuiti nelle città

La proposta è inclusa nella lettera appena inviata dal governo federale a Bruxelles, con varie soluzioni per ridurre il numero di auto private nei centri urbani e migliorare la qualità dell’aria. Il paese, al pari dell’Italia, è sotto accusa in Europa per aver sforato i limiti di sostanze inquinanti.

ADV
image_pdfimage_print

Trasporti pubblici gratuiti nei centri urbani: è certamente una delle scelte più radicali che poteva uscire dal cilindro della politica tedesca, impegnata a definire nuove misure per ridurre le emissioni inquinanti, in un paese che continua a dipendere da molto carbone per la produzione di energia elettrica e da troppe auto private per gli spostamenti cittadini.

L’idea è inserita nella lettera inviata a Bruxelles da tre ministri tedeschi, tra cui Barbara Hendricks, a capo dell’ambiente, con l’obiettivo di allentare la pressione europea sulla Germania, finita sotto accusa, insieme ad altre otto nazioni, per la cattiva qualità dell’aria nelle città (c’è anche l’Italia: vedi gli ultimi dati raccolti da Legambiente e Greenpeace sull’emergenza smog).

Berlino ha scritto al commissario Ue per l’ambiente, Karmenu Vella, proponendo varie soluzioni per diminuire il numero di auto in circolazione nelle aree più popolose e abbattere l’inquinamento atmosferico.

Zone urbane riservate ai veicoli a zero emissioni, incentivi extra per il car-sharing e l’acquisto di vetture elettriche, interventi per ammodernare e “ripulire” i mezzi diesel esistenti (retrofit, ma solo se fattibile da un punto di vista tecnico-economico), sono altre voci incluse nella lettera spedita al commissario europeo.

Tornando ai trasporti pubblici gratuiti, la domanda che sorge spontanea è: chi pagherà?

Trovare la copertura finanziaria per far viaggiare tutti su autobus, tram e metropolitane senza spendere nemmeno un euro, sembra un’impresa difficile da realizzare, soprattutto in questa fase un po’ equilibrista del governo di Angela Merkel, che rimarrà provvisorio finché sarà ufficializzata l’intesa per una grande coalizione con i socialdemocratici di Martin Schulz (Große Koalition, vedi QualEnergia.it sui punti dell’accordo CDU/SPD per l’energia).

Oltre a sostenere il costo totale dei biglietti, infatti, le aziende di trasporto pubblico dovrebbero sicuramente acquistare più autobus elettrici oppure a idrogeno, aumentare il numero delle linee e delle corse, assumere più personale, potenziare le infrastrutture come pensiline, semafori intelligenti, punti di ricarica.

La proposta, evidenzia la lettera citata da diverse agenzie di stampa, sarà testata entro la fine del 2018 in cinque città della Germania occidentale, tra cui Bonn, Essen e Mannheim.

A livello europeo, la Germania, al pari dell’Italia, rischia di comparire davanti alla Corte di Giustizia Ue per aver sforato i limiti di sostanze nocive nell’aria, tra cui soprattutto il particolato fine e gli ossidi d’azoto.

Per evitare azioni legali e conseguenti multe, gli Stati membri sotto accusa dovevano presentare a Bruxelles misure antinquinamento efficaci e convincenti; la decisione finale della Commissione Ue è prevista per la metà di marzo.

Secondo l’esecutivo europeo, l’inquinamento atmosferico è una minaccia per la salute pubblica in almeno 130 città, causando intorno a 400.000 morti premature ogni anno, con un costo aggiuntivo delle spese sanitarie stimato in circa 20 miliardi di euro.

Il punto, rimarcato recentemente da Greenpeace, è che non basta puntare sulla diffusione della mobilità 100% elettrica, ma bisogna anche ridurre notevolmente la quantità di vetture private nelle metropoli.

Vedremo nei prossimi mesi se la Germania sperimenterà davvero la gratuità dei mezzi pubblici e con quali risultati, magari finanziandola con le misure suggerite dall’associazione ambientalista, ad esempio: incrementare i pedaggi stradali e le tariffe sui parcheggi per limitare il traffico urbano, far pagare alle case automobilistiche tedesche, coinvolte nello scandalo dieselgate, le misure urgenti per combattere lo smog.

ADV
×