Come si muoverà su energia e clima la nuova Commissione europea?
Maggiori dettagli sulle misure proposte dalla squadra formata da Ursula von der Leyen stanno emergendo dalle audizioni dei commissari Ue designati.
I membri della commissione competente dell’Europarlamento, in particolare, hanno appena ascoltato il commissario designato all’Economia, Paolo Gentiloni, che nel suo discorso ha toccato alcuni temi fondamentali per il futuro della politica energetica dei vari paesi.
Difatti, Gentiloni ha dichiarato che intende allineare la direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici agli obiettivi ambientali (vedi qui i punti discussi a metà settembre nel vertice Ecofin).
Nelle risposte scritte inviate agli europarlamentari prima dell’audizione (documento allegato in basso), più in dettaglio, si legge che quella direttiva, secondo Gentiloni, (neretti nostri in tutte le citazioni) “non ha tenuto il passo con i numerosi sviluppi a livello internazionale e dell’Ue nel settore dell’efficienza energetica e dei cambiamenti climatici”.
Gentiloni ha parlato anche di come potenziare il mercato ETS (Emissions Trading Scheme).
“Un sistema Ue di scambio delle quote di emissione più ambizioso, finalizzato a raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, dovrebbe essere integrato da misure per evitare la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e garantire il vantaggio competitivo dell’Unione”, evidenzia il documento inviato dal commissario designato ai membri della commissione parlamentare sugli affari economici.
Di conseguenza, Gentiloni è favorevole a introdurre un’imposta sul carbonio alle frontiere, che “dovrà essere accuratamente studiata per esercitare una pressione politica che spinga anche i più restii a prendere le misure necessarie, affinché le imprese dell’Ue possano competere in condizioni di parità e nel pieno rispetto delle norme dell’Organizzazione mondiale del commercio”.
Mentre l’audizione di Gentiloni ha riscosso una generale approvazione, la commissaria designata all’energia, l’estone Kadri Simson, non è riuscita a convincere del tutto alcune forze politiche, soprattutto quelle ambientaliste, che si aspettavano una bocciatura più netta per i nuovi investimenti in fonti fossili, compreso il gas naturale.
Invece, nelle risposte scritte inviate agli europarlamentari prima dell’audizione (testo allegato in basso), Simson ha anche affermato che per garantire la sicurezza energetica dell’Ue (neretti nostri) “servirà un ulteriore potenziamento della dimensione esterna dell’Unione dell’energia e, in tale contesto, valuterò come diversificare le fonti di approvvigionamento di gas naturale a prezzi competitivi, segnatamente sfruttando il potenziale del gas naturale liquefatto”.
Da citare infine la proposta del commissario candidato all’Ambiente, Virginijus Sinkevicius, di varare una norma Euro 7 per le auto con limiti ancora più severi alle emissioni inquinanti.