Convenienza accumuli residenziali abbinati a impianti fotovoltaici incentivati con il V CE

Quale il tempo di ritorno per l'investimento di un accumulo domestico nell'ipotesi di un contributo a fondo perduto più detrazioni fiscali a servizio di un impianto FV incentivato con il V CE. Un calcolo a cura di RSE.

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Presentiamo un aggiornamento dell’articolo “Accumulo su impianto fotovoltaico esistente: un’analisi economica” del 20 maggio 2016, curato di Dario Bertani di RSE.

Nell’arco degli ultimi anni si è assistito ad una marcata riduzione dei costi dei sistemi di accumulo, e la seguente analisi si pone quindi l’obiettivo di valutare l’impatto di questo trend sulla convenienza economica dell’investimento.

In particolare si è valutata la potenziale convenienza economica dell’installazione di un sistema di accumulo per utenti domestici in accoppiamento ad impianti fotovoltaici incentivati con il Quinto Conto Energia (circa 60-70mila impianti).

Nei calcoli si è tenuto conto del contributo a fondo perduto (ad esempio quello della Regione Lombardia, che si è chiuso pochi giorni fa, ma che potrebbe essere riproposto da altre regioni, ndr), assumendo che copra il 50% dell’investimento (ipotesi verificata per ciascun sistema di accumulo commerciale analizzato) e delle detrazioni fiscali del 50% in 10 anni applicabili sulla porzione di investimento non coperta dal contributo della Regione (ricordiamo che l’Agenzia delle Entrate è intervenuta affermando che l’installazione successiva del sistema di accumulo non dà diritto alla detrazione nel caso in cui l’impianto FV abbiamo ricevuto tariffe incentivanti. Tuttavia, su segnalazione del MiSE, è probabile che tale interpretazione venga rivista a breve, ndr).

Per effettuare le stime sono state effettuate simulazioni energetiche di un impianto fotovoltaico (con taglia di 3, 4, 5 e 6 kWp, considerando 1.150 ore equivalenti annue) accoppiato ad un accumulo elettrochimico al litio, per utenti più o meno energivori: in particolare, sono stati utilizzati profili di carico reali, relativi ad utenti con un consumo annuo da 2000 a 6000 kWh/anno.

Dalle simulazioni sono state ricavate le percentuali di autoconsumo conseguibili con l’introduzione dell’accumulo, e, sulla loro base, sono stati calcolati i tempi di rientro dell’investimento in anni (Pay Back Time, PBT).

Per farlo si sono calcolati i flussi di cassa annuali prima e dopo l’introduzione dell’accumulo derivanti dalla differenza tra ricavi (introiti Quinto Conto Energia + detrazioni) e costi (prelievo dalla rete con tariffa TD non progressiva); i flussi di cassa sono stati quindi attualizzati con un tasso del 2,5%.

Nella valutazione del costo dell’investimento sono stati inclusi i costi dell’accumulo, i costi del convertitore bidirezionale e i costi di installazione, questi ultimi incentivati al 50% dal bando della Regione, fino a un massimo di 300 euro.

Per quanto riguarda il prezzo a kWh dell’accumulo e del convertitore si sono confrontati i prodotti commercialmente disponibili e si è ottenuto un valore complessivo di 580 €/kWh.

A ciascun livello di consumo è stato associato un accumulo con taglia ottimale (tipicamente tra 4 e 6 kWh), che minimizzi il PBT. I risultati sono mostrati nella seguente tabella.

Come si vede, all’aumentare del consumo annuale, aumenta la convenienza nell’acquisto dell’accumulo, e i tempi di ritorno dell’investimento si riducono.

Tuttavia, è fondamentale che l’utente sia equipaggiato con un impianto fotovoltaico di taglia adeguata: per utenti dal basso consumo annuale, per esempio, il risparmio derivante dal maggior autoconsumo non ha un impatto sufficientemente elevato sulla già bassa bolletta annuale, e non copre il costo dell’investimento (prima colonna di tabella).

D’altro canto, per utenti molto energivori equipaggiati con impianti fotovoltaici di piccola taglia, l’autoconsumo è già sufficientemente elevato anche in assenza di sistemi di accumulo, e l’investimento non risulta quindi molto redditizio (tempi di rientro oltre i 10 e 20 anni, si veda la porzione in alto a destra della tabella).

Tuttavia, per buona parte degli utenti mediamente e ampiamente energivori, equipaggiati con impianti fotovoltaici adeguati, i tempi di rientro dell’investimento risultano più che soddisfacenti, con picchi al di sotto dei 6 anni e una media intorno ai 7 anni, da confrontare con una vita utile del sistema di accumulo stimata intorno ai 20 anni (e garanzie sui prodotti commerciali che si estendono tipicamente fino a 10 anni).

Questi risultati possono ulteriormente migliorare in funzione del profilo di consumo medio giornaliero del singolo utente: la redditività dell’investimento, infatti, dipende ampiamente dall’incremento della percentuale di autoconsumo derivante dall’introduzione dell’accumulo ed è lecito quindi aspettarsi tempi di rientro ancora minori per utenti con profili di consumo particolarmente concentrati nelle ore serali.

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