Cucine solari per gli haitiani, un progetto italiano

E’ stato presentato a Expo 2015 da AFNonlus il progetto “Cucine solari per Mont-Organise”. L’associazione vuole incentivare ad Haiti l’utilizzo delle cucine solari per ridurre l’utilizzo della legna. Il progetto è stato ideato in collaborazione con PACNE (Action Contre la Pauvreté du Nord Est), Ente Nazionale per il Microcredito, Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli e Tesla I.A. srl.

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E’ stato presentato a Expo 2015 a Milano da AFNonlus il progetto “Cucine solari per Mont-Organise”. L’associazione con questo progetto vuole incentivare ad Haiti l’utilizzo delle cucine solari per ridurre l’utilizzo della legna secca e soprattutto quello della legna verde, che libera nell’aria sostanze nocive e che è utilizzata dalla maggioranza della popolazione per cucinare. Insomma, l’obiettivo è realizzare un prodotto tecnologico a basso costo e a impatto zero, facilmente esportabile ovunque e capace di creare lavoro anche nei Paesi in via di sviluppo.

Il progetto, tutto made in Italy, è stato ideato e realizzato in collaborazione con PACNE (Action Contre la Pauvreté du Nord Est), Ente Nazionale per il Microcredito, Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli e Tesla I.A. srl.

Le cucine solari in questa specifica tipologia si basano su un sistema a concentrazione solare: attraverso una lente, l’energia solare si tramuta in energia termica che viene immagazzinata in una batteria termica. Come materiale termoconvettore sono utilizzati dei ‘sali fusi’, componenti che non sono infiammabili o tossici e normalmente utilizzati come fertilizzante in agricoltura a basso costo e facilmente reperibili. Una cucina solare è in grado di mantenere il calore per circa 20 ore dal momento dell’interruzione dell’irradiamento. Questo permette di cucinare durante le ore notturne o quando non c’è la luce del sole.

Sono migliaia gli haitiani che a oggi non hanno accesso alle fonti tradizionali per l’energia e devono far fronte ai bisogni della vita quotidiana come possono. Senza elettricità o gas anche cucinare si trasforma in un problema socio-sanitario cruciale: non solo le donne sono costrette ad allontanarsi per molte ore dalla propria famiglia alla ricerca di legna da ardere, ma la mancanza di legna secca le costringe ad utilizzare legna verde che, bruciata, produce fumi tossici nocivi per la salute. A queste criticità si aggiunge un’urgenza di carattere ecologico: il continuo ricorso alla legna ha come conseguenza un disboscamento incontrollato e favorisce la progressiva diminuzione dell’acqua a disposizione.

Attiva in questa tecnologia è da diversi anni Solar Cookers International che, ad esempio, in un progetto in Kenya ha creato un mercato per la vendita di “cucine solari” ad opera di micro aziende gestite da donne del luogo. Oltre che per la cottura del cibo, la tecnologia solare termica è stata utilizzata da migliaia di persone anche per la pastorizzazione dell’acqua, producendo e diffondendo, in un unico pacchetto, chiamato “Solar CooKit”.

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