L’articolo nella versione digitale della rivista QualEnergia
L’Africa è un gigantesco vivaio per lo sviluppo di attività commerciali e industriali. È una terra ricca di opportunità per le imprese europee e in particolare per le italiane, protagoniste lungo tutta la catena del valore.
Il continente africano è un laboratorio per sperimentare soluzioni innovative con una mentalità nuova, quell’innovazione su cui anche l’Italia sta scommettendo per conquistare la transizione energetica. L’unico limite è l’immaginazione, ovvero per competere in un mercato emergente si deve essere capaci di pensare out of the box, valorizzando l’esperienza tecnologica raggiunta nei mercati maturi con una vision innovativa.
Al fine di soddisfare la sua crescente domanda di energia, l’Africa ha un’urgente necessità di aumentare gli investimenti nel settore elettrico. L’energia è un prerequisito fondamentale per migliorare l’economia e la qualità della vita e in Africa mancano ancora importanti infrastrutture e proprio le energie rinnovabili sono un asset strategico per la crescita dell’economia africana.
Se ne è discusso anche durante il side event del G7 Energia il 9 aprile scorso al museo Maxxi di Roma e nella V Conferenza annuale di Res4Med/Res4Africa del 22 maggio dedicata a “Innovation as a Key Factor to Empower Africa“.
Res4Med è un’associazione che raccoglie 31 leader internazionali, tra cui investitori come Enel Green Power e Italgen, realizzatori come Enerray e Enertronica, il gestore della rete nazionale Terna, associazioni di categoria come Elettricità Futura, consulenti come PwC ePoyry, società di ingegneria come Cesi e D’Appolonia, eccellenze accademiche come il Politecnico di Milano e quello di Torino, l’Università Bocconi e Enea, la Fondazione Enel, tutti uniti dal comune obiettivo di investire o operare in Africa.
L’Africa si trova ad affrontare una molteplicità di sfide energetiche. Governare la transizione verso un’economia low-carbon e raggiungere lo sviluppo sostenibile del continente richiedono un mix bilanciato di soluzioni innovative, tra cui progetti di larga scala, generazione distribuita e interventi per fortificare la rete di trasmissione.
Le tecnologie rinnovabili offrono significativi vantaggi in termini di creazione di posti di lavoro, sicurezza energetica, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, produzione di cibo e acqua, riduzione della povertà e creazione di imprese.
Francesco Starace, Ad di Enel, ha aperto la Conferenza annuale di Res4Med/Res4Africa rilevando che l’accesso all’energia pulita, affidabile e competitiva è un driver fondamentale per innescare una crescita economica sostenibile in Africa. Starace ha sottolineato che il potenziale di crescita delle rinnovabili nel mercato africano è lampante: sebbene si tratti ancora di piccole cifre, la capacità rinnovabile installata è stata quattro volte superiore tra il 2012 e il 2016 rispetto al periodo 2008 – 2011.
Questo trend è destinato ad aumentare non appena i governi africani metabolizzeranno che le rinnovabili sono le fonti più economiche, facili e veloci da integrare nel sistema rispetto alle fonti fossili, e che dispongono quindi di un asset di gran lunga più strategico di quanto inizialmente potessero credere.
Oltre le barriere
Tuttavia ha sottolineato che per sbloccare questo enorme potenziale è necessario superare diverse barriere. Le reti di trasmissione, deboli e scarsamente interconnesse, richiedono investimenti a lungo termine pensati per favorire la diffusione delle rinnovabili distribuite e spesso lontane dal carico.
Le resistenze degli operatori locali possono essere oltrepassate attraverso l’innovazione, la cooperazione, i partenariati pubblico-privato e la diversificazione delle tecnologie e dei modelli di business.
Bisogna anche colmare l’arretratezza sociale e politica che caratterizza alcune parti dell’Africa così da realizzare un ambiente favorevole allo sviluppo del tessuto imprenditoriale locale. Le energie rinnovabili sono appunto la chiave per superare queste sfide.
Il contesto energetico africano
L’Africa è ricca di risorse e presenta tassi di crescita economica elevati a fronte di un limitato accesso all’energia da parte delle popolazioni locali (vedi grafico di seguito).
