“CO2 nei beni e competitività industriale europea”, una sinfonia per l’energia

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La recensione del volume di Agime Gerbeti, "CO2 nei beni e competitività industriale europea", in cui viene sviluppata la tesi dell'incorporazione della CO2 nei beni che un Paese consuma e non in quelli che produce: un approccio che ribalta la vulgata che vuole l'Europa virtuosa e la Cina inquinatrice.

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Avrei voluto scrivere una recensione al libro di Agime Gerbeti, ma mi ritrovo nel bel commento scritto da Sergio Ferraris nell’ultimo numero della rivista QualEnergia.

Due sole note aggiuntive. Avevo conosciuto Agime al Master Ridef del Politecnico di Milano, curiosa e interessata ad approfondire le tematiche energetico ambientali. L’ho ritrovata al GSE dove ha messo a frutto le conoscenze acquisite lavorando in ambiti internazionali.  E di aspetti globali parla il suo libro “CO2 nei beni e competitività industriale europea” che affronta una tematica delicata e di grande attualità con l’avvicinarsi della Conferenza sul clima di Parigi. Dare un valore monetario al contenuto di carbonio dei prodotti è infatti una delle alternative, assieme alla carbon tax, al sempre più barcollante sistema dell’Emissions Trading. Insomma, un libro da leggere.

Gianni Silvestrini

 

Avere gli strumenti interpretativi per capire il mondo dell’energia e le sue correlazione è molto spesso complicato e l’intrecciarsi delle questioni climatiche e sociali, oggi spesso esacerbate dalla crisi, di certo non aiuta. Il sistema energetico che abbiamo di fronte oggi funziona – le luci si accendono, gli aerei volano e le fabbriche producono – ma assomiglia a un’orchestra che suona una sinfonia in maniera parziale e stonata visto che, per esempio, continua a sottovalutare esternalità quali quelle legate al clima.

Ma qualcuno, invece, vorrebbe accordare tutto al meglio ed è il caso di Agime Gerbeti che, con il proprio volume “CO2 nei beni e competitività industriale europea”, riprende la metafora dell’orchestra per descrivere lo scenario energetico odierno analizzandolo attentamente e soprattutto tentando di rimettere a posto i pezzi mancanti dello spartito, sostituendone molti passi, per poi finire con il “brindisi degli orchestrali” seguito da un’interessante “scrittura del futuro”.

E visto il titolo, il lettore che si avvicina al volume non deve pensare che si tratti di uno dei soliti mattoni tediosi dei quali è piena la biblioteca di chiunque si occupi d’energia e ambiente. Niente di più sbagliato. Una delle qualità che saltano all’occhio già alla prima lettura è lo stile fluido ed empatico dell’autrice che conduce il lettore all’interno della complessità relativa alle problematiche energetiche, legate alle emissioni e alla produzione delle merci, senza dimenticare gli aspetti più complessivi come l’analisi LCA e l’utilizzo delle risorse “non prettamente energetiche” come quelle idriche.

La lettura scorre in maniera piacevole perché Gerbeti alterna dati e analisi complicati con aneddoti, come quello che incastra la politica ondivaga del Regno Unito circa le emissioni, citando le dichiarazioni fatte dalla Regina Elisabetta davanti al Parlamento britannico nel 2006 quando esortava a ridurre del 40% le emissioni climalteranti entro il 2030 – su base 1990, ricorda con precisione l’autrice – mentre già nel 2012 le emissioni sono di nuovo in risalita al ritmo del 4,5% annuo, grazie all’incremento del carbone.

Di esempi come questo il volume è pieno e spesso l’aneddotica è utilizzata come collante tra temi che potrebbero apparire slegati e diversi. Ma non si pensi che il libro sia un libello: la base dei dati utilizzata da Gerbeti è solida, coerente, esaustiva e soprattutto pervade tutto il testo, riga per riga.

La parte più interessante del volume – è stata una scelta complicata – è quella legata alla tesi dell’incorporazione della CO2 nei beni che un Paese consuma e non in quelli che produce, cosa che ribalterebbe immediatamente la vulgata che vuole un’Europa virtuosa e una Cina inquinatrice. E si badi che l’autrice va oltre alla carbon tax; si spinge fino a considerare le emissioni climalteranti come una componente di beni e servizi alla stregua delle materie prime. Ossia un costo industriale da inserire a pieno titolo all’interno del prezzo finale, magari incorporando anche l’analisi LCA. Non mancano nel testo lievi riferimenti autobiografici che non sono inseriti mai a sproposito, ma anzi fanno da contrappunto alle tesi, introducendo la quotidianità necessaria all’analisi che altrimenti potrebbe essere a tratti troppo astratta.

Un tocco di femminilità che all’austero mondo dell’energia manca e che rappresenta un arricchimento indispensabile ma che, purtroppo, a oggi è ancora troppo limitato, viste le poche donne che si occupano di energia. Spiegare la complessità del mondo dell’energia, in maniera fluida e semplice mantenendo autorevolezza. Questa la sfida di Agime Gerbeti: vinta.

CO2 nei beni e competitività industriale europea
di Agime Gerbeti
prefazione di Tullio Fanelli
Editoriale Delfino 2014
ISBN: 978-88-97323-33-4
pp 156 – 19 €

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