Rinnovabili: Italia più attraente per gli investitori, ma potrebbe fare di meglio

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Migliora l’eolico offshore, peggiorano i PPA nel nostro Paese. Basso il risultato se parametrato al Pil. Le indicazioni della 60a edizione del rapporto sull’attrattività dei Paesi per investitori e operatori delle fonti rinnovabili stilato da EY.

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“Va abbastanza bene, ha preso un voto complessivo un po’ più alto questa volta, ma potrebbe fare meglio”.

È sintetizzabile con questo classico dei colloqui fra professori e genitori sull’andamento scolastico dei figli il giudizio del 60° Renewable Energy Country Attractiveness Index (RECAI) stilato da EY sull’appeal che l’Italia esercita per gli operatori e gli investitori delle energie rinnovabili.

Il rapporto di quest’anno evidenzia qualche luce in più per l’Italia rispetto all’anno scorso, ma anche qualche ombra in più.

Le luci

L’Italia ha scalato tre posizioni nella classifica complessiva, passando dal 15° al 12° posto dell’indice RECAI.

Nel motivare questo miglioramento, EY ha sottolineato il ruolo del “decreto FER II che stabilisce nuovi meccanismi di sostegno dei prezzi e ha annunciato 5 GW di eolico offshore che si realizzeranno tra il 2023 e il 2026. Questo fa seguito al completamento del suo primo parco eolico offshore su scala utility”.

Fra i Paesi europei, assieme all’Italia, hanno guadagnato posizioni la Germania, passata dal quarto al terzo posto, la Spagna, passata dal nono all’ottavo posto, e la Grecia, avanzata dalla 21° alla 16° posizione. Stabili al primo e secondo posto assoluti, invece, rispettivamente, Usa e Cina.

Le ombre

I prezzi record dell’energia elettrica e l’estrema volatilità del mercato stanno provocando per quest’anno quella che si prefigura come la prima riduzione su base annua dal 2013 dei contratti di compravendita di energia elettrica (PPA).

Questo quadro pesa in generale un po’ su tutti i paesi, ma pur nell’ambito di una congiuntura negativa, alcuni Paesi hanno fatto meglio di altri.

Nel mercato dei PPA, l’Italia è scesa dall’11° posto dell’anno scorso al 12° di quest’anno. Ha invece guadagnato una posizione la Germania, passata dal terzo al secondo posto. Fra i Paesi europei, la Danimarca è avanzata dal 10° al settimo posto, con Spagna e Francia che si sono invece confermate, rispettivamente, al 1° e 6° posto, secondo il rapporto, visionabile dal link in fondo a questo articolo.

Pesi piuma economici, pesi massimi nelle rinnovabili

L’indice RECAI utilizza vari criteri per confrontare l’attrattività dei mercati delle rinnovabili, come l’entità della rampa di lancio di nuovi progetti, che riflettono la dimensione assoluta delle opportunità di investimento nelle rinnovabili.

Questo approccio avvantaggia naturalmente le grandi economie, che, di fatto, avranno sempre i numeri assoluti più grandi.

Tuttavia, normalizzando la posizione assoluta espressa dall’indice RECAI in base al prodotto interno lordo (PIL) di ciascun Paese, emerge una fotografia diversa, simile un po’ a quella del rapporto “peso-potenza” di un’automobile. Si riesce cioè a vedere quali mercati hanno una performance superiore alle aspettative rispetto alle loro dimensioni economiche.

In questa ottica, la prima della classe in assoluto è il Marocco, seguito dalla Grecia e poi dalla Danimarca, che nella classifica non normalizzata sono, rispettivamente, al 19°, al 16° e all’11° posto.

Questo approccio getta un’ulteriore ombra sulla performance dell’Italia, che nella classifica normalizzata rispetto al PIL scende al 24° posto, con un andamento esattamente dimezzato rispetto al 12° della classifica non ponderata.

L’Italia è in buona compagnia in questa classifica normalizzata, in quanto sono molti i Paesi ricchi che fanno molto meno di quanto potrebbero rispetto al loro PIL.

Tanto per dare un’idea, i primi due della classe nella classifica assoluta, cioè Stati Uniti e Cina, scendono, rispettivamente, al 30° e 27° posto nella graduatoria normalizzata dell’attrattività per gli investimenti nelle rinnovabili.

Conclusioni

In breve, il rapporto di EY afferma che la generazione di energia rinnovabile è diventata sempre più urgente a causa dell’impennata dei prezzi del gas, delle tensioni geopolitiche, delle carenze della catena di approvvigionamento e degli eventi meteorologici estremi.

“Le risorse energetiche distribuite e le reti intelligenti saranno fondamentali per garantire le forniture energetiche globali e portare il mondo a zero emissioni entro il 2050”, scrive la società di consulenza, secondo cui “la sicurezza informatica deve essere considerata prioritaria, in quanto l’infrastruttura energetica incorpora livelli sempre maggiori di nuove tecnologie che si basano sulla connettività all’Internet delle cose” e che possono esporre il fianco ad attacchi informatici su un numero incalcolabile di congegni e apparati collegati alle reti dati.

Illustrazioni: EY

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