Nuovo governo: ambiente ed energia nella bozza di programma

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Il documento con i 26 punti (provvisori) dell'accordo M5S – PD.

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In attesa della votazione sulla piattaforma Rousseau, che si concluderà alle 18 di oggi e alla quale peraltro potrebbe essere appeso il destino del governo in formazione, circola già una traccia per il programma del nuovo esecutivo M5S-PD.

Si tratta di 26 punti, a dire il vero molto vaghi, in una “bozza di lavoro che riassume le linee programmatiche che il Presidente del Consiglio incaricato sta integrando e definendo”, precisa il documento (allegato in basso).

Su ambiente ed energia, uno dei temi su cui sembra più facile che le due forze si mettano d’accordo, non troviamo il riferimento al “100% rinnovabili” e allo “stop a nuovi inceneritori e trivelle” contenuti nei 20 punti presentati da Di Maio venerdì scorso, come non c’è l’uscita dal carbone entro il 2025 citata nell’ultimatum del leader grillino.

È nel punto 5 che si parla di un “Green New Deal, che possa condurre ad un radicale cambio di paradigma culturale e porti a inserire la protezione dell’ambiente tra i principi fondamentali del nostro sistema costituzionale.

Tutti i piani di investimento pubblico dovranno avere al centro la protezione dell’ambiente, il ricorso alle fonti rinnovabili, la protezione della biodiversità e dei mari, il contrasto dei cambiamenti climatici. Occorre adottare misure che incentivino prassi socialmente responsabili da parte delle imprese. Occorre promuovere lo sviluppo tecnologico e le ricerche più innovative in modo da rendere quanto più efficace la “transizione ecologica” e indirizzare l’intero sistema produttivo verso un’economia circolare.”

Il tema torna al punto 6 dove si parla di “politiche sul dissesto idrogeologico, per la riconversione delle imprese, per l’efficientamento energetico, per la rigenerazione delle città e delle aree interne, per la mobilità sostenibile e per le bonifiche”, oltre che di “accelerare le procedure di ricostruzione delle aree terremotate”, mentre il tema dell’acqua viene citato al punto 19: “Occorre tutelare i beni comuni, come la scuola, l’acqua pubblica, la sanità”.

Sulle infrastrutture, tema su cui i pentastellati sono stati accusati di ostruzionismo sia dagli ex alleati della Lega che dal PD, si legge che “sono necessari investimenti mirati all’ammodernamento delle attuali infrastrutture e alla realizzazione di nuove infrastrutture, al fine di realizzare un sistema moderno, connesso, integrato, più sicuro”, specificando però che in questo occorre che “si tenga conto degli impatti sociali e ambientali delle opere”.

Il punto 7 mira a “potenziare il sistema della ricerca, favorendo un più intenso coordinamento tra centri universitari ed enti di ricerca, nel segno dell’internazionalizzazione”.

Interessanti poi per il mondo delle rinnovabili i punti sull’economia in generale: con riferimento alla legge di bilancio per il 2020, “sarà perseguita una politica economica espansiva, senza compromettere l’equilibrio di finanza pubblica” e, in particolare, si cita la neutralizzazione dell’aumento dell’IVA.

Con la nuova Commissione europea, si legge ancora nel documento, “occorrerà rilanciare investimenti e margini di flessibilità per rafforzare la coesione sociale, promuovendo modifiche necessarie a superare l’eccessiva rigidità dei vincoli europei in materia di politiche di bilancio pubblico. Occorrono regole orientate anche alla crescita, non solo alla stabilità.”

Tra le politiche elencate: “ridurre le tasse sul lavoro, a vantaggio dei lavoratori; individuare una retribuzione giusta (“salario minimo”), garantendo le tutele massime a beneficio dei lavoratori; approvare una legge sulla rappresentanza sindacale; individuare il giusto compenso anche per i lavoratori non dipendenti, al fine di evitare forme di abuso e di sfruttamento in particolare a danno dei giovani professionisti; realizzare un piano strategico di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali; introdurre una legge sulla parità di genere nelle retribuzioni, recepire le direttive europee sul congedo di paternità obbligatoria e sulla conciliazione tra lavoro e vita privata.”

Sul tema fiscale si parla di “un’ampia riforma” con “semplificazione della disciplina e abbassamento della pressione fiscale. Occorre razionalizzare la spesa pubblica, operando una efficace opera di spending review e rivedendo il sistema di “tax expenditures”, mentre in tema di lotta all’evasione la si vuole attuare “anche prevedendo l’inasprimento delle pene per i grandi evasori e rendendo quanto più possibile trasparenti le transazioni commerciali”.

Per il meridione, si prevede “un piano straordinario di investimenti per la crescita e il lavoro al Sud, anche attraverso l’istituzione di una banca pubblica per gli investimenti che aiuti le imprese in tutta Italia e che si dedichi a colmare il divario territoriale del nostro Paese.”

Sulle autonomie regionali: “è necessario completare il processo di autonomia differenziata giusta e cooperativa, che salvaguardi il principio di coesione nazionale e di solidarietà”.

In tema di web i diritti della persona va inserito “anche il diritto di accesso alla rete”, si parla di “innovazione e digitalizzazione della P.A.” e di “introdurre la web tax per le multinazionali che spostano i profitti e le informazioni in paesi diversi.”

Non mancano ovviamente i temi più caldi: dal taglio dei parlamentari (“nel primo Calendario utile alla Camera”), alla giustizia, all’immigrazione sulla quale sembra esserci un passo indietro rispetto a difesa dei decreti salviniani fatta da Di Maio nell’ultimatum di venerdì scorso: “la disciplina sulla sicurezza”, si legge nella bozza di programma, “dovrà essere aggiornata seguendo le recenti osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica”.

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