Se ciascuno degli oltre 3 milioni di dipendenti pubblici italiani non consumasse 500 fogli, in un anno si risparmierebbero 8.142 tonnellate di carta. Se in tutti gli uffici pubblici si evitasse la plastica monouso si risparmierebbero 410 milioni di bottigliette di plastica e taglierebbero le emissioni di oltre 27 mila tonnellate di CO2 l’anno. Se chi va a lavorare in auto da solo si mettesse d’accordo con un collega, ogni giorno si toglierebbero dalle strade 632 mila veicoli, in un anno si risparmierebbero 370 mila tonnellate di CO2 e 720 milioni di litri di carburante.
E ancora, se tutti i dipendenti adottassero comportamenti attenti spegnendo PC, luci e climatizzatori, non sprecando carta e differenziando i rifiuti si potrebbe ridurre di almeno il 5% il consumo energetico annuale della PA (più di 1400 KWh per ogni dipendente) e di oltre 70mila tonnellate le emissioni. Se si rendessero “green” tutti i 160 miliardi di euro di acquisti pubblici di servizi, prodotti e forniture si potrebbero risparmiare oltre 8 miliardi di euro e dare vita a una vera economia sostenibile.
Questa una prima carrellata di osservazioni contenute nella seconda edizione dell’indagine “Green PA: pratiche di consumo sostenibile a lavoro” (allegata in basso) realizzata da FPA, società del Gruppo Digital360, che tra il 2017 e il 2019 ha indagato le scelte di consumo di 1200 dipendenti pubblici alla luce dei principali dati su spesa, consumi e investimenti per risparmio energetico, lotta ai cambiamenti climatici e inquinamento.
Una ricerca presentata in vista di FORUM PA 2019, la trentesima edizione della manifestazione dedicata all’innovazione e alla sostenibilità nella Pubblica Amministrazione in programma dal 14 al 16 maggio al Roma Convention Center “La Nuvola”, il cui filo conduttore sarà la “PA che crea valore pubblico”, volano per lo sviluppo sostenibile del Paese.
Il settore pubblico – spiega una nota FPA – è fondamentale perché l’Italia possa raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.
E la PA sta facendo passi avanti: crescono gli “acquisti verdi”, si intensificano gli investimenti per riqualificare il patrimonio immobiliare, c’è una buona adesione alla campagna “plastic free” e in generale migliorano i comportamenti individuali negli uffici, ma la PA italiana non raggiunge ancora la sufficienza nella sostenibilità ambientale: secondo gli stessi dipendenti pubblici il voto medio alle strategie e politiche di sostenibilità della propria amministrazione è “5 meno” (in una scala da 1 a 10) e oltre il 50% le ritiene inadeguate.
“I risultati dell’analisi – commenta Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA – evidenziano, rispetto alla rilevazione di due anni fa, una PA più “green”, i cui passi avanti sono scanditi dagli obblighi assunti in Europa e negli accordi internazionali, ma spinti anche da una maggiore consapevolezza delle persone”.
“Si denota infatti – prosegue il Direttore – un miglioramento nei comportamenti sostenibili dei dipendenti pubblici nell’utilizzo di apparecchiature elettriche, dell’illuminazione, dell’acqua, dei rifiuti plastici, della climatizzazione degli ambienti, della quantità di carta e inchiostro utilizzata, come nelle scelte relative alla mobilità. Nonostante questo, si fatica ancora a vedere gli impatti di queste azioni e la PA ottiene mediamente ‘5 meno’ nella pagella di sostenibilità”.
Energia
Secondo i dati più recenti di Consip, la spesa annua per la bolletta energetica della PA è di oltre 7,5 miliardi di euro. Gli investimenti per la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare pubblico – considerando le risorse dei Programmi Prepac e il Conto Termico – ammontano a 234 milioni di euro, a cui sommare gli oltre 400 milioni del Pon Metro: numeri significativi che hanno permesso di rispettare l’obbligo di riqualificazione del 3% annuo della superficie degli immobili della PA centrale.
Ma anche i comportamenti di consumo responsabile nell’illuminazione, climatizzazione e uso degli apparecchi possono produrre una riduzione dal 5 al 15% della spesa in bolletta e delle emissioni.
Per l’illuminazione, è invariata (36,3%) rispetto al 2017 la percentuale dei dipendenti che ha lampadine a basso consumo negli uffici, ma 7 su 10 in ogni caso sono attenti a spegnerle quando non servono, cercando di sfruttare l’illuminazione naturale. Per la climatizzazione, la temperatura negli uffici deve essere intorno ai 19°, ma appena il 50% dei dipendenti pubblici non supera la soglia, anche se il 75,2% del panel è attento “a tenere porte e finestre chiuse per evitare la dispersione di calore”. In estate, il 55,5% non spegne mai il condizionatore quando esce per pranzo. Nell’uso del PC è ancora alta la percentuale di chi non lo spegne durante assenze dall’ufficio di oltre 20 minuti (67,5%).
