Andamento troppo lento nell’efficienza energetica. Investimenti da triplicare

Dai 660 miliardi di dollari investiti oggi a livello globale bisogna arrivare a 1,9 trilioni entro il 2030 per il Net Zero al 2050. Il monito dell'International Energy Agency nel report “Energy Efficiency 2024”.

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Alla COP28 di fine 2023, quasi 200 paesi si erano impegnati a raddoppiare, entro il 2030, il tasso di efficientamento energetico.

Un anno dopo, però, le cose non sono migliorate. Il 2024 dovrebbe portare ad una riduzione dell’intensità energetica di circa l’1%, lo stesso tasso del 2023, e circa la metà della media del periodo 2010-19, come si vede dai grafici più sotto. Altro che raddoppio! .

Il monito arriva dal nuovo report sull’efficienza energetica pubblicato oggi dalla Iea, l’Agenzia Internazionale per l’Energia (documento in basso).

Il taglio dei consumi ha accelerato in alcuni paesi in risposta alla crisi energetica globale, ma i miglioramenti complessivi dell’intensità energetica da allora hanno rallentato. Un rallentamento registrato specialmente nelle economie avanzate, mentre i progressi in molte economie emergenti e in via di sviluppo sono rimasti stabili o solo leggermente aumentati.

L’efficienza energetica è giustamente considerate fondamentale per la transizione energetica: nello scenario che punta ad azzerare le emissioni legate all’energia entro il 2050 (NZE), il 70% del calo previsto della domanda di petrolio e il 50% della riduzione della domanda di gas entro il 2030 dovrebbe venire dal risparmio di energia, secondo la stima della Iea.

La riduzione dell’intensità energetica può garantire oltre un terzo del taglio della CO₂ necessario entro il 2030 per arrivare a emissioni nette zero al 2050, ma dal 2010 al 2022 i miglioramenti su questo fronte hanno permesso di tagliare appena circa 7 gigatonnellate (Gt) di CO2.

Qualcosa si sta facendo, anche se non abbastanza, ma restano forti diseguaglianza regionali. I governi che rappresentano oltre il 70% della domanda energetica globale hanno reso operative politiche di efficienza, alcune nuove e altre sono state aggiornate nel 2024 o in via di aggiornamento.

Si citano, ad esempio, il Kenya, che ha aggiornato il suo codice energetico edilizio, l’Ue con la nuova direttiva Case Green, la Cina che ha rafforzato gli obiettivi nazionali, e gli Usa, che hanno inasprito gli standard sui consumi dei veicoli pesanti.

L’anno scorso, i governi hanno stanziato circa 60 miliardi di dollari per misure di efficienza negli edifici e circa 45 miliardi per i veicoli a basse emissioni. Ciò porta il finanziamento pubblico totale per l’efficienza stanziato negli ultimi cinque anni a oltre 1.000 miliardi di dollari.

Un dato positivo, ma non sufficiente, sottolinea il report: oggi, ad esempio, quasi la metà delle nuove costruzioni non è ancora coperta da requisiti di efficienza e solo tre motori elettrici industriali su cinque in uso a livello globale sono coperti da standard minimi di prestazione energetica.

Per il 2024, si prevede che gli investimenti in efficienza, sommando quelli pubblici e quelli privati in edifici, trasporti e industria (compresi veicoli elettrici e pompe di calore), aumenteranno di circa il 4%, per circa 660 miliardi di dollari. Si raggiungerà così il massimo storico stabilito nel 2022 e si supererà del 10% quanto si investirà quest’anno nell’attività di estrazione di petrolio.

Per arrivare al Net Zero nel 2050, tuttavia, gli investimenti in efficienza devono triplicare, passando dai 660 miliardi di dollari del 2024 a circa 1,9 trilioni (1.900 mld $) entro il 2030.

L’elettrificazione è un importante pilastro dell’efficienza energetica: nel 2024, il livello di elettrificazione crescerà di quasi il 2%, quasi il doppio del tasso annuo medio 2010-2019, ma anche in questo caso si tratta della metà di ciò che serve per la traiettoria Net Zero, che prevede un livello di elettrificazione in aumento del 20% di oggi a quasi il 30% entro il 2030.

La Cina, va notato, su questo fronte sta andando meglio: il tasso di elettrificazione medio è del 4% nel 2010-19 e di circa il 3% dal 2021 al 2024.

Il report parla anche di occupazione: nel mondo quasi 10 milioni di persone oggi hanno lavori correlati all’efficienza energetica, ma quasi quattro aziende edili su cinque a livello globale hanno carenza di lavoratori qualificati. Mancano in particolare idraulici e termotecnici capaci di installare pompe di calore, lavoratori edili ed elettricisti.

Come al solito, la Iea chiude il report con delle raccomandazioni rivolte ai decisori politici, la prima delle quali è adottare un approccio integrato che combini obblighi, informazione e incentivi.

Sugli edifici, si invita poi a rafforzare i requisiti di efficienza e ampliare l’ambito di applicazione dagli edifici nuovi a quelli esistenti.

Anche sugli elettrodomestici si richiede di inasprire gli standard di prestazione energetica, oltre a incentivare la sostituzione dei dispositivi più inefficienti.

Per il settore dell’industria è necessario sostenere l’elettrificazione, oltre che applicare requisiti di efficienza energetici e mettere in campo incentivi adeguati.

Per i trasporti, infine, l’agenzia invita a puntare al passaggio all’elettrico, attraverso programmi di rottamazione e sconti, con un’attenzione particolare, nelle economie emergenti e in via di sviluppo, a veicoli a due e tre ruote. Quanto ai mezzi a combustione interna, si suggerisce di adottare standard più severi, in particolare per il trasporto pesante.

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