La domanda di energia nell’Africa subsahariana, a partire dal 2000, è cresciuta del 45% e rappresenta ancora solo il 4% del totale mondiale nonostante l’Africa ospiti il 13% della popolazione mondiale.
Il Pil africano dal 2000 è raddoppiato, registrando una crescita del 4,6% sopra la media mondiale; rimane ancora molto correlato all’andamento dei prezzi delle materie prime, con l’agricoltura che genera gran parte del reddito e dei posti di lavoro.
Circa 600 mila africani, principalmente donne e bambini, muoiono ogni anno per l’inalazione di fumi tossici causati dalla combustione del legno e di altre materie prime.
L’attuale contesto energetico non è in grado di soddisfare il fabbisogno medio quotidiano di una famiglia e certamente non risponde alle esigenze energetiche del settore industriale e agricolo. Nell’Africa subsahariana solo il 35% delle scuole ha accesso all’elettricità, e oltre 90 milioni di bambini africani frequentano scuole prive di energia elettrica.
Da una ricerca recente della Banca Mondiale è emerso che la metà delle imprese africane percepisce l’elettricità come un vincolo significativo al suo sviluppo. Circa il 48% delle aziende si avvale di un generatore in sostituzione della fornitura elettrica e il 4% delle perdite nelle loro vendite annuali è dovuto a interruzioni elettriche di circa due ore giornaliere.
In una simile situazione, il settore privato e gli investitori stranieri giocano un ruolo fondamentale per sostenere nuovi investimenti, contribuendo ad accrescere la competitività del sistema e l’innovazione delle infrastrutture energetiche.
L’Agenzia Internazionale per l’Energia stima che nell’area subsahariana gli investimenti nel settore energetico aumenteranno sensibilmente entro poco tempo; sono previsti circa 110 miliardi di dollari all’anno d’investimenti con un incremento di 30 miliardi di dollari all’anno nei prossimi dieci anni e un raddoppiamento pari a 60 miliardi di dollari all’anno a partire dal 2030.
La Iea prevede investimenti nelle rinnovabili pari a oltre 140 miliardi di dollari nel periodo 2014 – 2040, salvo l’idroelettrico, per il quale sono previsti ulteriori 170 miliardi nello stesso arco temporale. In quest’ottica il Ventunesimo secolo si candida a diventare il “secolo africano” dell’energia sostenibile.
L’Agenzia raccomanda tre azioni per far crescere l’economia subsahariana del 30% entro il 2040 e conseguire un rilevante aumento del reddito pro-capite:
- finanziare ulteriori 450 miliardi di dollari di investimenti nel settore elettrico, così da ridurre le interruzioni di corrente e garantire l’accesso all’elettricità nelle aree urbane;
- promuovere una maggiore integrazione e cooperazione regionale, con l’obiettivo di facilitare la realizzazione di progetti di generazione e trasmissione su larga scala, consentendo un’espansione del commercio transfrontaliero;
- ottimizzare la gestione delle risorse e dei ricavi, adottando processi trasparenti che portino a un uso più efficace delle entrate derivanti dalle rendite petrolifere e del gas.
Per arrivare a questi risultati, entro il 2021 si prevede il raddoppiamento della capacità rinnovabile installata rispetto al 2014, grazie al terzo di solare e il 20% di eolico. L‘idroelettrico rimarrà quindi la più grande fonte di generazione rinnovabile in Africa e farà la parte del leone tra la nuova capacità rinnovabile che sarà installata nei prossimi cinque anni, seguita dal fotovoltaico e dall’eolico.
Entro poco tempo, la maggior parte dei nuovi impianti fotovoltaici ed eolici saranno realizzati con il meccanismo delle aste competitive. La debolezza delle infrastrutture di rete e l’affidabilità degli off-taker restano i principali ostacoli allo sviluppo delle rinnovabili, insieme con gli alti costi finanziari.
Infatti, per quasi tutte le tecnologie, l’assist delle Banche Multilaterali di Sviluppo è cruciale per la bancabilità dei progetti. Il nuovo corso che si apre per le imprese e la cooperazione andrà sostenuto agendo su più dimensioni.
