Come dimezzare le importazioni di gas russo con efficienza e rinnovabili

Le proposte del think tank italiano Ecco per ridurre i consumi di combustibile fossile nei diversi settori, dalle abitazioni alle industrie, passando per i trasporti.

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Puntando su efficienza energetica, riduzione dei consumi e fonti rinnovabili, in Italia si potrebbe fare a meno del 50% circa delle importazioni attuali di gas dalla Russia.

È il think tank italiano Ecco a proporre la sua ricetta per risolvere la crisi energetica e ridurre la dipendenza dalle forniture di combustibili fossili, in primis da Mosca.

Nelle sue analisi, Ecco spiega che è possibile tagliare il consumo di gas di circa 15 miliardi di metri cubi, equivalente a un risparmio di 14,5 miliardi di euro/anno sulle importazioni russe a costi attuali, facendo leva sul pieno sfruttamento delle infrastrutture esistenti e su nuovi investimenti nelle tecnologie pulite.

La capacità complessiva di stoccaggio in Italia, evidenzia il thin tank in un documento, arriva a quasi 18 miliardi di metri cubi, pari alla metà delle importazioni russe medie degli ultimi 5 anni, mentre i gasdotti “non russi” di Passo Gries, Mazara del Vallo e Gela sono largamente sottoutilizzati (16%, 24% e 45% rispettivamente nell’anno termico 2019-2020, dati Arera) con una capacità aggregata annuale di trasporto di oltre 100 miliardi di metri cubi (cui vanno aggiunti 10 miliardi di metri cubi del gasdotto Tap).

Inoltre, il grado di utilizzo dei rigassificatori in Italia (Rovigo, Livorno e Panigaglia) ha ancora un margine di aumento di circa il 20% rispetto al 2020 e una capacità aggregata annuale disponibile di circa 20 miliardi di metri cubi.

Quindi, affermano gli analisti, “prima di invocare la corsa a nuove infrastrutture e nuovo gas, occorre dare massima priorità a tutte le alternative al gas e allo sfruttamento delle infrastrutture esistenti”, precisando poi che un incremento di gas nazionale “non rappresenta una soluzione né impattante né sostenibile” perché tale incremento, pari a 2 miliardi di metri cubi/anno previsto dal Governo, “corrisponde al 6% delle importazioni di gas russo, ha costi di estrazione molto più elevati e richiede un ingente intervento fiscale a carico di tutti per calmierare i prezzi”.

Allora è necessaria “una chiamata a un consumo responsabile di energia, a tutti i livelli e da parte di tutti, affiancata da una accelerazione delle rinnovabili”, mentre in parallelo “dovrà essere data priorità al dispiegamento delle infrastrutture elettriche abilitanti (reti elettriche, batterie, stoccaggi a pompaggio e flessibilità della domanda)”.

Di seguito le otto misure suggerite da Ecco:

  • risparmio sul riscaldamento: negli usi civili la riduzione di 2 °C delle temperature, quale misura per fronteggiare una situazione di emergenza, unita alla riduzione degli sprechi e a soluzioni di smart working, viene quantificata in un potenziale di risparmio del 15% rispetto ai consumi attuali, per circa 4 miliardi di metri cubi;
  • sostituzione delle caldaie a gas con pompe di calore: se fatta nel 10% delle abitazioni permetterebbe un risparmio di circa 1 miliardo di metri cubi, quindi è necessario rivedere il Superbonus del 110% escludendo la possibilità di utilizzare la maxi agevolazione per nuove caldaie a gas;
  • campagna di sensibilizzazione del risparmio nel settore elettrico (modifiche di comportamenti e abitudini, sostituzione di apparecchi obsoleti): qui il potenziale di riduzione dei consumi finali sarebbe del 10%, equivalente a un impatto sui consumi gas di 3 miliardi di metri cubi;
  • sviluppo di fonti rinnovabili in rete nel settore elettrico, con un potenziale di 60 GW in tre anni secondo le recenti stime di Elettricità Futura; questo determinerebbe una riduzione dei consumi gas di circa 5 miliardi di metri cubi/anno, più del doppio della nuova produzione nazionale di gas;
  • sviluppo degli impianti fotovoltaici sugli edifici innalzando da 2,2 GW a 5 GW il traguardo fissato dal Pnrr per i comuni; tale misura permetterebbe un risparmio annuale di 1,2 miliardi di metri cubi;
  • promuovere le installazioni delle rinnovabili nel settore industriale per complessivi 5 GW, attraverso la rimozione delle barriere autorizzative e politiche fiscali quali sconti Imu sui capannoni destinati alla produzione fotovoltaica; il risparmio di gas atteso in questo caso è stimato in 1,2 miliardi di metri cubi;
  • aumentare le misure di efficienza energetica nelle industrie attraverso le risorse disponibili nella prima missione del Pnrr (un risparmio del 10% nel settore industriale varrebbe 1 miliardo di metri cubi);
  • ridurre il consumo gas nei trasporti, con la possibilità di ottenere un risparmio di 0,5 miliardi di metri cubi.

Documento allegato:

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