Potremmo utilizzare solo la superficie dei tetti degli edifici esistenti in Italia per i nuovi impianti fotovoltaici? Quale potrebbe essere la produttività dei pannelli fotovoltaici entro il 2050 e quale la potenza massima teorica installabile sulle coperture esistenti? E, infine, sarebbe possibile raggiungere gli obiettivi europei installando fotovoltaico solo sui tetti?
A queste domande ha provato a rispondere uno studio dell’Enea pubblicato a marzo 2023 sulla rivista open access Energies. La ricerca descrive il potenziale del fotovoltaico in Italia al 2030 e al 2050 impiegando solo le coperture di edifici esistenti, senza la necessità di ulteriore uso del suolo.
Lo studio, dal titolo “Energy Planning of Renewable Energy Sources in an Italian Context: Energy Forecasting Analysis of Photovoltaic Systems in the Residential Sector”, è consultabile dal link in fondo articolo.
Soddisfare l’intero fabbisogno elettrico del settore residenziale nazionale richiederebbe di installare pannelli fotovoltaici sul 30% circa della superficie complessiva dei tetti degli edifici ad uso abitativo del nostro Paese, spiegano gli autori. Cioè, dovremmo installare potenza solare su ogni copertura dove ciò sia tecnicamente possibile.
“Nel nostro Paese gli edifici ad uso residenziale sono oltre 12 milioni con una superficie complessiva dei tetti di circa 1.490 kmq, di cui solo 450 kmq, pari appunto al 30% circa, potrebbero avere caratteristiche adeguate all’installazione di moduli fotovoltaici”, spiega Nicolandrea Calabrese, responsabile del Laboratorio Enea di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano e coautore dello studio insieme al collega Domenico Palladino, ricercatore dello stesso laboratorio.
Lo studio evidenzia come, ipotizzando di occupare interamente questa superficie ottimale (450 kmq), si potrebbero generare oltre 79mila GWh (79 TWh) per una potenza FV complessiva installata di 72 GW.
In caso si riuscisse a occupare una superficie anche un po’ inferiore (circa 310 kmq, pari al 20% del totale), l’energia generata sarebbe comunque in grado di coprire il fabbisogno elettrico del residenziale che oggi è pari a circa 65-66mila GWh/anno (65-66 TWh).
In realtà gli scenari “più probabili” che emergono dallo studio dimostrano però che la potenza fotovoltaica installata su tetto entro il 2030 potrebbe essere solo pari a 6 GW, in pratica circa l’11,5% dell’obiettivo nazionale fissato nel vecchio Pniec in 52 GW di nuova capacità fotovoltaica a fine decennio.
Al momento, ricordiamo, la potenza FV totale installata nel nostro paese è di 26,4 GW (aprile 2023) e il nuovo Pniec è in fase di pubblicazione: con ogni probabilità il target per il FV sarà rivisto al rialzo (alcuni scenari parlano di aggiungere almeno 58 GW di solare, o comunque arrivare almeno a 75 GW).
“Per sostenere e promuovere il fotovoltaico sui tetti serve rimodulare gli incentivi o adottare nuove azioni su base regionale. Per questo abbiamo definito un nuovo indice che misura il potenziale fotovoltaico di ciascuna regione e che potrebbe essere di supporto ai decisori politici e agli enti locali per adottare strategie energetiche sempre più efficaci e specifiche per ogni singolo territorio”, ha spiegato Domenico Palladino.
Si tratta del Regional potential index (RPI), cioè il rapporto tra la potenza fotovoltaica installata e il massimo teorico che potrebbe essere installato sulla superficie ottimale dei tetti (pari appunto a circa 450 kmq a livello nazionale). Lo studio calcola questo indice è stato per tre anni di riferimento: 2021, 2030 e 2050.
Uno scenario moderato dello studio prevede che al 2030 la produzione da FV su tetto possa soddisfare appena il 10% circa del fabbisogno elettrico degli edifici residenziali, con una produzione stimata di circa 6,2 TWh, per arrivare, al 2050, a coprire anche più del 38%; comunque una percentuale inferiore agli obiettivi nazionali ed europei.
Solo negli scenari “più promettenti” si potrebbe arrivare al 2050 a coprire con il solare su coperture quasi il 50% del consumo di energia elettrica degli edifici, ma servirebbero incentivi di lungo termine. In sintesi, l’utilizzo dei tetti degli edifici esistenti potrebbero contribuire a ridurre sensibilmente l’uso del terreno, ma non sarà sufficiente a raggiungere gli obiettivi del 2030.
Secondo lo studio la copertura FV potenziale al 2050 avrebbe significative differenze a livello regionale: Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia dovrebbero avvicinarsi agli obiettivi nazionali, anche seguendo scenari più cautelativi, mentre altre ci arriverebbero solo in scenari ben più spinti.
A livello territoriale, lo studio Enea ha calcolato che al 2050 nel Nord-ovest (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Lombardia) con il fotovoltaico su tetto si potrebbero produrre oltre 5.500 GWh (5,5 TWh), consentendo di soddisfare fino al 50% del fabbisogno residenziale.
Nel Nord-est (Trentino, Friuli-Venezia Giulia, Veneto ed Emilia-Romagna) questa percentuale potrebbe superare il 50%, con una produzione complessiva di 7.100 GWh (7,1 TWh).
Al Centro (Toscana, Umbria, Marche e Lazio) la percentuale scenderebbe a circa il 40%, mentre nel Sud e nelle Isole la copertura del fabbisogno raggiungerebbe percentuali via via più basse.
Nonostante il potenziale e la convenienza del fotovoltaico sulle coperture degli edifici, rimangono da affrontare diverse sfide come la natura intermittente di questa fonte energetica, le modalità di sostegno all’installazione e le complesse procedure amministrative.
Va ricordato che gli edifici residenziali sono responsabili ancora del 12% delle emissioni e del 30% del fabbisogno energetico complessivo del nostro Paese soprattutto a causa della climatizzazione e delle scarse prestazioni termiche dell’involucro edilizio.
A fine aprile per la taglia del fotovoltaico più piccola, cioè fino a 12 kWp (in cui possiamo includere anche, ma non solo, gli impianti residenziali), risultavano connessi alla rete in Italia 1.181.566 impianti per una potenza di 5.683 MW.
Le regioni con più impianti e potenza installata, per questa taglia, sono nell’ordine: Lombardia (196mila impianti per 926 MW), Veneto (177mila impianti per 857 MW) ed Emilia-Romagna (121mila impianti per 555 MW).