Le criticità dell’auto elettrica in Europa

Alimentare le auto con elettricità da rinnovabili è l'opzione più verde, ma l'attuale legislazione europea potrebbe produrre portare a notevoli distorsioni economiche e ambientali e inoltre se questa domanda aggiuntiva di elettricità venisse da carbone o da nucleare le emissioni aumenterebbero. Un rapporto valuta l'impatto dell'introduzione dei veicoli elettrici e le politiche da prendere in considerazione per ridurlo al massimo.

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Mettere sulla strada le automobili elettriche potrebbe far aumentare le emissioni di CO2, a meno che non siano alimentate a energia rinnovabile. E’ quanto si afferma nel report “Energia verde per le auto elettriche” (vedi in allegato), elaborato da CE Delft e commissionato da Greenpeace, Friends of the Earth Europe e Transport & Environment. L’obiettivo del documento è di analizzare l’impatto dei veicoli elettrici nell’Unione Europea sulla produzione di elettricità e sulle emissioni CO2, ma anche di valutare quali dovrebbero essere i cambiamenti nelle politiche al fine di massimizzare la riduzione delle emissioni di gas serra con l’introduzione dei veicoli elettrici.

Il report è stato presentato proprio in coincidenza con la riunione informale dei ministri europei dell’Industria (9 febbraio) a San Sebastian, in Spagna, dove c’è stato l’annuncio di una prossima azione dell’Unione Europea per le auto elettriche. Nell’occasione gli Stati membri hanno determinato che la Commissione europea dovrà presentare a breve una strategia comune e coordinata, che verrà poi discussa il prossimo maggio.

Nonostante questa sia una novità positiva, anche per la minaccia sempre più seria di essere ormai nella fase del picco del petrolio, per non parlare dell’insostenibilità, almeno per ora, dell’impiego su larga scala dei biocarburanti, va detto che esistono non poche criticità per questa soluzione al trasporto privato.
“Le automobili elettriche sono un importante strumento per la transizione verso un modello di trasporto sostenibile – ha detto Andrea Lepore, responsabile della campagna Clima di Greenpeace – ma il loro sviluppo deve essere accompagnato da un adeguato impegno per garantire la loro alimentazione con energie rinnovabili”.

Secondo il rapporto, va cambiata innanzitutto la normativa europea in materia di emissioni dalle automobili perché inadatta: l’attuale meccanismo dei ‘super crediti’ consente infatti ai produttori di usare la vendita di veicoli elettrici per compensare la continua produzione di automobili a elevate emissioni. Per ogni auto elettrica venduta, sostiene il rapporto, i costruttori possono vendere 3,5 veicoli ad alta emissione senza conteggiarli ai fini del calcolo delle emissioni di CO2 della loro flotta. Si valuta allora che un aumento del 10% nelle vendite di auto elettriche potrebbe portare in Europa a un aumento complessivo del 20% delle emissioni di CO2 nel settore automobilistico. Per questo le organizzazioni ambientaliste chiedono che i ‘super-crediti’ siano eliminati nelle attuali e future normative sulle emissioni di CO2, a partire da quella, ora in discussione, per la regolamentazione delle emissioni dei furgoni.

Come è ovvio, le emissioni di gas serra dai veicoli elettrici dipendono dal tipo di elettricità che consumano: se alimentati da rinnovabili, avranno un impatto virtualmente nullo, ma se vengono alimentati con elettricità da carbone le emissioni complessive possono risultare uguali o superiori rispetto a quelle di un equivalente motore a combustione interna.
Si stima che la domanda addizionale di elettricità per coprire i consumi dei futuri veicoli elettrici sia relativamente bassa. Se vi fossero in circolazione nell’UE 30 milioni di veicoli elettrici o ibridi plug-in, l’aumento della domanda di elettricità sarebbe solo del 3% rispetto a quella attuale. Ma senza una gestione di questa domanda aggiuntiva di elettricità ogni aumento dei consumi elettrici potrebbe semplicemente significare un aumento della produzione da combustibili fossili o nucleare.

“Veicoli elettrici non intelligenti collegati a una rete elettrica non intelligente – afferma Andrea Lepore – aumenterebbero solo la domanda di carbone e di energia nucleare e ci spingerebbero lontani da un futuro energetico sostenibile”.

Secondo lo studio di CE Delft tutte le auto elettriche vendute sul mercato europeo dovranno essere dotate dei cosiddetti ‘contatori intelligenti’, strumenti che consentono ai veicoli di essere in carica solo quando sono disponibili eccedenze di energia, per lo più da fonti rinnovabili. E’ quindi necessaria una standardizzate di queste soluzioni e che il loro uso sia reso obbligatorio dalla legislazione europea. La standardizzazione e compatibilità di questa tecnologia, oltre che la capacità delle reti elettriche e delle auto elettriche di scambiarsi informazioni, garantirà che i veicoli elettrici possano ricaricarsi ovunque nel nostro continente.

Infine, gli Stati membri dell’UE dovrebbero monitorare e presentare le stime della quota di fonti rinnovabili effettivamente usata nei trasporti, per garantire il raggiungimento dell’obiettivo del 10% di fonti rinnovabili nel settore come indicato dalla direttiva, non solo quindi con biocarburanti ma anche le rinnovabili elettriche.


Nota: Vedi anche sintesi in italiano del report a cura di Greenpeace Italia.

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