Pellet: la norma Uni su movimentazione e stoccaggio in piccole applicazioni

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Il provvedimento indica i requisiti di sicurezza a partire dai mezzi di trasporto per il conferimento del pellet fino ai depositi stessi.

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È stata recentemente pubblicata la nuova UNI EN ISO 20023:2019Biocombustibili solidi – Sicurezza di gestione del pellet – Movimentazione e stoccaggio in sicurezza del pellet di legno in applicazioni domestiche e in altre applicazioni di piccola scala”; la norma tecnica – spiega l’Uni – fornisce i principi e i requisiti per la movimentazione e lo stoccaggio in sicurezza del pellet di legno in applicazioni domestiche e in altre applicazioni di piccola scala.

Il provvedimento copre l’intera filiera di fornitura, prescrivendo requisiti di sicurezza a partire dai mezzi di trasporto per il conferimento del pellet fino ai depositi stessi a servizio di centrali termiche di piccola e media taglia, fino a 100 t di capacità dei depositi.

Anzitutto – approfondisce Valter Francescato, membro CT 282 “Biocombustibili solidi” in un articolo pubblicato su “Energia e dintorni – Il CTI informa” del mese di marzo 2019 – è importante evidenziare che questa norma definisce dei requisiti di prodotto molto precisi, ovvero tutto quanto prescritto si applica solo ed esclusivamente al pellet conforme alla UNI EN ISO 17225-2 (Classi A1, A2 e B). Pertanto, gli operatori che fanno uso di questa norma devono dimostrare in primis la conformità della qualità del pellet.

“Nonostante in Italia la distribuzione del pellet in sacchetti da 15 kg, sia per l’alimentazione di stufe sia di caldaie domestiche (<35 kW) sia ancora nettamente prevalente, prosegue Francescato, nel Centro Nord del paese stanno diventando sempre più diffuse le autobotti per la fornitura di pellet sfuso a depositi annuali collegati a caldaia di piccola e media potenza. La norma fornisce prescrizioni sulla fornitura pneumatica del pellet, descrivendo i requisiti costruttivi e di funzionamento del mezzo di trasporto e le corrette procedure di scarico del pellet, in sicurezza. In questo senso si tratta di un documento di riferimento per gli operatori che intendono trasportare e conferire il pellet con questi mezzi, anche per garantire un servizio professionale e trasparente nei confronti dell’utente finale”.

La norma rappresenta, inoltre, aggiunge il membro del CT 282, uno strumento di supporto tecnico ai progettisti e agli installatori-manutentori di moderni impianti tecnologici a pellet, dotati di depositi annuali a caricamento pneumatico del pellet. Essa descrive, in tutta la loro complessità, i potenziali rischi di intossicazione, consumo di ossigeno, esplosione di polvere, incendio e danni alle strutture dei depositi, indicano prescrizioni per evitare questi stati pericolosi.

Il capitolo 6 è dedicato ai requisiti costruttivi dei depositi di pellet, da quelli “standard” alle soluzioni progettuali particolari, fino ai depositi prefabbricati autoportanti, una soluzione, questa, che riduce molto gli sforzi di progettazione e corretta installazione.

Una parte particolarmente importante per la sicurezza – racconta Francescato – riguarda le prescrizioni di aerazione dei depositi, nonché le corrette modalità di manutenzione (pulizia). Durante la sua conservazione nei depositi a tenuta il pellet produce emissioni potenzialmente pericolose per la salute originate da processi di decomposizione chimica e biologica (off-gassing). Il monossido di carbonio (CO) è originato principalmente dalla degradazione auto ossidativa di trigliceridi insaturi e acidi grassi contenuti nel legno. L’aerazione serve a prevenire la formazione di pericolose concentrazioni di CO nei depositi di pellet.

La funzione di aerazione deve garantire il ricambio d’aria tra il deposito e l’aria esterna. Se la differenza di temperatura e quindi di pressione non è sufficiente a garantire il ricambio d’aria naturale, devono essere attuate misure tecniche di supporto per garantire l’areazione necessaria (aerazione forzata). La norma prescrive la realizzazione prese di aerazione, la cui dimensione è legata alla capacità del deposito, la lunghezza della condotta di aerazione e al fatto che si tratti di aerazione naturale o forzata.

L’allegato C – conclude – presenta una ricca raccolta di esempi di progettazione di depositi di varie dimensioni, con indicazione del corretto posizionamento dei bocchettoni di carico del pellet e aspirazione dell’aria, le porte d’ingresso e le prese di aerazione.

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