Energia e digitale, si può dividere la Transizione 5.0?

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La richiesta arriva dall’associazione delle imprese Ict, che vuole “incentivi disgiunti”. Intanto Confindustria punta anche al rilancio della Transizione 4.0.

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Il Piano transizione 5.0 sostiene il processo di trasformazione digitale ed energetica delle aziende, ma questa doppia anima potrebbe rappresentarne il limite.

A sostenerlo è l’Associazione italiana imprese Ict Assintel, per la quale “c’è bisogno che gli incentivi alla digitalizzazione siano disgiunti dal ritorno in termini di risparmio energetico”.

Questo sarebbe “il problema principale che non ha finora permesso al meccanismo di decollare”.

Secondo la presidente Assintel, Paola Generali, “il calcolo dei risparmi energetici, a cui sono vincolati gli incentivi, è difficoltoso e spesso disincentivante. Tant’è vero che sono state poche le adesioni finora raccolte dal piano. Ben vengano le semplificazioni proposte nel decreto Fiscale, ma secondo noi bisogna fare un passo ulteriore”.

Nello specifico, “quello di cui c’è veramente bisogno è spacchettare il piano, facendone due: un Transizione 5.0 per la digitalizzazione e un Transizione energetica 5.0, dividendo i fondi e massimizzando così l’efficacia”.

Non si tratta dell’unica voce a essersi alzata di recente. Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, ad esempio, è intervenuto sull’argomento la scorsa settimana, parlando all’assemblea di Confindustria Belluno Dolomiti.

Tra le richieste presentate da Viale dell’Astronomia al Mimit c’è l’intento di aumentare l’aliquota 5.0 rispetto a quella 4.0, per aumentare l’appeal della misura.

Inoltre, il Piano Transizione 4.0, in scadenza nel 2025, per Orsini deve essere comunque rilanciato e potenziato. Infine, si preme per la cumulabilità dei sostegni 5.0 con altre forme di incentivo.

A metà novembre alcune richieste di semplificazione dello strumento sono arrivate anche da Assolombarda, Cna e Confartigianato Imprese.

Correttivi che lo stesso ministro Adolfo Urso ha intenzione di accogliere attraverso un emendamento al Ddl di conversione in legge del decreto Fiscale, attualmente all’esame del Senato.

Tra gli emendamenti segnalati alla Camera per il Ddl Bilancio, infine, risulta anche il n. 74.0.20 di FI che introduce nel testo l’articolo 74-bis recante “semplificazione per l’accesso ai crediti d’imposta per investimenti in beni strumentali e per attività di ricerca, sviluppo e innovazione di cui ai Piani Transizione 4.0 e Transizione 5.0”.

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