Reattore Flamanville 3: si parte! Anzi no

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A 24 ore dall’avvio dell’impianto Edf in Normandia uno stop automatico ha bloccato il sito nucleare.

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Falsa partenza per il reattore nucleare Epr Flamanville 3, in Normandia. Martedì 3 settembre, alle ore 15.54, sembrava chiudersi la lunga e travagliata genesi di un impianto che però, a distanza di appena 24 ore, il 4 settembre, è già andato in “spegnimento automatico”.

Il gruppo energetico francese ha rilasciato dichiarazioni alla stampa d’oltralpe cercando di guardare il bicchiere mezzo pieno: “Potrebbe trattarsi di una configurazione inappropriata dell’installazione” dovuta a “errore umano”, come confermato successivamente dall’Autorità per la sicurezza nucleare. Comunque, per l’azienda, “questa fermata è assolutamente rassicurante nel senso che il sistema di arresto di emergenza funziona”.

Ironico, invece, il commento di Greenpeace Francia sui canali social: “Il feuilleton continua”.

L’associazione ambientalista parla di una “corsa a capofitto” per avviare l’impianto, “affrettata dall’agenda politica” (leggi anche Pniec e nucleare, l’appello degli scienziati contro un’ipotesi “irrealizzabile”).

Non è chiaro se l’impianto sia pronto a ripartire, ma a questo punto potrebbero allungarsi i tempi per un reattore da 1.600 MW che dovrebbe arrivare al 25% di potenza entro la fine dell’autunno, per poi essere collegato alla rete elettrica nazionale.

Di ritardi, d’altro canto, è piena la storia di questo sito che dovrebbe essere il più potente tra quelli presenti in Francia.

L’Autorità nucleare del Paese aveva dato l’ok all’accensione l’8 maggio scorso, 12 anni dopo la data prevista nel progetto originario (leggi anche Nucleare Uk, continua l’odissea di Hinkley Point: potrebbe slittare al 2031).

Tutto ciò si è tradotto, inevitabilmente, anche in un aumento dei costi complessivi per l’opera, passati dai 3,3 miliardi di euro stimati nel 2006 agli attuali 13,2 miliardi di euro. Una cifra che dovrebbe salire a 19 mld € se si considerano gli oneri finanziari.

I numeri sono stati descritti dalla stessa Epr a febbraio 2023, quando fu annunciato un precedente slittamento nei tempi per l’avvio del reattore.

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