Il rischio contenziosi sul Superbonus

Le preoccupazioni sulla retroattività del Dl al Senato in un webinar Confedilizia. L’Ufficio parlamentare di bilancio: “Pesante eredità per il futuro”.

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È un invito a procedere con lungimiranza quello che emerge da un webinar organizzato da Confedilizia oggi (19 aprile) per discutere nel dettaglio dei profili critici del DL Superbonus.

Il rischio, secondo la Confederazione, è di essere alla vigilia di una grande stagione di contenziosi su diversi aspetti della normativa che si stanno delineando.

L’elemento potenzialmente più problematico potrebbe essere il comma 5 dell’art. 1, sul quale c’è “un dubbio di retroattività”, come evidenziato da Francesco Veroi, responsabile del Coordinamento tributario della Confedilizia.

La misura “può spiazzare molti cantieri già avviati” poiché delega la fruizione delle agevolazioni per i soggetti compresi nel perimetro delle deroghe dalla precedente normativa alla fatturazione di lavori (anche parziali) entro il 16 febbraio 2023.

L’articolo 3, invece, richiede un’informativa preventiva sugli importi di spesa 2024 e 2025 per chi non ha ultimato i lavori al termine dello scorso anno, “prevedendo sanzioni gravose in caso di omissione della comunicazione”. Il problema sta nel fatto che al momento non si distingue tra “mancata comunicazione e comunicazione erronea”.

Pier Paolo Bosso, presidente Confedilizia Piemonte e Valle d’Aosta, ha infine sottolineato come la normativa sui bonus edilizi sia “tecnica, complessa e difficile anche per gli operatori del settore: fiscalisti, legali; figuriamoci per gli amministratori di condominio”.

Proprio tra proprietari di immobili, inquilini e amministratori degli stabili Bosso individua un anello debole della catena, non solo perché quello che più di altri subisce i danni diretti e collaterali dell’evoluzione normativa ma anche per potenziali problematiche nate all’origine dei progetti.

Da un lato c’è chi “ha finito i lavori e dovrebbe stare tranquillo, con le pratiche fiscali fatte, ma così non è perché bisogna ragionare sui controlli che nei prossimi anni farà l’Agenzia delle entrate”. In alcuni casi possono esserci state “procedure deficitarie di alcuni aspetti che potranno essere contestate” ma “eventuali interventi correttivi possono essere fatti prima dei controlli”.

Di contro ci sono “alcune decine di miglia di cantieri” partiti e non ultimati al 31 dicembre 2023. In questo caso possono generarsi contenziosi su “riduzione dei bonus, abolizione di sconto in fattura e cessione del credito”.

Le indicazioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio

Sempre di oggi le considerazioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio sul Dl Superbonus (inviate come memoria alla commissione Finanze del Senato) che confermano alcuni orientamenti dati dal Mef sul possibile futuro per gli incentivi edilizi.

“Dall’esperienza del Superbonus occorre trarre insegnamento per il disegno di future agevolazioni”, scrive l’Upb.

L’aliquota dell’agevolazione dovrebbe essere fissata a un livello tale da incentivare un comportamento ritenuto meritevole, senza porre a totale carico dello Stato l’onere della spesa: la compartecipazione alla spesa aiuta infatti a limitare i comportamenti opportunistici”, di cui aveva parlato proprio il Mef.

“Nella determinazione del livello dell’aliquota si dovrebbe poi tenere conto del recupero del costo iniziale dell’investimento che sarà assicurato nel tempo dal risparmio energetico prodotto dall’efficientamento”.

Inoltre, “l’agevolazione dovrebbe essere selettiva con riguardo sia alle attività incentivate sia ai beneficiari. Nel caso del Superbonus sarebbe stato possibile condizionare meglio il riconoscimento delle agevolazioni agli interventi che garantiscono il maggiore risparmio energetico a parità di risorse impiegate, andando così in direzione dei nuovi obiettivi europei in materia green. La possibilità di optare per lo sconto in fattura e il credito di imposta cedibile è stata riconosciuta alla generalità dei contribuenti anziché limitarla a coloro che avrebbero avuto problemi di capienza fiscale e vincoli di liquidità per anticipare le spese”.

Infine, “è necessario sottoporre le agevolazioni ad autorizzazioni preventive, laddove invece l’automatismo del riconoscimento del Superbonus e di altri bonus edilizi ha reso e continuerebbe a rendere alto il rischio che la misura produca effetti superiori alle attese”.

In prospettiva, dunque, “andrebbe valutata l’opportunità di sostituire un’agevolazione come quella attuale con un trasferimento monetario (contributo diretto alla spesa), modulato in base alla condizione economica del nucleo familiare e alla classe energetica dell’edificio, sottoposto ad autorizzazioni preventive e soggetto a un limite di spesa, o con prestiti agevolati”.

Misura a cui affiancare subito “un sistema di monitoraggio in itinere ed ex post”.

L’Upb riporta alcuni dati di consuntivo per sottolineare come “la differenza tra i risultati e le attese” sia stata “macroscopica, non ha precedenti”.

Il Superbonus ha richiesto un esborso di circa 170 miliardi di euro tra 2020 e 2023 e incide sul debito pubblico per l’equivalente dello 0,5% annuo di Pil tra 2021 e 2023 e per l’1,8% tra 2024 e 2026.

In conclusione, secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, “il superbonus, insieme al bonus facciate e, in misura minore, agli incentivi alle imprese Transizione 4.0, hanno inciso marcatamente sui conti pubblici degli ultimi anni lasciando una pesante eredità sul futuro”.

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