Se non ci saranno altri ritardi o inconvenienti dell’ultimissima ora, come avvenuto a settembre, sarà oggi, 20 dicembre, il giorno in cui il reattore Epr della centrale nucleare di Flamanville, in Normandia, sarà connesso alla rete elettrica francese.
L’annuncio è arrivato dal colosso elettrico transalpino Edf il 18 dicembre con un messaggio sul suo sito web: “il primo collegamento alla rete di Flamanville 3 è previsto per il 20 dicembre 2024. Dopo il collegamento, il reattore funzionerà a diversi livelli di capacità fino all’estate 2025, che finirà la fase di test. Al termine di questo periodo di test, si prevede che l’unità funzionerà al 100% della capacità fino alla prima interruzione pianificata per manutenzione e rifornimento, denominata Visite Complète 1 (VC1)”.
Si stima che il reattore produrrà 14 TWh dalla prima connessione alla rete fino alla prima interruzione pianificata, che dovrebbe avvenire nel 2026; si precisa che “la sua organizzazione, il contenuto e la durata successiva sono in fase di definizione”.
Come riporta la stampa francese, il “couplage” (accoppiamento) di Flamanville 3 alla rete segna una data storica per il Paese: un evento simile non accadeva da 25 anni, da quando è stata avviata la centrale nucleare di Civaux nel 1999.
L’Epr di Flamanville (European Pressurized Reactor) è il cinquantasettesimo reattore del parco nucleare transalpino e il primo con tecnologia ad acqua pressurizzata di terza generazione, con potenza di 1.600 MW; nella centrale normanna ci sono altri due reattori esistenti con tecnologia Pwr di seconda generazione.
La sua storia, come abbiamo scritto più volte, è stata una vera corsa a ostacoli tra extra costi, problemi tecnici e tempi sforati: l’avvio era originariamente previsto per il 2012 (i lavori erano partiti nel 2007) al costo di 3,3 miliardi di euro.
Ci sono voluti 12 anni di più con un budget lievitato a circa 13,2 miliardi, cioè di 4 volte.
Sorte simile è toccata all’Epr di Olkiluoto in Finlandia, entrato in funzione ad aprile 2023 dopo 14 anni di ritardi e un budget sforato di circa 8 miliardi di euro.
Prossime tappe del nucleare francese
Restano molte incognite sulle prossime tappe del nucleare in Francia. Ricordiamo che nel 2022 il presidente Macron aveva annunciato piani per costruire sei reattori Epr 2 per 10 GW complessivi, con l’opzione di aggiungerne altri otto per un totale di 14.
Gli Epr 2 sono evoluzioni della tecnologia ad acqua pressurizzata, che dovrebbero garantire una costruzione più semplice e con criteri di sicurezza migliorati.
Ma la sfida di trovare risorse economiche è particolarmente ardua, tanto che sono circolate indiscrezioni sulla possibilità che lo Stato francese conceda un prestito a tasso zero a Edf (che è una società elettrica ormai interamente statale), allo scopo di finanziare una parte considerevole di questi nuovi reattori.
Si è parlato di un costo totale stimato nell’ordine dei 67 miliardi di euro.
Intanto, sempre in tema di cospicui aiuti statali necessari a sostenere il nucleare, il governo britannico ha recentemente promesso più di 5,5 miliardi di sterline per finanziare lo sviluppo iniziale del progetto Sizewell C da 3,2 GW.
Un altro progetto in Gran Bretagna, Hinkley Point C da 3,2 GW di Edf, ha subìto una serie di extra costi e rallentamenti e potrebbe slittare al 2031, al costo di 35 miliardi di sterline.
Tutto ciò avviene mentre in Italia circolano ipotesi di un rilancio del nucleare, incentrato sui piccoli reattori modulari da installare addirittura nelle fabbriche, ipotesi che però cozzano contro tante incertezze legate a tempi e costi di una simile strategia (si veda anche Nuovo nucleare? Tanto hype e pochi fatti concreti).