I petrolieri sono davvero impegnati a incrementare gli investimenti in energie rinnovabili e ridurre le emissioni inquinanti?
Sembra che alcuni abbiano preso sul serio il progetto di allinearsi agli obiettivi climatici definiti dall’accordo di Parigi: tra questi BP ha appena annunciato che lavorerà insieme a Follow This (un gruppo ambientalista che investe in piccole quote delle società petrolifere) a una risoluzione da presentare all’assemblea dei soci nel 2021.
Questa risoluzione, si legge in una nota di BP, sarà in linea con l’ambizione di diventare una società capace di azzerare le emissioni nette di CO2 entro il 2050, come stabilito a febbraio dal colosso energetico guidato da Bernard Looney; ricordiamo che a settembre 2020 è attesa la pubblicazione di un piano con maggiori dettagli su come la compagnia intende raggiungere tale traguardo.
Ricordiamo poi che già a maggio 2019, BP aveva approvato una risoluzione proposta da Climate Action 100+ che chiedeva alla società di allineare la sua strategia industriale ai traguardi climatici fissati a Parigi nel 2015, e di divulgare una serie di dati e informazioni sull’impatto ambientale delle sue attività.
Intanto a fine febbraio BP aveva deciso di abbandonare tre associazioni fossili basate negli Stati Uniti (American Fuel and Petrochemical Manufacturers, Western States Petroleum Association, Western Energy Alliance) a causa di un sostanziale disallineamento tra la nuova politica di BP e la politica perseguita da queste organizzazioni, per quanto riguarda il clima e la riduzione delle emissioni.
E anche la norvegese Equinor ha appena deciso, si legge nel documento che contiene una revisione delle appartenenze associative, di uscire dall’American Petroleum Institute per una totale mancanza di accordo sulle politiche ambientali.