Si è tentato di dare una risposta nell’ambito Ecohouse 2010, la serie di conferenze dedicata al green building tenute all’interno di Zeremission 2010, la fiera su efficienza ed energie pulite in corso a Roma. A dare un’idea di come sta cambiando il settore ci sono i dati raccolti da Anit, l’associazione nazionale per l’isolamento termico ed acustico. Sono i risultati di un sondaggio condotto su 5mila operatori del settore associati Anit, che mostra una realtà a due facce. Le soluzioni per la riduzione dei consumi – dall’uso di vetri basso emissivi al cappotto esterno – cominciano ad essere molto diffuse in edilizia anche se un certo tradizionalismo frena ancora la penetrazione delle tecnologie più innovative.
Gli obblighi normativi, invece, sono ancora troppo ignorati o non rispettati. I contenuti del Dpr 59/09 (che attua gli obblighi in materia di efficienza energetica degli edifici, vedi sintesi, pdf) sono conosciuti solo dal 81% degli operatori intervistati nel Nord del paese e dal 67% al Sud e, cosa più grave, il 12% al Nord e il 21% al Sud dichiara di conoscere la norma ma di non applicarla. “Il problema è nei Comuni che non la fanno rispettare”, commenta l’ingegner Valeria Erba di Anit.
Sembra invece aver ben capito le opportunità economiche del settore il mondo delle banche, qui rappresentato da Intesa San Paolo. Molti i prodotti finanziari ad hoc sia per i privati che vogliano eseguire interventi di efficienza energetica nelle proprie abitazioni o dotarsi di impianti a rinnovabili che per imprese edili che realizzino costruzioni secondo determinati standard di efficienza. “Per i privati – spiega la delegata della banca – i tassi di interesse scontati derivano dal fatto che si tratta di investimenti a basso rischio e con ritorni certi, mentre chi costruisce con determinati criteri è favorito per la maggior facilità con cui gli edifici efficienti vengono poi venduti”.
Per l’economia italiana il settore dell’edilizia nel suo complesso è fondamentale (9,8% del Pil) ma le prospettive non sono buone: Ance (l’associazione dei costruttori) prevede una flessione del giro d’affari del 7,1% dal 2009 al 2010 e l’Unione Europea parla di un meno 2,7%: in questo contesto spiegano da Intesa San Paolo, sarà in controtendenza, anche grazie agli incentivi statali, l’edilizia energeticamente efficiente e la riqualificazione del patrimonio esistente.