Gli aiuti al settore automobilistico saranno concentrati sul lato della produzione, mentre non ci saranno nuovi bonus per l’acquisto di veicoli green.
È il percorso tracciato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, parlando al question time in Senato giovedì 7 novembre.
“Gli incentivi destinati all’acquisto non hanno avuto effetti positivi sulla produzione. Dobbiamo prenderne atto e concentrare le risorse sugli investimenti. È finito il tempo dei bonus”, ha affermato Urso nel rispondere alle domande di Andrea Martella (Pd-Idp).
Se non ci saranno altri cambi di rotta, la strada scelta dal governo per sostenere l’automotive passa da un nuovo sportello dei contratti di sviluppo, finanziato con risorse del Pnrr, “dedicato alle filiere strategiche nazionali, includendo tra queste il settore auto”.
La dotazione finanziaria di 500 milioni euro, ha aggiunto Urso, “potrà essere integrata per far fronte alle esigenze del settore nel prossimo biennio 2025-2026. Dal 2027, infatti, come previsto in legge di bilancio, è stato istituito un fondo strategico che consentirà di alimentare gli strumenti agevolativi con una dotazione complessiva di 24 miliardi nel periodo 2027-2036”.
Ricordiamo che intanto la Manovra 2025 ha previsto un taglio consistente (4,5 mld in meno) alla dotazione finanziaria fino al 2030 del Fondo Automotive, suscitando forti critiche da parte di associazioni come Anfia e Motus-E.
Sempre al question time, Urso ha poi annunciato che il 14 novembre si riunirà il tavolo Stellantis: “ci attendiamo risposte concrete da parte dell’impresa sul destino degli stabilimenti italiani e dei lavoratori”, mentre “siamo impegnati a definire nuovi strumenti di sostegno alla componentistica, la vera forza del made in Italy, che auspichiamo di poter annunciare già in quell’occasione. Interverremo anche in legge di bilancio per incrementare le risorse destinate alla filiera e ai processi di riconversione produttiva”.
I dati diffusi dall’Anfia l’8 novembre (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) evidenziano il settimo calo consecutivo per l’indice della produzione industriale automotive italiana a settembre: -30% rispetto allo stesso mese del 2023, segnando una contrazione complessiva del 19,6% sui primi nove mesi del 2024.
La produzione italiana di sole autovetture – circa 25mila unità – è crollata del 50% a settembre in confronto allo stesso mese di un anno fa.
Gianmarco Giorda, direttore generale di Anfia, ha rimarcato che “desta forte preoccupazione il taglio di 4,6 miliardi di euro dal fondo automotive prospettato in Finanziaria, in quanto le risorse stanziate per il 2025-2030 erano finalizzate ad accompagnare la transizione del settore intervenendo non solo sul lato della domanda, ma anche dell’offerta, con l’obiettivo di supportare la filiera italiana”.
“Riteniamo quindi inspiegabile – ha concluso – che queste risorse siano state dirottate altrove […]. Auspichiamo che si possa porre rimedio già a partire dal tavolo Sviluppo Automotive convocato presso il Mimit per il 14 novembre, facendo in modo che il focus torni sulle politiche industriali per il settore”.