Nuove risorse per il settore automotive, ampliamento del piano Transizione 5.0 e un “non-paper” da presentare a Bruxelles sulle aziende a forte consumo di energia.
Sono gli annunci più importanti fatti dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso, nel presentare ieri (11 dicembre) il Libro verde del Made in Italy 2030 alle commissioni Attività produttive e Industria di Camera e Senato (video completo).
La politica industriale italiana vedrà quindi un potenziamento della Transizione 5.0: la Commissione europea, ha riferito Urso, ha autorizzato il Governo “ad allargare le maglie” di questa misura con “quattro modifiche importanti” che “tra poco” saranno illustrate alle aziende.
Il piano 5.0, ricordiamo, è un investimento previsto nella Missione 7 del capitolo REPowerEU del Pnrr per incentivare l’efficienza energetica dei processi produttivi, con un budget di 6,3 miliardi, che diventano 12,7 sommando i fondi Transizione 4.0. Ne possono beneficiare tutte le imprese per progetti negli anni 2024 e 2025 in strutture produttive in Italia.
Sono incentivabili le spese per beni materiali e immateriali nuovi, strumentali all’esercizio d’impresa, a condizione che portino a una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva di almeno il 3% o, in alternativa, di almeno il 5% se si considerano solo i processi interessati.
Sono anche agevolabili, solo se abbinati agli investimenti di cui sopra, gli impianti per autoproduzione di energia elettrica da rinnovabili, a eccezione delle biomasse, compresi i sistemi di accumulo.
Sul fronte automotive, invece, il ministro ha annunciato che martedì 17 dicembre avremo “il tavolo Stellantis in cui verosimilmente riusciremo, finalmente, a definire un Piano Italia assertivo che dimostri come il nostro Paese sia tornato centrale negli assetti di sviluppo industriale” dell’azienda.
“Al di là dell’intesa con Stellantis – ha aggiunto – abbiamo l’impegno di presentare le intenzioni del Governo. In quella sede riusciremo a dire che l’anno prossimo ci saranno risorse pari o superiori rispetto a quelle previste dal fondo automotive”.
Le risorse, ha precisato, andranno interamente “sul fronte dell’offerta”, perché “sul fronte della domanda [incentivi all’acquisto] è stato dimostrato che non stimolano le imprese a produrre”.
Ricordiamo che Urso, parlando al question time in Senato all’inizio di novembre, aveva precisato che la strada scelta dal Governo per sostenere l’automotive passa da un nuovo sportello dei contratti di sviluppo, finanziato con risorse del Pnrr, “dedicato alle filiere strategiche nazionali, includendo tra queste il settore auto”.
La dotazione finanziaria di 500 milioni euro, aveva aggiunto, “potrà essere integrata per far fronte alle esigenze del comparto nel prossimo biennio 2025-2026. Dal 2027, infatti, come previsto in legge di bilancio, è stato istituito un fondo strategico che consentirà di alimentare gli strumenti agevolativi con una dotazione complessiva di 24 miliardi nel periodo 2027-2036”.
Intanto la Manovra 2025 ha previsto un taglio consistente (4,5 mld in meno) alla dotazione finanziaria fino al 2030 del Fondo Automotive, suscitando forti critiche da parte di associazioni come Anfia e Motus-E.
Altro tema riguarda la competitività delle imprese con elevati consumi energetici.
Il Mimit punta a presentare e discutere in sede Ue un non-paper, un documento ufficioso di indirizzo (come già fatto a novembre per l’automotive a sostegno della neutralità tecnologica), in cui sarà proposta “la revisione necessaria delle regole del Cbam”, Carbon border adjustment mechanism, cioè il meccanismo di adeguamento della CO2 alle frontiere.
Non è poi mancato un rilancio dell’opzione nucleare.
Parlando di costi energetici, infatti, Urso ha dichiarato che “l’unico differenziale competitivo su cui ci dobbiamo confrontare con Francia e Germania è il costo dell’energia, ben sapendo che da qui a qualche decennio dovremo rinunciare al gas. Quali sono le fonti che consentiranno a noi e ai nostri figli di avere un costo dell’energia competitivo? A me sembra che l’unica fonte sia l’energia nucleare di nuova generazione”.