Zanonato: gli incentivi dati alle rinnovabili spalmati su più anni

Non c'è pace per il settore delle rinnovabili neanche ad agosto. Ora si punta a toccare diritti ormai acquisiti come l'erogazione degli incentivi. Visto che per il Ministro Flavio Zanonato l'unica responsabile del 'caro bollette' è l'energia pulita, annuncia un pacchetto di misure governative che prevede di ridurli allungandone i tempi di erogazione.

ADV
image_pdfimage_print

Il ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, rilancia la proposta di non toccare il valore degli incentivi alle energie rinnovabili, ma di spalmarli in più tempo. Ne ha parlato al Meeting di Rimini, dicendo che “tra le priorità c’è quella di ridurre il costo dell’energia elettrica che è elevato rispetto all’Europa”. Dove andare a toccare, dunque? La motivazione dell’alto costo dell’energia secondo Zanonato è ”perché abbiamo molti incentivi sulle rinnovabili”. Una motivazione  che definiremmo parziale, che non considera le altre voci di spesa della bolletta elettrica, come i fattori che producono risparmi connesse alle rinnovabili.

Solo per fare un esempio uno studio Althesys di qualche mese fa mostrava come il fotovoltaico abbia spostato i valori delle medie orarie dei prezzi, così che il picco di prezzo non coincide da tempo con la massima domanda di energia elettrica. Da ciò si stima un beneficio significativo: ai minori prezzi nelle ore solari, pari a 1.420 milioni di euro e considerati anche i maggiori prezzi nelle ore non solari per 586 milioni, si avrebbe un cosiddetto peak shaving netto di 838 milioni di euro, peraltro in aumento. Ma altri benefici andrebbero elencati grazie allo sviluppo delle rinnovabili nel nostro paesei, come quelli per le casse dell’erario.

Inoltre, il ministro non ci dice che il principale aumento della bolletta elettrica di questi dieci anni (+ 53) è la dipendenza del nostro Paese dalle importazioni da fonti fossili e dell’aumento, più che un raddoppio, dei loro prezzi.

Per le prossime settimane, ha detto il ministro, è pronto un nuovo ‘pacchetto’ di misure del governo e dentro ci sarà questo provvedimento: ”L’energia elettrica costa di più perché paghiamo moltissimi incentivi sulle rinnovabili. Questo non è un dato negativo, ma si può diminuire il costo spalmando su un periodo più lungo il prelievo sulle bollette degli italiani. Anziché prelevare 12 miliardi di euro, se ne possono prendere 9 miliardi e il resto dilazionarlo in un periodo più lungo”, ha detto Zanonato che ha anche spiegato che si sta lavorando su una serie di semplificazioni, dal Sistri al tipo di controlli legati alla ‘Robin tax’.

Un nuovo attacco alle rinnovabili, anche questo, come altri, piuttosto improvvisato (o concordato con i potenti dell’energia?). Un modo di procedere che va ad intaccare diritti acquisiti, mentre molti altri privilegi in questo paese, particolarmente iniqui, restano intoccabili. Sarà poi interessante sentire il parere del sistema finanziario che ha prestato diversi miliardi di euro a chi ha realizzato in questi anni gli impianti e che prevedeva un piano di rientro certo.

E per finire, quei pochi investitori stranieri che restano, certificheranno una volta per tutte che in Italia è veramente impossibile investire. Un 78° posto ben meritato per l’Italia nella classifica OCSE per capacità di attrazione degli investimenti dall’estero. Il fatto grave, però, è che ora neanche più gli imprenditori italiani credono in questo sistema Italia.

ADV
×