Una petizione a firma Mario Agostinelli, Alfiero Grandi, Jacopo Ricci, con Massimo Scalia coordinatore scientifico con circa 162mila firme. Si rivolge agli eurodeputati che i primi di luglio dovranno votare in plenaria sulla proposta della Commissione Europea di inserire il nucleare e il gas nella classificazione (Tassonomia) delle attività economiche sostenibili, che vengono qualificate come investimenti verdi.
Intanto il 14 giugno le Commissioni Ambiente ed Economia del Parlamento europeo, in seduta congiunta, si sono già opposte alla proposta della Commissione.
FIRMA LA PETIZIONE CONTRO GAS E NUCLEARE COME ENERGIE VERDI
Dal 4 al 7 luglio il Parlamento europeo si riunirà in seduta plenaria per approvare o respingere l’atto delegato della Commissione sulla tassonomia UE.
L’atto delegato contiene un emendamento, reso noto in sordina alle caselle di posta dei parlamentari europei nella notte del Capodanno 2021, con il quale la Commissione Europea propone di inserire il nucleare e il gas nella classificazione (Tassonomia) delle attività economiche sostenibili, che vengono qualificate come investimenti verdi.
Con una posizione netta e coraggiosa il 14 giugno le Commissioni Ambiente ed Economia del Parlamento europeo, in seduta congiunta, si sono opposte alla proposta della Commissione di inserire gas e nucleare nella tassonomia europea, cioè nell’elenco delle opere finanziabili con fondi pubblici.
La decisione, presa con 76 voti a favore e 62 contrari, 4 astenuti, non è definitiva e dovrà essere approvata dall’assemblea plenaria del Parlamento europeo. Solo se verrà confermata a maggioranza assoluta (almeno 353 deputati) dall’assemblea del europarlamento la mozione approvata dalle commissioni Econ e Envi farà cadere la proposta della Commissione, sostenuta direttamente da Ursula Von der Leyen, di inserire gas e nucleare tra le “energie di transizione”, dando loro un’indebita patente di sostenibilità ambientale che non hanno.
Si tratta di un passaggio delicato e molto importante nei rapporti tra la Commissione Europea e il Parlamento. L’assemblea plenaria del Parlamento europeo deve anche confermare, con il voto contrario alla proposta della Commissione di inserire nucleare e gas, che la decisione su atti delegati non può avvenire senza il suo consenso. È una questione di democrazia. Infatti, il Parlamento europeo è l’unico organo dell’Unione eletto democraticamente.
È noto che l‘inserimento di nucleare e gas nella tassonomia degli investimenti considerati sostenibili ha innescato scontri tra i Paesi dell’Unione e nella società europea. La Francia ha da tempo spinto per favorire il nucleare, mentre Germania e Italia hanno puntato a condizioni più favorevoli per nuovi progetti fondati sul gas.
Di fronte a una pressione così forte da parte di Berlino, Parigi, Roma e anche dell’Europa orientale la Commissione ha messo nel cassetto precedenti dichiarazioni ed è arrivata a informare i parlamentari quasi di soppiatto la notte di Capodanno sulla svolta contraria agli impegni per il clima.
Quanti in Europa hanno capito la gravità della crisi climatica, ben oltre le associazioni ambientaliste, hanno salutato con entusiasmo la votazione del 14 giugno. Da quando si è saputo di questa proposta di stravolgimento della tassonomia europea sono state organizzati manifestazioni, dibattiti e in Italia un’efficace campagna di mobilitazione che per mesi ha interessato Atenei, Comitati locali, cittadini preoccupati.
Inoltre, in occasione della plenaria del Parlamento europeo di luglio è previsto un presidio giovanile a Strasburgo, con l’obiettivo di bloccare questo duro colpo al Green deal europeo e per affermare una politica energia/clima all’altezza dell’attuale crisi ambientale.
Contro questa distorsione della tassonomia, si sono dichiarati la Piattaforma per la Finanza Sostenibile, il gruppo di esperti indipendenti nominati dalla stessa Commissione UE per il supporto scientifico necessario alla redazione di questo atto delegato e 226 scienziati che hanno inviato una lettera alla Commissione dichiarandosi contro questo atto delegato contenente «affermazioni infondate, contrarie alla scienza del clima».
Le conseguenze dell’aggressione all’Ucraina dovrebbero spingere ulteriormente a non inserire gas e nucleare nella tassonomia verde UE, non solo perché il gas finanzia la guerra voluta da Putin ma permetterebbe a Rosatom (compagnia di stato russa per l’energia atomica) di continuare a fornire uranio, che finora è esente da sanzioni al contrario di altre fonti energetiche, consentendole di rafforzarsi nel mercato dei combustibili nucleari, fruendo di parte dei 500 miliardi di euro di investimenti previsti per potenziare e aumentare le centrali nucleari in Europa.
Mentre i prezzi dei combustibili come carbone, petrolio, gas, uranio continuano ad aumentare in modo esagerato e ingiustificato, è del tutto evidente che occorre utilizzare gli enormi extraprofitti delle compagnie, che li stanno accumulando da mesi per finanziare l’accelerazione verso le energie rinnovabili e il risparmio energetico.
Gli eurodeputati delle Commissioni Econ ed Envi hanno scelto la strada giusta per proteggere la credibilità della tassonomia dell’Ue. Insistiamo: non c’è nulla di sostenibile nel gas e nel nucleare.
Ci aspettiamo che la plenaria del Parlamento europeo di luglio decida in modo coerente con il netto parere delle Commissioni competenti ed eviti un errore enorme e costoso per clima e ambiente, ribadendo invece l’impegno a finanziare una transizione accelerata verso le energie rinnovabili.
Chiediamo a tutti i parlamentari europei eletti in Italia di votare in accordo con le commissioni Econ ed Envi, affinché la proposta della Commissione venga ritirata e il testo, senza gas e nucleare, venga sottoposto a consultazione pubblica.
Mario Agostinelli, Alfiero Grandi, Jacopo Ricci
Massimo Scalia coordinatore scientifico