Rinnovabili, luci e ombre dell’Inflation Reduction Act a un anno dal varo

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Il maxi piano Usa di incentivi alle energie pulite offrirà notevoli opportunità di investimento per molti anni, ma non affronta alcuni nodi, come la necessità di espandere le reti di trasmissione. Le analisi di Wood Mackenzie.

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L’Inflation Reduction Act (Ira), il maggiore programma di stimolo pubblico nel settore energetico degli Stati Uniti, varato il 16 agosto 2022, durerà ben più di 10 anni e potrebbe espandere in modo rilevante il mercato dei crediti fiscali negli Usa, ma non risolverà alcuni dei principali colli di bottiglia che frenano la transizione energetica.

È quello che è emerso, in sintesi, da un webinar organizzato dalla società di ricerche Wood Mackenzie, per valutare l’effetto sul mercato americano dell’energia di questa normativa, a un anno dalla sua entrata in vigore.

Come l’Ira plasmerà il mercato

Molti negli Usa pensano che l’Ira sia una legge a scadenza, cioè che i crediti d’imposta sulle rinnovabili, previsti dalla legislazione, si estendano solo per i prossimi dieci anni.

Tali crediti saranno invece offerti per molto più tempo, forse addirittura per i prossimi 30-40 anni, secondo la società di consulenza.

Sebbene, infatti, l’Ira indichi che i crediti d’imposta saranno disponibili fino al 2032, motivo per cui viene comunemente considerata una legge decennale, questi crediti si applicheranno fino a quando il settore elettrico statunitense ridurrà le proprie emissioni al 25% di quelle registrate nel 2022.

E nello scenario base di Wood Mackenzie, gli Stati Uniti raggiungono la soglia del 25% di emissioni solo alla fine del 2040.

Quindi, è molto probabile che i crediti d’imposta saranno disponibili per decenni, creando enormi opportunità di investimento per le tecnologie rinnovabili come il fotovoltaico, l’eolico e lo stoccaggio energetico.

“Non c’è dubbio che questa certezza politica senza precedenti abbia dato una spinta a un settore in difficoltà, con 1.200 miliardi di dollari che saranno investiti negli Stati Uniti e in Canada nel prossimo decennio, per arrivare a 3.200 miliardi di dollari entro il 2050”, hanno scritto gli analisti di Wood Mackenzie in una nota.

Una spinta agli investimenti

Tradizionalmente, il mercato del tax equity negli Stati Uniti si aggira tra i 15 e i 20 miliardi di dollari l’anno. Ma con l’IRA, l’offerta di tax equity potrebbe aumentare fino a 100 miliardi di dollari l’anno alla fine del 2040, secondo la nota.

Il tax equity, ricordiamo, è una forma di finanziamento di progetto (project financing) che utilizza una combinazione di flussi di cassa generati dal progetto stesso e agevolazioni fiscali; queste ultime, comprendono sia le detrazioni fiscali che i crediti d’imposta.

Per i progetti fotovoltaici, il tax equity deriverebbe da benefici quali il credito d’imposta sugli investimenti. Ad esempio, per un progetto che costerà 1,5 milioni di dollari e che genererà 1 milione di dollari in crediti d’imposta federali, il proprietario può cercare di vendere i crediti per finanziare il costo iniziale del progetto, come succedeva in Italia per la cessione dei crediti legati al Superbonus e agli altri bonus edilizi.

Il costo totale cumulativo dei sussidi offerti dall’IRA, che comprende sia i crediti d’imposta per gli investimenti (ITC) che i crediti d’imposta per la produzione elettrica (PTC), potrebbe raggiungere 2.700-2.800 miliardi di dollari, cioè un ordine di grandezza superiore al costo attuale della legislazione, stimato attorno ai 300 miliardi di dollari. Nell’illustrazione, tratta dal webinar, l’andamento stimato dei crediti d’imposta negli Usa per le varie tecnologie nei prossimi anni.

Questo livello di domanda di crediti non può essere soddisfatto dal mercato così come è attualmente strutturato.

Dovranno accadere due cose, secondo Wood Mackenzie:

  • il mercato della cessione dei crediti deve crescere in modo consistente: le normative recentemente emanate hanno dato il via al mercato, anche se è ancora agli inizi;
  • dovranno entrare in scena nuovi attori, oltre ai grandi nomi che tradizionalmente operano nel settore delle rinnovabili.

Il nodo irrisolto della trasmissione

I costi di interconnessione, l’ampliamento della rete di trasmissione e lo sviluppo dello stoccaggio, saranno fondamentali per determinare la velocità della transizione energetica e realizzare ciò che l’Inflation Reduction Act si propone.

L’Ira, però, non affronta due dei maggiori ostacoli all’espansione della capacità delle rinnovabili: l’interconnessione e la trasmissione.

Il numero di nuove richieste di allaccio alla rete elettrica è aumentato di sei volte su base annua dal 2012. È necessario quindi snellire i processi e ampliare la rete di trasmissione per facilitare l’aumento della capacità, hanno fatto notare gli analisti.

Sebbene l’Ira tracci una via per raggiungere circa l’85% di energia pulita, in termini di quota di generazione nel lungo termine, non affronta la necessità di riforme della trasmissione, che saranno fondamentali per consentire alla rete di gestire una percentuale crescente di fonti rinnovabili.

Si è cercato di snellire la burocrazia associata ai vincoli sulla catena di approvvigionamento e ai problemi di interconnessione. Tuttavia, per essere efficaci, le riforme sulla connessione e allaccio dei nuovi impianti devono essere sviluppate di pari passo con le modifiche alla rete di trasmissione.

L’importanza degli stoccaggi

L’Ira, in sostanza, creerà un boom delle tecnologie pulite per avviare gli Stati Uniti sulla strada della transizione energetica. Ma la velocità di questa transizione, avvertono gli analisti, sarà mitigata non solo dai problemi di interconnessione e trasmissione, ma anche dalla capacità dello stoccaggio di tenere il passo delle altre applicazioni.

Lo stoccaggio sarà fondamentale soprattutto per l’energia fotovoltaica e avrà un ruolo chiave nell’adozione massiccia delle energie rinnovabili.

Anche lo stoccaggio di lunga durata sarà importante, visto che entro la fine del decennio avremo bisogno di batterie che durino molto di più delle tradizionali 2-4 ore.

Attualmente si sta studiando la possibilità di raddoppiare e triplicare la durata delle batterie, ma è necessario compiere progressi significativi verso la realizzazione di uno stoccaggio di maggiore durata per sostenere l’aumento delle energie rinnovabili.

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