Riduzione obbligatoria del 5% dei consumi elettrici nelle ore di picco dei prezzi; price cap di 180 euro/MWh per gli impianti infra-marginali; contributo di solidarietà a carico delle compagnie oil&gas. Nessuna decisione, invece, almeno fino al momento in cui scriviamo, sul tetto al prezzo del gas.
Questi gli esiti del Consiglio Ue Energia di oggi, venerdì 30 settembre, dove i ministri europei hanno raggiunto un accordo sul nuovo regolamento con le misure contro il caro bollette.
La proposta di regolamento “Intervento di emergenza per contrastare gli alti prezzi dell’energia” era stata presentata dalla Commissione Ue il 14 settembre.
Il price cap sul gas rimane quindi la questione più spinosa e difficile da affrontare, date le numerose divergenze tra gli Stati su come eventualmente applicare il tetto (solo sul gas russo, su tutte le transazioni?); si veda anche Cosa deciderà l’Europa sul tetto al prezzo del gas?
Per quanto riguarda il taglio dei consumi elettrici, il Consiglio ha approvato due obiettivi:
- uno volontario: riduzione complessiva del 10% del consumo lordo di elettricità;
- uno vincolante: riduzione del 5% della domanda nelle ore di picco.
I singoli Stati membri dovranno individuare le fasce orarie di picco, pari al 10% delle ore totali, per il periodo dicembre 2022-marzo 2023, durante le quali applicare le riduzioni obbligatorie della domanda; potranno scegliere liberamente le iniziative specifiche volte a conseguire entrambi gli obiettivi.
Via libera anche alla proposta di fissare un tetto di 180 euro/MWh ai ricavi degli impianti cosiddetti infra-marginali. Sono gli impianti con bassi costi operativi, come rinnovabili, nucleare e lignite, che in questi mesi hanno realizzato ricavi straordinari grazie alle regole del mercato, dove è principalmente il gas a stabilire il prezzo finale del MWh sulla borsa elettrica (con il meccanismo del prezzo marginale).
Secondo gli Stati membri, il livello del price cap consente di preservare la redditività degli operatori e di favorire nuovi investimenti nelle tecnologie pulite.
Ai singoli Paesi è lasciata libertà di scegliere come raccogliere e distribuire i proventi tra i consumatori vulnerabili (famiglie, imprese in difficoltà). Sono poi previste varie flessibilità, al contrario della proposta iniziale di Bruxelles che puntava su un approccio più uniforme.
Ad esempio, i governi nazionali potranno fissare massimali più elevati, adottare altre misure volte a limitare i ricavi degli operatori sul mercato, applicare cap differenziati per tecnologie.
Il Consiglio Ue ha anche approvato il contributo di solidarietà, obbligatorio e temporaneo, sui profitti extra delle società del comparto oil& gas. Il contributo sarà calcolato sugli utili tassabili che sono sopra un incremento del 20% degli utili medi annuali dal 2018.
Infine, i ministri hanno dato luce verde alla possibilità, per gli Stati membri, di stabilire temporaneamente prezzi scontati per le forniture di energia elettrica alle piccole e medie imprese, in modo da aiutarle a stare sul mercato.
Il regolamento sarà adottato ufficialmente con procedura scritta a inizio ottobre, per poi essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale europea.
Le nuove misure di emergenza saranno valide dal 1° dicembre 2022 al 31 dicembre 2023; i target di riduzione dei consumi elettrici si applicheranno fino al 31 marzo 2023, mentre il cap sui ricavi degli infra-marginali rimarrà in vigore fino al 30 giugno 2023.