La Germania taglia la burocrazia per accelerare l’approvazione e la costruzione delle infrastrutture, comprese quelle energetiche.
Reti elettriche, fonti rinnovabili, oltre a ferrovie, strade e altri progetti: fa tutto parte del pacchetto di più di cento misure – molte delle quali riguardano l’immigrazione e le relative politiche – concordato dal governo federale, guidato dal cancelliere Olaf Scholz, con i capi di governo dei 16 Stati federati.
Molte cose in Germania sono attualmente troppo lente e troppo burocratiche, evidenzia una nota del governo; le procedure di pianificazione e approvazione devono essere notevolmente accelerate, in modo da consentire alla Germania di rimanere competitiva, si sottolinea.
Il patto federale, tra le altre cose, punta a digitalizzare le procedure nei vari livelli amministrativi per accorciare le scadenze e permettere agli operatori di sviluppare i progetti con tempi certi, grazie all’introduzione di tempi-limite entro cui completare le autorizzazioni.
L’obiettivo, prosegue la nota, è realizzare un’infrastruttura ad alte prestazioni con strade moderne, ponti, ferrovie e un’infrastruttura energetica ben sviluppata con reti per la fornitura di elettricità e calore.
Tra i punti più importanti c’è la volontà di accelerare le autorizzazioni per gli impianti eolici.
In particolare, gli interventi di repowering con potenziamenti e sostituzioni di turbine, non avranno bisogno di nuovi permessi, semplificando notevolmente il permitting per questo tipo di lavori.
Sarà anche creato un database con tutte le informazioni sui singoli progetti da autorizzare e un registro dei dati ambientali, al fine di semplificare e velocizzare le valutazioni.
Un altro aspetto rilevante è che il governo dovrebbe creare la possibilità giuridica di avviare i lavori di costruzione prima che siano prese alcune delle decisioni amministrative ora necessarie, con la presentazione e verifica successiva di determinati documenti.
Tutte queste novità hanno preoccupato gli ambientalisti, temendo che l’accelerazione delle procedure possa comportare una minore attenzione per la tutela degli ecosistemi e la protezione della natura.
Steffi Lemke e Robert Habeck, rispettivamente ministra dell’Ambiente e ministro dell’Economia e del Clima (entrambi dei Verdi), hanno assicurato che lavoreranno per far sì che il pacchetto di riforma non sia in contrasto con gli standard ambientali e l’azione climatica.