L’autoconsumo nella consultazione sul Piano sociale per il clima

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Il questionario su povertà energetica, famiglie vulnerabili, microimprese e trasporti sostenibili. Un quesito sul valore delle Cer. Intanto la Commissione Ue dà indicazioni sul Fondo sociale per il clima.

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“Mitigare gli impatti del nuovo Ets2 su famiglie e microimprese vulnerabili”. Con questo obiettivo il Mase ha avviato una consultazione sul nuovo Piano sociale per il clima (Psc), come indicato nel recente decreto bollette approvato dal Consiglio dei ministri.

Il piano è previsto dal regolamento Ue n. 2023/955, istitutivo del Fondo sociale per il clima di livello europeo, che cuba 65 miliardi di euro provenienti dalle aste Ets, su un orizzonte che va dal 1° gennaio 2026 e 31 dicembre 2032.

Ogni Stato membro deve inviare il suo Psc definitivo alla Commissione Ue entro il 30 giugno 2025, chiarendo come intende attingere al fondo sociale.

Fino al 18 marzo, dunque, sarà possibile compilare un questionario on-line di diciassette domande con cui inviare contributi sulle misure e gli investimenti previsti dal piano in tema di povertà energetica, famiglie vulnerabili, microimprese e trasporti sostenibili. Sono stati inseriti quesiti per lo più a risposta multipla e di carattere generale per chiarire la definizione di alcuni concetti e l’orientamento sul tipo di azioni che si preferisce attuare.

Oltre ciò, tra le domande di maggiore approfondimento, si chiede anche: “Conosci le configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile (autoconsumo diffuso, comunità di energia rinnovabile, comunità energetiche dei cittadini, comunità energetiche rinnovabili solidali, clienti attivi, etc.)? Se sì, ritieni che possano avere un ruolo nel contrasto alla povertà energetica e alla vulnerabilità agli alti prezzi dell’energia?”.

Questo processo di partecipazione pubblica, scrive il ministero in una nota, “rappresenta il primo passo di un percorso di informazione e confronto che vedrà coinvolti cittadini, industrie, operatori del settore, Regioni e Comuni e che proseguirà fino a maggio 2025, includendo ulteriori strumenti di consultazione diretta”.

In un commento sui social Conftrasporto sottolinea come sia fondamentale “che le risorse generate dal calcolo delle emissioni del trasporto stradale vengano reinvestite, nel rispetto della normativa, per sostenere il processo di decarbonizzazione del settore. Bisogna evitare che gli introiti generati dalle emissioni del traffico stradale finiscano per agevolare altri interventi, ma facendo cassa sugli operatori del trasporto”.

Da segnalare, infine, che la Commissione europea ha pubblicato il 7 marzo una comunicazione recante “Orientamenti tecnici per l’applicazione del principio ‘non arrecare un danno significativo’ a norma del regolamento sul Fondo sociale per il clima”. Al suo interno sono contenute indicazioni sulla redazione dei Piani sociali per il clima.

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