Rinnovabili almeno al 50% del mix elettrico: cosa prevede il piano giapponese per il 2050

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Il governo intende anche bandire la vendita di nuove auto termiche entro il 2035.

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Il Giappone è tra i paesi che negli ultimi mesi del 2020 hanno previsto nuovi obiettivi per azzerare le emissioni di CO2 entro metà secolo: il premier, Yoshihide Suga, ha annunciato a fine ottobre che Tokyo punta a diventare “carbon-free” nel 2050.

L’annuncio giapponese ha sollevato diverse domande: come ridurre velocemente le emissioni inquinanti di un’economia che dipende in buona parte dal carbone? Su quali tecnologie conviene puntare nella transizione energetica? Qual ruolo avranno le fonti rinnovabili nei vari settori (elettricità, trasporti, edifici, industrie)?

Ora il governo giapponese ha diffuso un piano per la crescita economica “verde” che si prefigge di realizzare l’obiettivo della neutralità carbonica (vale a dire, azzerare le emissioni nette di CO2 del Giappone).

Tra i punti più importanti del piano c’è il traguardo sulle rinnovabili: dovranno portarsi almeno al 50-60% del mix di generazione elettrica (più del triplo di oggi).

Si parla anche di bandire la vendita di nuove auto a benzina-diesel entro il 2035 (ma rimarranno ammesse le immatricolazioni di nuove auto ibride).

Si prevede un aumento del 30-50% dei consumi elettrici nazionali a causa del crescente utilizzo di energia elettrica nei trasporti, negli edifici e nelle industrie.

Il piano di Tokyo menziona 14 settori/tecnologie il cui ruolo sarà determinante per permettere al Paese di de-carbonizzare la sua economia.

Tra questi c’è l’eolico offshore. Di recente, l’associazione giapponese dell’eolico ha proposto di scommettere sui parchi offshore perché ci sarebbe un potenziale da 90 GW che consentirebbe di produrre, contando anche gli impianti eolici a terra, circa un terzo dell’energia elettrica nazionale al 2050.

Questi 90 GW equivalgono a circa il 60% della capacità installata in impianti fossili e nucleari, che dovrà essere dismessa in Giappone nei prossimi decenni.

Tra le tecnologie-chiave citate nel piano troviamo anche l’idrogeno e la cattura della CO2 emessa dalle centrali a carbone (si parla di “carbon recycling”).

Ricordiamo che quest’anno è atteso un nuovo piano energetico nazionale al 2030 che dovrà essere allineato con l’obiettivo net-zero 2050.

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