“Oggi il tema è convincere gli Usa a rientrare nell’accordo di Parigi. Affinché ciò avvenga, abbiamo bisogno di mantenere un dialogo aperto, così come abbiamo fatto nel corso del G7 Ambiente di Bologna, arrivando a un documento unitario, sebbene una nota a piè di pagina degli Usa precisasse la posizione ufficiale di Trump e del suo Governo”.
Così il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti da Lussemburgo, dove ha partecipato al Consiglio Ambiente Ue.
Durante il suo intervento il Ministro ha ribadito che: “L’accordo di Parigi non è negoziabile: è l’unico strumento a disposizione dell’Europa per combattere i cambiamenti climatici”.
Prosegue così il dibattito sulla scelta di Trump di voler avviare le procedure per uscire dall’accordo di Parigi, che se da una parte unisce i leader mondiali e l’opinione pubblica in un unico coro contrario, dall’altra crea una spaccatura tra chi ritiene che la scelta degli USA sarà un forte freno e chi invece sostiene che si andrà avanti lo stesso.
Ma come trattare con chi motiva le sue scelte con argomentazioni miopi e scientificamente inconsistenti? (qui il testo del discorso di Trump al momento dell’annuncio dell’uscita degli USA dall’accordo di Parigi).
“Io credo – ha aggiunto Galletti – che il margine di trattativa stia nei fatti: stare oggi nell’accordo di Parigi conviene non solo per motivi ambientali ma anche per motivi economici. Fare oggi economia verde, economia ambientale, economia circolare, con un uso efficiente delle risorse e investendo sulle energie rinnovabili, vuol dire fare il bene dell’economia. Dobbiamo continuare, dunque, a dialogare con gli Stati Uniti riuscendo a far capire questo: qual è la bontà della nuova economia”.
Emissioni nei settori non inclusi nell’ETS e LULUCF
Al Consiglio ambiente Ue si è affrontata poi la questione dell’”effort sharing“, ovvero la riduzione delle emissioni dei settori non inclusi nell’ETS (come la piccola industria, i trasporti, l’edilizia, i servizi e il settore civile).
“Proprio grazie al surplus dell’Italia – ha spiegato Galletti – rispetto al target 2020, pari a 217 milioni di tonnellate di Co2 equivalente, altri Paesi europei potranno concorrere al raggiungimento dell’obiettivo al 2030 con target nazionali ragionevoli”.
“L’Italia – aggiunge il Ministro – non mette in discussione l’obiettivo previsto per il 2030 e vuole preservare l’integrità ambientale del pacchetto che è composto da due proposte: ‘effort sharing’ e LULUCF (per le emissioni del settore agricolo-forestale).
Su quest’ultimo l’Italia chiede una piena contabilizzazione di tutte le categorie, inclusa una revisione del livello di riferimento per la gestione forestale basata su dati e parametri oggettivi”.
“Da alcuni Stati membri, invece – ha poi aggiunto Galletti -, sono state avanzate proposte di contabilizzazione poco robuste e non trasparenti che minerebbero l’integrità e la credibilità dell’intero settore”.
“Rimango fiducioso – ha concluso – che ci sia il margine per trovare una soluzione equa, equilibrata ed ambiziosa”.