Unione dell’Energia: emissioni Ue al -32%, bisogna accelerare

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La relazione annuale della Commissione europea mostra i risultati ottenuti con REPowerEU su sicurezza energetica e rinnovabili, ma mette in guardia dall'autocompiacimento.

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L’Ue ha ridotto la propria domanda di gas di oltre il 18% rispetto ai 5 anni precedenti, risparmiando circa 53 miliardi di metri cubi di gas. Il piano REPowerEU e una serie di misure legislative di emergenza hanno garantito che l’Europa sorpassasse la crisi. In vista dell’inverno 2023-2024, gli stoccaggi gas dell’Unione sono pieni al 98% e possiamo contare su approvvigionamenti diversificati e una domanda ridotta, grazie anche alla crescita delle rinnovabili.

Se gli effetti peggiori della crisi potrebbero essere superati, non vi è spazio per l’autocompiacimento: la sicurezza energetica va garantita nel tempo e abbiamo tantissimo da fare sulle Fer, che devono passare dal circa 22% di fine 2021 al 42,5-45% al 2030 stabilito dalla nuova direttiva.

Questo il messaggio che arriva dalla relazione sullo stato dell’Unione dell’Energia 2023, pubblicata ieri, 24 ottobre. Nel documento, la Commissione europea esamina la risposta dell’Ue alla crisi energetica degli ultimi due anni, valuta lo stato di avanzamento della transizione verde a livello nazionale, europeo e mondiale e definisce le sfide e le opportunità future.

Tanti i dati contenuti nella pubblicazione (in basso il documento e i vari allegati):

  • le emissioni nette di gas serra dell’Ue sono diminuite di circa il 3% nel 2022, raggiungendo una riduzione del 32,5% rispetto ai livelli del 1990;
  • sui combustibili fossili russi, l’Ue ha eliminato gradualmente le importazioni di carbone; ridotto del 90% quelle di petrolio e tagliato quelle di gas da 155 miliardi di metri cubi nel 2021 a circa 80 miliardi di m³ nel 2022 e a circa 40-45 miliardi di m³ nel 2023;
  • la domanda di gas dell’Ue, come detto, è scesa di oltre il 18% rispetto ai cinque anni precedenti, calando di circa 53 miliardi di m³ di gas;
  • gli stoccaggi gas sono stati riempiti al 95% della capacità prima dell’inverno 2022-2023 e oggi, alla vigilia dell’inverno, sono a più del 98%;
  • la piattaforma dell’Ue per gli acquisti condivisi ha organizzato tre cicli di aggregazione della domanda di gas, raccogliendo 44,75 miliardi di m³ di domanda e incrociandola con 52 miliardi di metri cubi di offerta;
  • i prezzi del gas hanno raggiunto un picco di 294/euro MWh nell’agosto 2022, ma sono scesi a una media di 44/euroMWh da gennaio a giugno 2023; prezzi dell’energia elettrica hanno raggiunto il picco a 474/euroMWh nell’agosto 2022 e sono scesi a una media di 107/euroMWh da gennaio a giugno 2023;
  • il 2022 è stato un anno record per la nuova capacità fotovoltaica (+41 GW), ossia il 60% in più rispetto al 2021 (+26 GW); la nuova potenza eolica a terra e in mare è stata superiore del 45% rispetto al 2021;
  • nel 2022 il 39% dell’energia elettrica è stato generato da rinnovabili e a maggio eolico e solare hanno superato le fossili per la prima volta nella produzione elettrica dell’Ue.

In questo contesto, la relazione ricorda i nuovi obiettivi 2030 delle direttive approvate: per le Fer raggiungere una quota minima del 42,5% sui consumi finali, puntando al 45%, e per l’efficienza energetica ridurre il consumo finale di energia dell’11,7%.

Il documento presenta anche la prima valutazione delle relazioni intermedie presentate dagli Stati membri sui Piani nazionali 2019 per l’energia e il clima (dedicheremo una notizia a parte alla scheda sull’Italia).

“Si può dire sin d’ora che occorre accelerare sensibilmente il passo”, leggiamo dalla relazione: la quota di rinnovabili sul consumo finale lordo di energia, come detto, era 21,8% nel 2021. Con un aumento medio annuo dello 0,67% dal 2010, il nuovo obiettivo Ue del 42,5% nel 2030 richiederà una crescita molto più rapida nei prossimi anni. Le emissioni di gas serra continuano a scendere ogni anno, ma il ritmo deve aumentare, e occorre quasi triplicare le riduzioni annuali per arrivare ai traguardi fissati per il 2030.

La relazione sullo stato dell’Unione dell’energia sottolinea poi l’importanza di rafforzare la competitività e la leadership industriale dell’Ue, completando la legislazione sul mercato elettrico, la normativa sull’industria a zero emissioni nette e quella sulle materie prime critiche in particolare.

Inoltre, si spiega, la Commissione collaborerà con gli Stati membri per riuscire quanto prima a ridurre gradualmente i sussidi ai combustibili fossili, “che sono tuttora un grosso ostacolo alla transizione verso l’energia pulita e un freno agli obiettivi climatici”.

I documenti:

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