Antonio Cammisecra, Presidente di Res4Med/Res4Africa e nuovo Ad di Enel Green Power, ha affermato che nel mercato africano persistono gravi barriere allo sviluppo delle rinnovabili, tra cui la mancanza di regolamentazione e di meccanismi di finanziamento, la difficoltà con i modelli di calcolo dei ricavi, delle proiezioni di costo e dei rendimenti, la carenza di modelli di business adeguati e di formazione tecnica per l’attività di manutenzione degli impianti.
Ha aggiunto che serviranno investimenti nella trasmissione e nella distribuzione dell’energia elettrica: la scarsa manutenzione delle reti provoca perdite di carico spesso pari al doppio della media mondiale, contribuendo significativamente all’inefficienza del sistema.
Obiettivi e primi risultati
Le risorse rinnovabili possono giocare un ruolo chiave nel coprire la domanda di energia elettrica futura in modo auto sufficiente. Molti paesi africani stanno regolando nuovi sistemi di remunerazione tipo tariffe incentivanti e sistemi ad aste competitive, al fine di introdurre con maggiore efficienza ed efficacia le energie rinnovabili nel mix energetico dei paesi, con l’obiettivo di riformare il sistema energetico nel breve periodo.
I costi totali associati alla messa in opera di tecnologie alimentate da fonti rinnovabili stanno drasticamente diminuendo e si stima che i costi associati alla generazione di energia rinnovabile e il relativo trasporto e distribuzione potrà avere costi, nei prossimi anni, corrispondenti a meno della metà dei costi attuali dei combustibili fossili. Ciò contribuirà al miglioramento le condizioni di salute della popolazione e dell’ambiente.
- In Marocco nel 2015 è stato raggiunto ilprezzo d’asta più basso in termini globali pari a 30USD/ MWh una gara vinta da Enel Green Power con Siemens e Nareva. Dopo la conferenza di Parigi, il re ha annunciato i nuovi target per l’energia prodotta da fonti rinnovabili: il 52% di capacità installata entro il 2030 deriverà da fonti rinnovabili, con 5GW di solare fotovoltaico, 5GW di eolico e 3GW d’idroelettrico. L‘Agenzia Masen avrà un ruolo centrale per la realizzazione di questi ambiziosi programmi.
- In Algeria il governo sta per lanciare una gara per 4GW di solare fotovoltaico, che prevede non solo la costruzione di grandi impianti in tre regioni centrali del paese, ma soprattutto la graduale realizzazione, in collaborazione con industrie internazionali, di fabbriche di moduli e componenti industriali. La gara sarà gestita da Sonatrach, azienda di stato per il gas, per le garanzie sul finanziamento, e da Sonelgaz, società elettrica nazionale, per i necessari accordi di Ppa.
- In Sudafrica, i prezzi delle offerte del fotovoltaico solare sono passati da USD 100/MWh nel 2013 a 65-70/MWh nel 2015, mentre per il settore eolico, i costi offerti sono passati da circa USD 75/MWh nel 2013 a poco più di USD 50/MWh nel 2015. L’aggiornamento dell’Integrated Resource Plan nel 2013 ha definito una strategia di diversità del mix energetico sudafricano, spostandosi fortemente verso la produzione di energia da fonti rinnovabili. La capacità installata delle rinnovabili non idroelettriche in Sudafrica è aumenta da 1 GW a oltre 30 GW e secondo le previsioni della Iea rappresenterà il 21% del mix energetico nel 2040. Aumenterà in modo sostanziale anche la produzione di energia da solare fotovoltaico ed eolico.
- L’Etiopia, oltre ad un grande progetto idroelettrico che vede coinvolta la nostra Salini e che potrà permettere di esportare energia ai paesi centroafricani, sta ripensando al rilancio della geotermia e ha lanciato una prima gara per la realizzazione di impianti a tecnologia solare fotovoltaica della capacità totale installata di 100 MW.
