La tecnologia del parcheggio intelligente per una mobilità urbana sempre più smart

Che cos'è lo smart parking e quali sono i benefici per traffico, ambiente, cittadini e amministrazioni comunali. Il caso di Treviso.

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Ottimizzare le infrastrutture per la mobilità urbana è un aspetto centrale soprattutto in questa fase di post-Covid.

Il traffico automobilistico, che aumenta insieme alla richiesta di posti auto, il trasporto pubblico, che cambia con le regole del distanziamento sociale e il pagamento cashless (soprattutto tramite smartphone), sempre più privilegiato, sono fattori chiave da affrontare nello sviluppo di città sempre più smart.

Secondo le Linee guida per la mobilità nelle città post-COVID-19, pubblicate dal Global Future Council on Mobility del World Economic Forum (WEF), i Comuni e i gestori della mobilità hanno una responsabilità maggiore nel raggiungimento dell’ottimizzazione infrastrutturale urbana: devono garantire una stretta interconnessione tra sicurezza, mobilità intelligente e disponibilità di informazioni, con lo scopo di modulare il traffico e produrre benefici ambientali e per l’economia pubblica.

La condivisione dei dati sugli spostamenti e sulla sosta dei veicoli rappresenta uno dei passi iniziali per poter ottimizzare le infrastrutture della mobilità urbana.

Per questo obiettivo la tecnologia del parcheggio intelligente, o smart parking, diventerà sempre più rilevante per diversi motivi:

  • semplifica la ricerca del parcheggio grazie all’app per dispositivi mobili e ai pannelli con messaggi variabili in tempo reale;
  • fa risparmiare poiché gli utenti pagano solo i minuti di sosta effettivamente utilizzati;
  • aiuta a decongestionare il traffico fino al 30% nelle zone urbane, con la riduzione di auto che cercano un parcheggio gratuito;
  • riduce l’inquinamento atmosferico generato dalla ricerca del parcheggio;
  • informa in tempo reale i cittadini aiutandoli a scegliere eventuali percorsi alternativi;
  • rende disponibili dati ai gestori della mobilità (per esempio il tempo di utilizzo medio degli spazi, i tempi di rotazione delle auto negli stalli e il controllo dei posti a tempo limitato) garantendone la massima validità e sicurezza mediante l’integrazione della tecnologia blockchain;
  • scoraggia gli abusi e permette di individuare eventuali infrazioni aiutando così le casse comunali;
  • riduce i costi per le amministrazioni eliminando la gestione dei parchimetri;
  • migliora il benessere sociale ed economico della collettività.

Il caso di Treviso

Nonostante questa tecnologia sembri essere ancora molto lontana dalle nostre città, in realtà è stata già adottata da diverse Amministrazioni.

Per esempio, dal Comune di Treviso a partire dal 2009, per rispondere alle esigenze del centro storico: la gestione degli stalli blu; la riduzione del tempo che il personale dedica alla verifica dei contrassegni; e la necessità di fornire informazioni utili agli automobilisti per diminuire i tempi di ricerca del parcheggio.

Per risolvere questi divari è stato istituito il sistema I-Park, cioè una app basata su un complesso sistema di sensori interrati nel manto stradale e grazie ai quali si può sapere se ogni parcheggio è libero o meno. In totale sono stati installati circa 2600 sensori per le auto e 161 sensori per piazzole di carico e scarico interconnessi tra di loro.

Dal punto di vista economico, nel periodo compreso dal 2010 al 2016, questa soluzione ha portato a un incremento degli incassi pari a 1,5 milioni di euro, con una media di 1.764 € di ricavi per stallo/anno.

Infatti, i dati hanno evidenziato che nell’ultima ora di tariffa si registrava un brusco calo dei pagamenti. L’Amministrazione Comunale ha così deciso di rimodulare la tariffa, diminuendo il pagamento minimo a 30 minuti. In questo modo l’importo medio del ticket è diminuito da 1,73 a  1,55 euro, ma il numero di ticket emessi è aumentato da 131.000 a 161.000.

Tramite I-Park è possibile monitorare costantemente ogni movimento nella zona servita, ricevendo dati come l’indice di occupazione, lo stato di pagamento delle soste e il tasso di rotazione all’interno del parcheggio.

Inoltre, a fronte di una riduzione dei parcheggi disponibili per le automobili, il Comune ha messo a disposizione degli utenti un’altra app, TreviMove, che permette agli utenti di ricevere informazioni sul trasporto pubblico e sul bike sharing e di localizzare in breve tempo i posti liberi.

Con questi interventi innovativi, i cittadini trevigiani hanno potuto migliorare le loro abitudini, pianificando in maniera più efficiente e sostenibile i loro spostamenti.

Come si spiega nel rapporto WEF citato, la transizione verso sistemi di trasporto a emissioni zero è una delle modalità principali per ottenere uno stato di benessere dei cittadini nelle città. E un uso più intelligente dei dati che provengono dagli smart parking, e dal sistema della mobilità in generale, può diventare un’enorme risorsa per una pianificazione che ha questo obiettivo.

Infine, va detto, che questa rete di IoT applicata ai parcheggi intelligenti, può essere estesa anche ad altre applicazioni urbane come l’illuminazione stradale, il WiFi pubblico e la videosorveglianza del traffico.

Insomma, tanti piccoli passi verso la costruzione delle smart city.

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