Biomassa sottostimata

  • 21 Settembre 2007

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Le biomasse, fonte rinnovabile strategica per il raggiungimento degli obiettivi UE al 2020. Le idee e le proposte della Fiper, la Federazione italiana Produttori Energie Rinnovabili, in merito al position paper del Governo

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Il 10 settembre il Comitato Interministeriale Affari Comunitari Europei ha approvato il position paper italiano sui target al 2020 (il cosiddetto 20-20-20 sulle percentuali per rinnovabili, risparmio e taglio delle emissioni a cui si aggiunge il 10% di biocarburanti) presentato dal Ministro Bersani e che propone, tra gli altri, l’innalzamento del potenziale delle biomasse ad uso termico, stimate a 9,32 Mtep.

Secondo il documento presentato lo scorso 26 luglio agli operatori del settore ambiente ed energia, tra cui la Fiper, la quota di biomasse ad uso termico era indicata in 5,78 Mtep.
La fiducia data alle biomasse per uso termico ci fa naturalmente ben sperare, ma pensiamo che i numeri siano ancora sottostimati rispetto alle reali potenzialità di questa fonte energetica rinnovabile di cui i boschi italiani dispongono.
In Italia il grado di accessibilità ai boschi è ancora molto basso: ipotizzando un aumento delle operazioni di pulizia del bosco sarebbe possibile destinare ad uso energetico circa 15 milioni di metri cubi che corrispondono ad un potenziale energetico di circa 3 Mtep.
Da sempre la Fiper promuove l’importanza dell’utilizzo delle biomasse vergini quale fonte principale per la produzione di calore ed eventualmente anche di energia elettrica in rapporto però al calore necessario e utilizzato. Si ritiene che la massima efficienza per l’utilizzo di biomassa sia la produzione d’energia termica o, meglio ancora, energia termica ed energia elettrica (cogenerazione), ove però l’energia elettrica sia prodotta in stretto rapporto alla quantità di calore utilizzabile.

Come Fiper chiediamo che ogni ulteriore decisione nel settore delle fonti rinnovabili ai fini energetici (biomasse-biogas) sia adottata di concerto tra i vari Ministeri competenti e che non si parli sempre e solo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, ma anche di calore. Questo anche alla luce delle recenti disposizioni governative per far fronte alle possibili carenze nell’offerta di gas che prevedono contributi monetari da parte di utenze civili o industriali: gli utenti allacciati agli impianti Fiper negli ultimi anni non hanno visto aumentare la propria bolletta così come non sono mai rimasti al freddo.
La Fiper chiede che si lavori per costruire una corretta politica agro-energetica in grado di dare un impulso reale al settore, sia a livello nazionale che locale. Il primo passo da compiere è costruire una regolamentazione normativa specifica, a partire dai certificati verdi e dai titoli di efficienza energetica espressamente dedicati alla produzione di energia rinnovabile da fonte agricola. La filiera potrebbe essere avviata re-indirizzando i finanziamenti destinati al settore agricolo verso l’utilizzo di biomasse vergini coltivate a tale scopo (pioppeti, saliceti o altro): si prevede che l’intervento di Short Rotation Forestry possa portare alla produzione di 500 quintali di biomassa per ettaro all’anno con umidità al 50%.

In qualità di rappresentanti della filiera legno-energia la Fiper è a disposizione per continuare il confronto con il Governo su questi temi, tenendo conto della necessità di apportare i dovuti approfondimenti alla tematica delle produzioni bio-energetiche (biomasse-biogas) nell’ambito del Piano Nazionale. Va segnalato che nel documento non si fa riferimento alla produzione di biogas di origine agricola, ritenuto ormai da tempo un’opportunità interessante nella produzione di energia rinnovabile e nella corretta gestione dei residui zootecnici”.

Walter Righini (Presidente Fiper)
Ufficio stampa Fiper: Lucia Navone

21 settembre 2007

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