Mobilità
Il 44,1% dei dipendenti pubblici va normalmente al lavoro in auto (qualche punto in meno del 2017) e tra questi il 39% in macchina da solo mentre il 5,2% condivide l’auto con colleghi o amici.
Diminuisce rispetto al 2017 la percentuale di chi va in ufficio servendosi dei mezzi pubblici (27,6%), ma cresce la percentuale di chi sceglie la bicicletta (9%) e a piedi (12,1%). A scegliere la mobilità soft sono dunque solo due dipendenti su 10, ma nella maggior parte dei casi (39,3%) dietro questa scelta c’è il piacere di una pedalata o una camminata e nel 36% l’attenzione all’ambiente.
Al contrario, chi va in macchina da solo lo fa perché nel 54% dei casi non ha alternative e nel 38,9% risparmia tempo.
Comportamenti individuali
Cresce la percentuale dei dipendenti pubblici che ritengono il proprio stile di consumo a lavoro più che sostenibile: il 36,9% (+5,5% rispetto al 2017). La maggioranza però – il 43,1% – ritiene i comportamenti “abbastanza” sostenibili e il 20% si percepisce come “insostenibile”.
In generale, leggiamo nella nota stampa FPA, migliorano tutti i comportamenti analizzati. Sono ormai abitudini consolidate spegnere le luci quando si va via la sera dagli uffici (lo fa il 93,6% dei dipendenti), stampare fronte-retro (94,5%) e riutilizzare la carta per bozze e appunti (88,3%). I dipendenti pubblici hanno smesso di stampare le email, sono attenti a rileggere e fare correzioni ai documenti prima di stamparli e non lasciano i caricabatterie nelle prese (77,2%).
Una percentuale tra il 60% e il 70% è attento a ridurre la produzione di rifiuti e riutilizzare buste, carta e scatole, a utilizzare luce naturale quando è possibile e a evitare dispersioni di calore aprendo porte e finestre in locali climatizzati. Però serve più attenzione nell’uso del PC: la maggior parte non adotta accorgimenti anti-spreco (solo il 32,5% lo spegne quando si assenta dall’ufficio per più di 20 minuti) e solo il 44,5% spegne il condizionatore nella pausa pranzo.
Acquisti verdi
A tre anni dall’introduzione nel nuovo codice degli appalti dell’approccio del Green Public Procurement (GPP) e dell’obbligatorietà dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) nelle procedure di acquisto si iniziano ad intravedere i primi risultati. Crescono gli acquisti verdi con un “erogato green” attraverso Consip tra il 2014 e il 2017 di 13,5 miliardi di euro.
Oggi il 34,6% dei dipendenti dichiara che nella propria PA è stata avviata una politica acquisti attenta all’ambiente e alla sostenibilità (+5,2 punti), anche se solo nel 23% dei casi è formalizzata. La prima ragione – secondo il 58,6% degli intervistati – per stabilire una strategia di acquisti verdi è che questo darebbe impulso ad un’economia e ad una crescita sostenibile, prima ancora che per risparmiare (3,6%), o diminuire l’impatto sull’ambiente dei consumi pubblici (34,4%).
PA paperless
I dati dell’ultimo biennio confermano la tendenza alla riduzione della spesa pubblica per carta, cancelleria e stampati, scesa dai 96 milioni del 2017 a 87 milioni nel 2018 spesi da Ministeri e Presidenza del Consiglio, Comuni, Città Metropolitane, Regioni e Province. Questo deriva anche da un consumo sempre più sostenibile e responsabile: secondo la survey l’86,6% dei dipendenti pubblici non stampa mai le email, il 94% stampa copie in fronte retro o più pagine per foglio, circa 9 su 10 riutilizzano “sempre o frequentemente” i fogli stampati da un solo lato per bozze di stampa e il 79% recupera anche buste e scatole.
Plastic free
Entro il 2021 una direttiva europea impone di vietare l’uso di piatti, posate, cannucce e bastoncini cotonati monouso e la PA dovrà correre ai ripari, perché oggi solamente negli uffici del 16,2% dei dipendenti pubblici i distributori automatici utilizzano bicchieri in materiale riciclato e riciclabile.
Sono in lieve aumento le persone che abitualmente bevono acqua del rubinetto (42,4%) e che in pausa pranzo utilizzano piatti o porta pranzo lavabili o riutilizzabili (72,1%).
E sono già oltre 300 però università, scuole, ministeri, regioni e soprattutto Comuni che hanno aderito alla “Plastic Free Challenge”, campagna lanciata a giugno 2018 dal Ministro dell’Ambiente per liberare gli uffici dalla plastica, promuovendo attività di sensibilizzazione e informazione.