NIMBY e troppa burocrazia, così il solare termodinamico abbandona l’Italia

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Interrogazione di Rossella Muroni (Liberi e Uguali) al governo per chiedere di salvare questo settore delle energie rinnovabili. Deliberato lo scioglimento di Anest.

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L’Italia sta perdendo un’occasione d’oro con il flop del solare termodinamico, ha denunciato la deputata di LEU (Liberi e Uguali) Rossella Muroni in una interrogazione chiedendo al governo di intervenire per sbloccare gli investimenti in questo settore delle energie rinnovabili.

In una nota, la deputata ha richiamato un articolo-inchiesta pubblicato da Jacopo Giliberto sul Sole24Ore dove si afferma che l’Associazione nazionale energia termodinamica (Anest) nei giorni scorsi ha deliberato lo scioglimento.

Il problema, si legge nel comunicato di Rossella Muroni, è che non si è riusciti a costruire nemmeno una delle 14 centrali termodinamiche progettate in Italia con 300 milioni di investimenti privati nel solare a concentrazione.

Una tecnologia, quest’ultima, evidenzia la nota (neretti nostri) che è “un’invenzione italiana che all’estero sfruttano, mentre da noi l’azienda che ha industrializzato il brevetto è pronta a traslocare in Cina. A causa di un mix micidiale fatto di eccesso di burocrazia, norme vecchie che stentano ad adeguarsi alle tecnologie in evoluzione, politica inadeguata […] comitati nimby che si oppongono a tutto, a prescindere”.

Il solare termodinamico a concentrazione o CSP (Concentrating Solar Power), ricordiamo in breve, si basa sull’impiego di specchi per concentrare i raggi solari su tubi o serbatoi che contengono un fluido termovettore, come i sali fusi.

Già lo scorso novembre l’Anest aveva pubblicato un documento dove si ripercorrono gli ostacoli di natura tecnologica, finanziaria, normativa e autorizzativa che la tecnologia ha dovuto affrontare in questi anni, con un elenco dei 14 progetti non andati in porto e un focus su quelli presentati in Sardegna.

Si parla molto di Green Deal, chiude poi la nota, “ma non può essere solo una dichiarazione di intenti”.

Le critiche di Rossella Muroni si rivolgono anche ad altri punti controversi del Piano nazionale per l’energia e il clima al 2030 (PNIEC), tra cui gli investimenti previsti in nuove centrali a gas per sostituire quelle a carbone oltre alla mancanza di misure per promuovere l’autoconsumo energetico collettivo.

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