Sistema elettrico mondiale, picco strutturale delle emissioni possibile già nel 2023

Eolico e solare in crescita nei primi mesi 2023, ma le fonti fossili non mollano. Il tracollo dell'idroelettrico ha contribuito a mantenere alta la produzione globale di gas e carbone, soprattutto in Cina. Le analisi di Ember.

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Le emissioni di CO2 del settore elettrico sono aumentate pochissimo (+0,2%), grazie al continuo sviluppo dell’eolico e del fotovoltaico e grazie a una più bassa crescita della domanda (+0,4%).

Anche se il crollo della produzione da idro ha fatto risalire lievemente le fossili, quest’anno potrebbe essere il primo in cui le emissioni globali per produrre elettricità diminuiranno strutturalmente.

Questi gli spunti più importanti per la prima metà del 2023 che arrivano dal nuovo rapporto di Ember, think tank indipendente specializzato nelle analisi sull’energia.

Il documento, Global Electricity Mid-Year Insights 2023 (link in basso), analizza i dati sulla generazione elettrica di 78 Paesi (che rappresentano il 92% della domanda globale di elettricità) nel periodo gennaio-giugno 2023, per misurare coma sta andando la transizione verso le energie pulite.

L’eolico e il solare, si spiega, sono state le uniche due fonti di energia elettrica che hanno aumentato in modo significativo la loro quota nel mix elettrico globale.

Nel primo semestre, infatti, hanno generato il 14,3% dell’energia elettrica a livello mondiale, pari a 1.930 TWh, rispetto al 12,8% (1.717 TWh) nello stesso periodo del 2022.

La produzione eolica, precisa Ember, ha fatto un +10% con 109 TWh aggiuntivi rispetto a gennaio-giugno dello scorso anno; la generazione da fotovoltaico ha segnato un +16% con 104 TWh in più.

Da notare però che entrambe le fonti sono cresciute a una velocità minore rispetto al 2022.

Nel primo semestre 2022, eolico e solare avevano registrato aumenti, rispettivamente, del 16% e 26% nel paragone con la prima metà del 2021.

Altro dato interessante è che 50 Paesi hanno stabilito quest’anno nuovi record mensili di generazione solare, tra cui l’Italia con 4 TWh a giugno, mentre la Cina nello stesso mese ha fatto ben 50 TWh (pari al 6,4% della sua produzione elettrica totale), quasi 10 TWh in più rispetto a giugno 2022.

Invece la produzione idroelettrica ha visto un “declino storico” nei mesi iniziali del 2023, scrivono gli analisti, a causa della siccità. Gli impianti hanno perso complessivamente 177 TWh con un calo dell’8,5% sul 2022; la maggior parte della riduzione è imputabile alla Cina, che ha perso 129 TWh di output idroelettrico nel primo semestre.

Ciò ha portato a un forte incremento di elettricità generata con il carbone.

In generale, la marcata discesa di apporto idroelettrico spiega perché le fonti fossili hanno dovuto mantenere alta la loro produzione, con anche un leggero incremento rispetto a gennaio-giugno 2022.

Ember stima che con l’idroelettrico in condizioni “normali”, le energie fossili avrebbero perso 168 TWh e le emissioni globali sarebbero diminuite di quasi il 3% nel primo semestre 2023.

Intanto in Europa la netta riduzione della domanda elettrica, 61 TWh in meno tra gennaio e giugno 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022, ha trascinato le fonti fossili: gas e carbone hanno perso, rispettivamente, 34 e 49 TWh mentre le rinnovabili (idroelettrico compreso) hanno proseguito la loro crescita.

Da queste tendenze, spiega poi Ember, “emerge chiaramente che il mondo si sta avvicinando al punto di calo delle emissioni del settore elettrico”.

Il 2023 quindi “potrebbe essere il primo anno in cui le emissioni globali del settore elettrico diminuiranno strutturalmente, se la crescita dell’energia pulita continuerà”.

I cali precedenti delle emissioni si erano verificati solo durante delle crisi globali come quella finanziaria del 2008 e quella pandemica del 2020.

Raggiungere il “picco” delle emissioni fossili nel settore energetico, evidenziano gli analisti, “è una pietra miliare cruciale nella transizione globale verso un’economia pulita ed elettrificata. Ma la parte più critica è ciò che accadrà dopo. Per raggiungere il rapido calo delle emissioni richiesto in questo decennio, è necessaria una forte accelerazione nella diffusione dell’energia eolica e solare”.

Occorre, infatti, triplicare la capacità rinnovabile globale entro il 2030 per essere “sulla buona strada verso un percorso allineato a 1,5 °C”. Un percorso sempre più arduo.

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