Oltre ai noti obiettivi proposti su rinnovabili ed efficienza, il governo italiano spiega all’Ue che in materia di energia conterà su una filiera petrolifera nazionale il cui ruolo “è ancora importante” e sulla diversificazione degli approvvigionamenti di gas.
La presentazione in Commissione Ue della proposta italiana di Piano nazionale integrato Energia e Clima, avvenuta nei giorni scorsi alla presenza di tecnici e funzionari del Ministero dell’Ambiente e del MiSE, conferma come il PNIEC italiano non si scosti dalla SEN calendiana quanto ci si sarebbe aspettato (vedi anche QualEnergia.it, La proposta di Piano Energia e Clima è quasi come la SEN 2017) .
Il piano, ha spiegato il governo all’esecutivo comunitario, è “basato su un approccio trasversale, con analisi e obiettivi integrati e una visione coerente in tutti i diversi aspetti dell’energia e dell’ambiente, e che definisce in modo dettagliato politiche, opzioni tecnologiche e finanziamenti tesi ad accelerare la riduzione delle emissioni di gas serra, in linea con l’obiettivo a lungo termine di una profonda decarbonizzazione entro il 2050.”
Diversi i punti cardine sottolineati nell’illustrare il PNIEC: “la graduale eliminazione del carbone nella produzione di energia, fino ad una totale interruzione nel 2023; la diffusione e l’integrazione delle energie rinnovabili e la riduzione al minimo gli impatti ambientali, con priorità assegnata ad esempio agli impianti fotovoltaici sugli edifici per preservare il suolo, pompe di calore per evitare emissioni di particolato, biocarburanti avanzati per l’uso di residui e rifiuti.”
L’efficienza energetica “sarà fondamentale per contribuire agli obiettivi di protezione ambientale e ridurre la dipendenza da combustibili fossili stranieri, sostenendo allo stesso tempo la crescita economica. I risparmi energetici sono per lo più attesi nei settori civile e dei trasporti, dove l’elettrificazione ridurrà anche l’inquinamento atmosferico.”
Nella presentazione si riepilogano gli obiettivi proposti per il nostro Paese al 2030:
Un appunto si fa sull’obiettivo interconnessioni (tabella sotto), imposto dall’Ue: il volume elevato della potenza da rinnovabili non programmabili “rende molto difficile raggiungerlo”.
Grazie a efficienza e rinnovabili, si spiega, la dipendenza energetica italiana scenderà dal 77,5% del 2016 al 63,5% del 2030. Ma, come detto, si sottolinea anche che “il ruolo di un’industria petrolifera downstream nazionale ambientalmente e tecnologicamente avanzata, efficiente e competitiva è ancora importante”.
Il settore petrolifero dovrà “assicurare affidabilità, sostenibilità e sicurezza delle forniture”, quello del gas punterà sulla “diversificazione delle fonti di approvvigionamento (ad esempio Gnl) e su una maggiore flessibilità delle infrastrutture nazionali (es accrescendo la capacità di stoccaggio)”.
Il tecnici hanno poi riassunto alla Commissione l’iter che porterà entro fine anno a una versione definitiva del PNIEC: un’ampia consultazione pubblica, comprese le autorità locali, attraverso la piattaforma del sito web NECP istituzionale, audizioni pubbliche in Parlamento (già in corso alla X di Montecitorio); incontri tematici con le parti interessate sui temi dell’energia e del clima e una consultazione pubblica sul Reparto Ambientale della NECP, elaborata nel quadro della valutazione ambientale strategica (VAS).