- Lo Zambia ha scelto di adottare le best practices Internazionali come linea guida utilizzando lo Scaling Solar Program della Banca Mondiale. In questo modo è riuscito a coinvolgere diversi players internazionali del settore privato su gare competitive. A fine 2016, la prima gara solare dello Zambia ha portato a un prezzo di USD 60/MWh, che comporta un’importante componente di “concessional financing” anche questa gara vinta da Enel Green Power.
- In questi giorni anche il Botswana ha lanciato un appello per espressione d’interesse per 100 MW solari fotovoltaici.
Accesso all’energia e i nuovi modelli Per il settore energetico africano si evidenziano anche gravi problemi di accesso all’elettricità, unitamente a problemi riguardanti la qualità e affidabilità delle reti: circa 600 milioni di persone in Africa subsahariana vivono senza accesso alla rete elettrica, mentre le gravi e frequenti carenze energetiche minacciano lo sviluppo dell’agricoltura e lo sviluppo industriale.
L’accesso all’energia nelle zone rurali, ovvero tutte le aree attualmente non raggiunte dalle reti di trasmissione e distribuzione, può favorire lo sviluppo economico, la creazione di imprese locali, la creazione di posti di lavoro, servizi sanitari, istruzione, empowerment delle donne, la protezione dell’ambiente e la mitigazione dei cambiamenti climatici, nonché l’utilizzo dell’acqua e la conservazione del cibo. Le soluzioni di energia rinnovabili off-grid e mini-grid soluzioni tecnologiche costituite da piccoli impianti di generazione da fonti rinnovabili di taglia compresa tra i 20-30 kW fino a circa 1 MW basati su generazione fotovoltaica e sistema di accumulo di energia; spesso si associa una seconda fonte di generazione che può essere mini idro o mini eolico.
L’impianto si completa di una rete di distribuzione in medio-bassa tensione per servire le abitazioni e gli usi produttivi dei villaggi.
Nonostante questi vincoli, Francesco Venturini nuovo responsabile di Global electricity solutions di Enel e presidente uscente di Res4Med/Res4Africa, ha sottolineato come le mini-grid costituiscano la soluzione più veloce e flessibile da implementare per colmare il gap di elettrificazione di molti paesi italiani e asiatici.
Le stesse non sono antagoniste ai piani di estensione delle reti di distribuzione ma sono, e saranno sempre più, un utile alleato per garantirne la loro capillarità e stabilità. Il meccanismo si è ormai messo in movimento ed è certo che nei prossimi 5-10 anni si assisterà a un rapido sviluppo di questi sistemi accompagnati alla nascita da nuovi modelli di business e da nuovi players.
È importante essere consapevoli dei diversi e innovativi modelli di business (mini-grid, off-grid, sviluppo reti urbane e sub-urbane, accesso all’energia, ecc.) e le opportunità derivanti dallo sviluppo delle tecnologie.
Inoltre, i nuovi modelli di business associati allo sviluppo delle filiere rinnovabili, possono contribuire alla nascita d’innumerevoli partnership commerciali, lunghe tutta la catena del valore.
Viene, dunque, proposto un nuovo modello di approccio globale, dove le nuove tecnologie guidano i processi e favoriscono nuove aggregazioni fra entità pubbliche e private, con accesso a finanziamenti adeguati a coprire i costi dello sviluppo. In tale ottica, è fondamentale sviluppare le potenzialità e le capacità del capitale umano, per ottimizzare come detto i contributi della tecnologia, della finanza e della politica e accelerare il progresso dei sistemi paese.
La creazione di know-how specifico e lo sviluppo di attività di training rappresentano passaggi essenziali per rafforzare il ruolo degli individui lungo tutta la catena del valore e diventano elementi cruciali per qualsiasi progetto di successo. Garantire la sicurezza energetica e l’accesso all’energia elettrica è una grande sfida e una grande opportunità: un settore dell’energia pulita ed efficiente è un requisito essenziale per lo sviluppo sostenibile in Africa e in Europa.
I prossimi eventi regionali organizzati da Res4Africa saranno il Res4Africa Program Launch in Etiopia il 3-4 ottobre e il nuovo evento a Nairobi a fine novembre.
L’articolo è stato originariamente pubblicato nel n.3/2017 della rivista bimestrale QualEnergia, con il titolo “Innovazione per lo sviluppo”