Nel 2022 il numero di persone senza accesso all’elettricità è salito a 775 milioni, segnando il primo aumento da decenni., con un significativo impatto soprattutto nell’Africa sub-sahariana.
Questo dato sembra dimostrare come i governi stiano fallendo nei loro sforzi per raggiungerel’obiettivo di sviluppo sostenibile n. 7 fissato dalle Nazioni Unite, riguardante appunto l’accesso a sistemi di energia economici e affidabili, oltre che l’incremento della quota di fonti rinnovabili.
Già a giugno 2022 la Iea aveva lanciato un primo allarme, segnalando che prima la pandemia da Covid-19 e poi la crisi energetica, inasprita dalla guerra russo-ucraina, avevano rallentato il percorso verso questo obiettivo.
Secondo l’International Energy Agency (Iea), al ritmo attuale, 670 milioni di persone rimarranno ancora senza elettricità entro il 2030, circa 10 milioni in più rispetto alle proiezioni dello scorso anno (vedi Rallentano i progressi verso l’accesso universale all’energia).
Nonostante molti Paesi abbiano fissato obiettivi per promuovere accesso all’energii elettrica su scala globale, è ancora difficile raccogliere dati in modo tempestivo sui progressi legati a questi piani e ciò complica il perfezionamento delle attività di elettrificazione e le strategie politiche per agevolarle.
Per questo motivo la Iea ha lanciato lo scorso 6 aprile una nuova guida per aiutare i governi a migliorare la qualità del monitoraggio dei dati.
La guida, “Guidebook for Improved Electricity Access Statistics” (allegata in basso), fornisce indicazioni dettagliate su alcune metodologie che prevedono l’utilizzo di dati messi a disposizione da società elettriche, operatori di mini-grid e distributori di sistemi off-grid per tenere traccia degli accessi all’elettricità.
Questo approccio – spiega l’agenzia – può essere adottato a basso costo e fornisce stime accurate sui tassi di accesso con un potenziale ritardo temporale di mesi, anziché di anni.
Inoltre, i dati forniti dai reporting delle società elettriche o quelli geospaziali possono integrare quelli raccolti attraverso indagini sulle famiglie o censimenti, che in genere vengono eseguiti solo ogni 5-10 anni a causa dei loro elevati costi.
Uno sguardo alle tecnologie
Alla fine dello scorso anno due studi in particolare si sono soffermati sulle tecnologie per l’elettrificazione rurale, uno dell’Irena (vedi “Rinnovabili “non in rete” contro la povertà energetica: quanto stanno crescendo e dove“) e uno della Banca Mondiale (vedi “Piccoli impianti solari offgrid: subito elettricità per milioni di poveri nei Pvs“).
Entrambi i rapporti evidenziano una crescita sensibile degli impianti rinnovabili off-grid (mini-reti, biogas per cucinare, luci solari off-grid, pompe idriche solari e sistemi solari domestici) come soluzioni energetiche soprattutto nelle aree rurali dei paesi più poveri.
In particolare, secondo il rapporto Irena, le persone che utilizzano lampade solari, alimentate con piccoli pannelli fotovoltaici, sono passate da 15,4 milioni nel 2012 a 112 milioni nel 2021, di cui oltre 52 milioni nella sola Africa.
Il rapporto segnala inoltre che negli ultimi anni ha iniziato a diffondersi anche l’uso del biogas come soluzione per cucinare in modo pulito, soprattutto nei paesi africani e asiatici. In particolare, dal 2021, oltre 122 milioni di persone lo utilizzano per cucinare.
- La guida (pdf)