L’Italia verso la CoP 26 secondo Costa

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Durante un’audizione in Parlamento, il ministro ha spiegato ruolo e iniziative dell’Italia per i prossimi impegni internazionali su clima, biodiversità e desertificazione, che saranno anche al centro del G20 di Napoli a luglio.

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“Il 2021 è un anno cruciale per il clima e per l’ambiente”. Lo ha detto ieri il ministro dell’Ambiente Sergio Costa in un’audizione parlamentare, riferendosi a una fitta serie di impegni internazionali, fra cui spiccano l’assemblea della Nazioni Unite per l’ambiente, la conferenza Onu sugli oceani e le tre Conferenze delle Parti delle tre convenzioni “figlie” della conferenza di Rio del 1992: quella sul cambiamento climatico (COP 26), nonché quelle sulla biodiversità e sulla desertificazione.

Costa ha aggiunto che l’Italia darà priorità ai temi climatici, ambientali ed energetici anche nell’ambito del G20, di cui ha la presidenza di turno, specificatamente durante le riunioni ministeriali del 22 e 23 luglio a Napoli, a una delle quali parteciperà anche il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli.

La COP 26 sul clima, che doveva essere originariamente organizzata nel 2020 dalla Gran Bretagna, per via della pandemia è slittata appunto a quest’anno, con l’Italia che in qualità di presidente di turno del G20 si affiancherà come partner al Regno Unito, sotto il coordinamento di Londra, che ha la presidenza del G7.

La conferenza vera e propria si terrà a Glasgow dall’1 al 12 novembre, mentre Milano ospiterà la Pre-COP dal 30 settembre al 2 ottobre, con il summit “Youth4Climate: Driving Ambition” previsto dal 28 al 30 settembre in una città italiana ancora da definire, ha indicato il ministro, secondo cui l’evento dedicato ai giovani “rappresenta la grande novità della COP 26”. Per quanto riguarda appunto la Youth4Climate, Costa ha notato che “i temi che stanno emergendo sono i temi che fanno parte dell’agenda della COP26: l’ambizione, innanzitutto, che è peraltro la questione maggiormente sentita dalle giovani generazioni che ci spingono a fare di più e presto”.

“L’ambizione climatica dovrà auspicabilmente diventare un elemento essenziale delle misure e dei piani per la ripresa post-Covid”, ha detto il ministro Costa, secondo cui “il nuovo scenario pandemico porta un elemento che inevitabilmente finirà sul tavolo della Youth4Climate, della pre-COP e della COP26”.

Nella pre-COP di Milano, “puntiamo a portare, a livello di ministri, paesi chiave come Cina, India, Brasile, Indonesia, Russia, Sud Africa, Arabia Saudita”, ha detto Costa. “Chiave soprattutto perché – per diversi aspetti – problematici. Averli alla pre-COP ci consentirebbe di giocare con efficacia e profitto il ruolo di ‘facilitatori’ della COP vera e propria. Alcuni li ho incontrati, altri li incontrerò nelle prossime settimane, andando di persona, un segnale importante in questo momento difficile”.

Il ministro ha poi detto che a febbraio andrà a Washington per incontrare il suo omologo statunitense, una volta completata la formazione del nuovo governo Usa, “che assume una conformazione più favorevole dopo la dichiarazione del presidente eletto Biden di voler rientrare nell’accordo di Parigi, cosa che salutiamo con favore”.

Costa ha infine sottolineato la firma, nel dicembre scorso, di un accordo di cooperazione con la direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, per la creazione di una task force internazionale per la difesa e la conservazione delle riserve naturali e degli ecosistemi, l’attuazione del programma sperimentale “Caschi Verdi per l’ambiente” e lo sviluppo di una rete di esperti in campo ambientale.

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