Recovery Fund, le proposte del Kyoto Club

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L'audizione dell'associazione alla Commissione Ambiente della Camera.

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Servono subito investimenti nella chimica verde e nella tutela dei suoli. E ora più che mai sono necessari interventi per decarbonizzare il settore della mobilità e per rendere il nostro Paese 100% rinnovabile.

Sono queste alcune delle proposte che Kyoto Club ha presentato nel corso dell’audizione presso l’ottava Commissione “Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici” della Camera dei deputati.

L’associazione, rappresentata dal vicepresidente Francesco Ferrante, ha illustrato le azioni che secondo Kyoto Club dovrebbero essere intraprese per tenere fede agli impegni presi con l’Accordo di Parigi e per portare a compimento quel processo di transizione da un sistema basato sulle energie fossili a uno incentrato su un’economia verde, rinnovabili e circolare. Obiettivo: tagliare drasticamente le emissioni entro il 2030 per diventare poi “neutrali” a livello climatico entro il 2050.  Come ci chiede l’Europa.  Eccole in sintesi:

Energia. Tra le proposte principali Kyoto Club chiede una revisione della Piano Nazionale Italiano per l’Energia e il Clima (PNIEC) per un’Italia 100% rinnovabile, insieme alla realizzazione di un Piano straordinario per l’efficienza energetica e la digitalizzazione.

Mobilità. È necessario, secondo l’associazione ecologista, puntare sul trasporto pubblico locale, elettrificare il parco degli autobus entro il 2030, ed in generale, rafforzare il comparto della mobilità elettrica.

Chimica verde e bioeconomia circolare. Serve implementare l’infrastruttura del rifiuto organico, su cui l’Italia ha un primato e serve un’iniziativa a tutela dei nostri suoli verso il consumo zero e per la difesa della fertilità. Anche in Italia, come anche in altre parti d’Europa nelle regioni industrializzate, la perdita in fertilità è ormai allarmante.

Infine, Kyoto Club ha esposto una serie di azioni virtuose che, a detta dell’associazione, dovranno essere intraprese per la decarbonizzazione dell’economia, seguite da una lista nera di provvedimenti “negativi” che il governo e il parlamento devono evitare di adottare.

Tra i primi: destinare il 30% delle risorse di Next Generation EU a progetti legati al clima, e circa un terzo di questi al Sud Italia; prolungare l’Ecobonus; puntare sulla produzione dell’idrogeno verde e non blu; la trasformazione dei petrolchimici in bioraffinerie; il contrasto al dissesto idrogeologico.

Tra gli esempi “negativi”: il decreto Semplificazioni che non semplifica; la mancata attenzione al recepimento della Direttiva sulla plastica monouso; l’assenza di una Strategia di ristrutturazione dell’edilizia pubblica; benefici fiscali per ristrutturazioni materiali da fonti fossili o incentivi per auto fossili; investimenti per il potenziamento autostradale; la costruzione del Ponte o Tunnel sullo Stretto di Messina.

Effetto collaterale positivo della tragica pandemia che ha colpito tutto il mondo è che ormai, finalmente, la questione della sostenibilità delle scelte economiche che servono per il rilancio è entrata a pieno titolo nel dibattito pubblico” – afferma il vicepresidente di Kyoto Club, Francesco Ferrante.

“Questo è successo grazie alla centralità che l’Unione Europea ha voluto dare al Green Deal, ribadita anche nelle ‘condizioni’ per concedere i prestiti legati al Recovery Fund, ed è stato accolto dal Governo italiano anche nelle Linee Guida per il PNRR di recente emanazione. Non possiamo che esserne soddisfatti, ma restiamo molto preoccupati in quanto non osserviamo ancora un grado sufficiente di coerenza nelle politiche concrete messe in campo: insufficienti nelle semplificazioni, debolissimi sulle rinnovabili, indecisi sulla bioeconomia e il seppur ottimo superbonus non basta per l’efficienza energetica. Non abbiamo tempo da perdere: secondo Kyoto Club serve più concretezza per affrontare insieme la crisi climatica e quella economico-sociale.”

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