Giappone verso l’abbandono dell’atomo. È già boom rinnovabili

Il premier giapponese ha annunciato l'uscita dal nucleare entro il 2030, lasciando aperto il dibattito sulla riapertura immediata delle centrali ferme. Ma intanto le rinnovabili con i nuovi incentivi sono partite alla grande: nel primo mese oltre mezzo GW di progetti. Per il fotovoltaico si stima un mercato da 7 GW/anno fino al 2016.

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La conferma del Governo giapponese è arrivata: il Giappone abbandonerà definitivamente il nucleare entro il 2030, triplicherà il contributo delle rinnovabili fino a portarlo al 30% del suo mix energetico e ridurrà i consumi del 10% rispetto ai livelli del 2010. Solo un anno fa, prima del disastro di Fukushima, puntava a soddisfare con l’atomo oltre metà del fabbisogno elettrico.

Un annuncio che non entusiasma chi voleva l’uscita immediata dal nucleare: la deadline del 2030, troppo a lungo termine, lascia aperto l’interrogativo sulla rimessa in moto delle centrali ferme. Al momento ne sono tornate in funzione solo 2 su 50. Chiudere immediatamente con l’atomo, stima il Governo, costerebbe al Paese 40 miliardi di dollari all’anno in più di importazioni di combustibili fossili rispetto al periodo pre-Fukushima, ma la volontà popolare è chiara: dopo il disastro vuole liberarsi delle centrali al più presto e inoltre quest’anno si potrebbe andare al voto.

Dentro questa situazione va detto che per l’energia pulita invece tira decisamente una buona aria. In qualche mese le nuove e generose tariffe incentivanti per le rinnovabili, in vigore dal primo luglio (vedi Qualenergia.it), hanno attirato investimenti per oltre 2 miliardi di dollari, riporta Reuter, e le stime governative sono che da qui al 2030 si investano circa 640 miliardi di $ nell’energia pulita. Nel primo mese dei nuovi incentivi quasi 33.700 tra aziende e privati si sono registrati come produttori di energia rinnovabile con progetti per 567 MW, dicono i dati del Ministero per l’Economia giapponese.

Aziende con attività ben radicate in altri settori si sono lanciate nel settore delle rinnovabili, come la compagnia di telefonia mobile Softbank che entro il 2015 vuole realizzare 10 parchi solari per un totale di 182,2 MW e uno eolico da 48 MW. Kyushu Electric Power, uno dei monopolisti regionali che secondo lo schema sono obbligati ad acquistare a tariffe maggiorate l’energia da fonti pulite, spiega di aver ricevuto al 31 agosto proposte di vendita per 830 MW di potenza da rinnovabili: la stessa potenza del suo reattore nucleare di Sendai, attualmente fermo.

Altri numeri molto promettenti vengono poi dall’ultimo report di GTM Research sul fotovoltaico. GTM stima un mercato nipponico del FV che potrebbe arrivare fino a 7 GW di nuove installazioni all’anno fino al 2016 (grafico sotto). Una crescita, si legge, che sarà caratterizzata dallo spostamento da installazioni residenziali a quelle su scala commerciale o di utility. Un mercato che potrebbe lasciare maggiore spazio di azione anche alle aziende straniere.

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