L’Italia resta lontana dal sentiero scelto nel 2015 quando si è impegnata ad attuare l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e l’accordo di Parigi per la lotta al cambiamento climatico. È quanto emerge dal rapporto ASviS 2019, presentato oggi a Roma (allegato in basso).
Il rapporto dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, giunto alla quarta edizione, analizza l’avanzamento del nostro Paese verso il raggiungimento dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu (Sustainable development goals– SDGs).
Grazie al contributo di 600 esperti di oltre 220 organizzazioni aderenti all’ASviS, il documento fornisce un quadro delle iniziative messe in campo nel mondo, in Europa e in Italia a favore dello sviluppo sostenibile, valuta le politiche realizzate negli ultimi dodici mesi e avanza proposte per accelerare il percorso del nostro Paese verso l’attuazione dell’Agenda 2030.
A soli 11 anni dalla scadenza fissata dal piano d’azione delle Nazioni Unite, firmato da 193 Paesi, Italia compresa, è necessario modificare significativamente le politiche pubbliche, nazionali ed europee, le strategie aziendali e i comportamenti individuali. L’urgenza è anche dettata dal fatto che 21 dei 169 Target in cui si articolano gli Obiettivi di sviluppo sostenibile prevedono obblighi riferiti al 2020 e che su buona parte di essi l’Italia è in grave ritardo.
Nel suo percorso verso i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 l’Italia migliora in alcuni campi – segnala il rapporto – come salute, uguaglianza di genere, condizione economica e occupazionale, innovazione, diseguaglianze, condizioni delle città, modelli sostenibili di produzione e consumo, qualità della governance e cooperazione internazionale.
Il nostro Paese, però, peggiora in altri settori, come povertà, alimentazione e agricoltura sostenibile, acqua e strutture igienico sanitarie, sistema energetico, condizioni dei mari ed ecosistemi terrestri.
Lo status dell’Italia è “stabile” per l’educazione e la lotta al cambiamento climatico.
Tuttavia si riscontrano evidenti ritardi in settori cruciali per la transizione verso un modello che sia sostenibile sul piano economico, sociale e ambientale, e fortissime restano le diseguaglianze, comprese quelle territoriali.
L’Italia non è sola in questo difficile percorso, come documentato durante la recente Assemblea Generale delle Nazioni Unite: le misure adottate dai singoli governi, dal settore privato e dalle organizzazioni internazionali non appaiono essere all’altezza della sfida.
Tra le proposte avanzate dall’ASviS ci sono l’inserimento in Costituzione del principio dello sviluppo sostenibile, l’avvio di un’Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile, l’uso dell’Agenda 2030 per ridisegnare il funzionamento del sistema socio-economico, la valutazione dell’impatto economico-sociale-ambientale dei provvedimenti legislativi, il taglio dei sussidi dannosi all’ambiente.
Il portavoce dell’ASviS Enrico Giovannini – ha spiegato che l’Italia deve prepararsi adeguatamente per poter beneficiare delle risorse che l’Unione europea investirà nella direzione della sostenibilità. “È per questo che chiediamo con urgenza una legge annuale per lo sviluppo sostenibile, politiche integrate e azioni concrete a partire dalla prossima Legge di Bilancio”, ha detto.
Nello specifico, sul piano nazionale, l’ASviS raccomanda che il presidente del Consiglio invii ai ministri un atto di indirizzo che indichi la loro responsabilità per conseguire gli SDGs; rafforzi il ruolo della cabina di regia “Benessere Italia” costituita a Palazzo Chigi.
Si chiede inoltre che il Governo promuova presso il Parlamento la dichiarazione di “Stato di emergenza climatica”, come già fatto da alcune Regioni e città. E inltre:
- aggiorni la Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile e presenti un rapporto sul suo stato di attuazione;
- trasformi il CIPE in Comitato Interministeriale per lo Sviluppo Sostenibile per orientare a tale scopo tutti gli investimenti pubblici;
- individui politiche per conseguire i 21 Target in scadenza nel 2020;
- prepari una legge annuale sullo sviluppo sostenibile, che intervenga sulla normativa con un’ottica sistemica;
- realizzi un vasto piano di informazione e comunicazione sul tema dello sviluppo sostenibile diretto all’intera popolazione.
Roberto Fico, presidente della Camera, intervenuto nel convegno di presentazione del report, ha indicato come fondamentale per il prossimo quinquennio uno European Green Deal per rendere l’Unione ad impatto climatico zero entro il 2050.
Ma per fare una transizione equa e controllata verso un’economia a impatto zero, servono misure concrete capaci di rendere l’Europa leader mondiale nell’economia circolare e nelle tecnologie pulite. “Un processo che dovrà essere sostenuto da una strategia per la finanza verde e da un piano di investimenti per un’Europa sostenibile”, ha detto il presidente della Camera.
In Europa e in Italia c’è “carenza di investimenti, e se non la colmiamo non coglieremo i target di sostenibilità. Investimenti che devono crescere, pubblici e privati, e che vanno indirizzati verso la sostenibilità ambientale e sociale” ha detto oggi Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia e Finanze.
“Si dovranno quindi usare tutti gli strumenti per mobilitare la massa maggiore di investimenti. Ad esempio abbiamo bisogno di una maggiore emissione di bond della BEI e che vengano acquistati dalla BCE“. Ha aggiunto che questa spinta espansiva deve essere sostenuta da una revisione delle regole del patto di Stabilità europeo, con misure che consentano di indirizzare verso la sostenibilità gli investimenti necessari anche a rilanciare economia europea.
Insomma, “non dobbiamo considerare gli interventi sostenibili come un capitolo ma integrarli nelle policy”, raccomanda Gualtieri.
A questo proposito il commissario europeo agli affari economici e monetari Paolo Gentiloni in un videomessaggio inviato durante la presentazione del Rapporto Asvis 2019 (vedi anche QualEnergia.it) ha dichiarato che “abbiamo l’obiettivo di investire oltre 1.000 miliardi in investimenti ambientali per un Europa più sostenibile”.
- Rapporto ASviS 2019 (pdf)
- Executive Summary rapporto ASviS 2019 (pdf)
- Video del convegno (dal min. 53 in poi)