Rinnovabili al 58% sulla generazione nazionale e 50% sulla domanda elettrica: tre giorni di sole e vento

Molto elevato il contributo del giorno lavorativo, venerdì 10 giugno: 44,8% di copertura con le rinnovabili (50,2% sulla produzione nazionale). Alcune dati e qualche necessaria considerazione.

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In base ai dati forniti da Terna, riportiamo alcune correzioni sull’articolo dove erronenamente avevamo riportato le quota delle fonti rinnovabili sulla generazione nazionale di elettricità anziché sull’effettiva richiesta. Pertanto le quote di rinnovabili rispetto alla domanda, inizialmente indicate, si abbassano sensibilmente, ma risultano comunque le più elevate da circa un anno.


Nei tre giorni che vanno da venerdì 10 a domenica 12 giugno, le energie rinnovabili hanno coperto in Italia il 49,9% della domanda elettrica.

Grazie a una buona irradiazione solare su quasi tutto lo stivale, ma soprattutto a un vento costante e intenso l’insieme delle rinnovabili hanno potuto generare 1,2 TWh contro poco più di 2,4 TWh di richiesta, secondi i dati Terna (vedi grafico).

Molto significativo è il contributo del giorno lavorativo dei tre considerati, venerdì 10 giugno, quando la domanda è stata coperta dalle rinnovabili per il 44,8%, con 409,2 GWh prodotte da fonti green (50,2% sulla produzione interna). Nella giornata l’idroelettrico era al 13,8%, l’eolico al 13,6% e il fotovoltaico al 11,4%; poi con le più stabili bioenergie (4,4%) e geotermia (1,5%) hanno ridotto il contributo del termoelettrico da fonte fossile e abbassato il PUN.

Nella giornata di sabato 11 giugno la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta dalle rinnovabili per il 52,9% (62% sulla generazione nazionale), mentre domenica 12 giugno il contributo è arrivato al 53,1% (64,6% sulla generazione nazionale).

L’eolico nelle tre giornate ha dato il 15,1% dell’elettricità richiesta, mentre il fotovoltaico quasi il 14,6% (insieme, quindi il 29,7% ovvero il 34,6% circa sulla generazione nazionale). Domenica il FV ha soddisfatto il 17,6% della domanda.

Sicuramente anche con un discreto apporto dell’idroelettrico (terza fonte in ordine di produzione in queste giornate), dobbiamo ammettere che c’è stata una convergenza di eventi e fattori positivi. Tuttavia, questi numeri e queste percentuali sono utili per alcune considerazioni spesso trascurate:

1) Le rinnovabili potrebbero dare in media e in appena una manciata di anni una copertura costante del 45-50%, mentre oggi su base annuale siamo al 36-37%, con benefici sulla bilancia commerciale, emissioni, prezzi dell’energia e sociali. Servono quindi più impianti (e sistemi di accumuli), compreso FV a terra ed eolico offshore, recuperando il decennio perso, per poi puntare a target ancora più ambiziosi.

2) È un segnale a tutti coloro che che solo 15 anni fa affermavano che il sistema elettrico nazionale non avrebbe gestito più di un 5% di fonti rinnovabili intermittenti, come eolico e solare.

3) Se per solo ipotesi avessimo puntato tutto sul nucleare nel 2010-2011 oggi, a distanza di quasi 12 anni non avremmo ancora un solo kWh da quelle 3 o 4 centrali che si volevano realizzare e che oltre ad essere affossate dal secondo referendum, lo sono state anche dalla storia e dal progresso delle tecnologie rinnovabili.

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