Un Paese a zero emissioni

  • 12 Luglio 2007

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"Zerocarbonbritain", un rapporto con una visione rivoluzionaria del futuro energetico del Regno Unito. Soluzioni politiche efficaci e uso di tecnologie conosciute per ridurre a zero le emissioni al 2027

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Il Centre for Alternative Technology (CAT) ha pubblicato il rapporto “Zerocarbonbritain” che illustra la visione del futuro energetico del Regno Unito, individuando possibili soluzioni politiche per ridurre a zero le emissioni di anidride carbonica del Paese nell’arco di 20 anni, usando solo tecnologie conosciute e provate.
Nell’intento degli autori, il rapporto fornisce una soluzione integrata alle sfide poste dai cambiamenti climatici, dal picco del petrolio e dall’equità globale.

Siamo di fronte ad uno scenario energetico “spinto”, orientate verso l’efficienza e le fonti rinnovabili, ma, come dicono gli stessi autori, si tratta di un approccio radicale e pragmatico al tempo stesso che deve poter essere considerato pensabile e fattibile soprattutto dalla classe politica.
Infatti, gli stessi autori di “Zerocarbonbritain ritengono che il loro lavoro sia scientificamente necessario, socialmente possibile e tecnicamente fattibile.
John Houghton, ex co-presidente dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ed ex direttore generale del UK Met Office ha lodato l’immaginazione e il realismo presente nel rapporto, la visione integrata e il senso dell’emergenza dimostrato dagli autori, tutti aspetti che dovrebbero essere richiesti a coloro che devono affrontare la sfida dei cambiamenti climatici.

L’aspetto nuovo di questo scenario proposto dal CAT per il Regno Unito, paese che viene considerato “energeticamente obeso”, è la velocità nella riduzione delle emissioni di gas serra: la strategia, infatti, propone che entro il 2027 la Gran Bretagna richieda la metà dell’energia attualmente consumata. Un simile approccio era stato proposto nel 2000 dalla Royal Commission on Environmental Pollution, ma l’obiettivo era posto al 2050.

E’ interessante notare che per gli obiettivi da raggiungere si punti soprattutto sulle risorse offshore (vento ed energia dal mare) di cui è ricca la nazione. Non vengono contemplate la cattura e lo stoccaggio della CO2 e il nucleare; per quest’ultimo non si prevede alcuna costruzione di impianti e al 2027 questa energia si limiterà in quella prodotta nelle pochissime centrali ancora in attività.
Gli edifici ridurranno la loro domanda di energia termica del 50% e del 10% per quanto concerne l’elettricità. I nuovi edifici saranno a zero emissioni dal 2012. L’industria avrà in questo radicale processo di abbattimento delle emissioni un ruolo chiave: qui i consumi dovranno ridursi del 20% nei prossimi 20 anni, senza però esportare industrie inquinanti oltremare.
L’energia dei trasporti cambierà interamente a favore dell’elettrico ed è questo il mutamento più radicale nella domanda di beni di consumo e, di conseguenza, nella domanda energetica.

Il rapporto (114 pagine) è complesso e articolato e offre spunti molto interessanti anche per altri paesi. La visione altamente integrata, di questo nuovo sistema e modello energetico meriterebbe un’attenta valutazione da parte di tutti, addetti ai lavori e non.

LB

12 luglio 2007

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