Referendum nucleare. Maroni: no accorpamento ad amministrative

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Il ministro dell'interno Maroni propone che per i refererendum si voti il 12 giugno, evitando così l'accorpamento con le amministrative. Una scelta che farà sprecare diverse centinaia di milioni di denaro pubblico e che renderà più difficile raggiungere il quorum su nucleare, acqua e legittimo impedimento.

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Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, non vuole che per il referendum sul nucleare si voti lo stesso giorno che per le amministrative. Oggi ha dichiarato di voler proporre “domenica 12 giugnoescludendo l’accorpamento con le amministrative, fissate per il 15/16 maggio (primo turno) e il 29/30 maggio (secondo turno).

Nelle stessa data, del referendum sul nucleare è previsto anche il referendum sull’acqua e sul cosiddetto legittimo impedimento del Premier.

Difficile non avere il sospetto che dietro la scelta ci sia l’intenzione di rendere più difficile il raggiungimento del quorum. “Dire di no ad un voto lo stesso giorno, il 15 di maggio, per amministrative e referendum significa buttare dalla finestra almeno 300 milioni di euro” ha inoltra precisato il capogruppo del Pd a Montecitorio, Dario Franceschini.

Una petizione per chiedere che amministrative e referendum vengano accorpate è stata lanciata da Greenpeace. “Tra il 15 aprile e il 15 giugno ci sarà il referendum che potrà fermare il ritorno del nucleare in Italia – spiega l’associazione – chiediamo al Ministro dell’Interno On. Roberto Maroni di accorpare l’appuntamento referendario con le elezioni amministrative che si terranno in molte città a maggio. Per due motivi: facilitare la partecipazione democratica al referendum e risparmiare soldi pubblici per 400 milioni di euro. Con 400 milioni di euro si potrebbero installare impianti eolici per dare energia a circa 200.000 famiglie italiane. Chiedi al Ministro Maroni di votare a maggio, favorendo la partecipazione democratica e risparmiando soldi pubblici.”

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