Investimenti record nelle energie pulite nel 2023. A trainare è il fotovoltaico

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La Iea parla di 1.700 miliardi di dollari complessivamente investiti quest'anno in tecnologie green. Alle fonti fossili andranno però circa mille miliardi, in leggero aumento rispetto al 2022, avvicinandosi ai livelli del 2019.

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Anche nel 2023 si investiranno molti più soldi nelle energie pulite rispetto ai combustibili fossili, proseguendo una tendenza che è iniziata nel 2016 e ha preso sempre più slancio dal 2019-2020. A guidare la corsa green sarà il fotovoltaico con circa 350 miliardi di $ a livello mondiale.

Si parla complessivamente di circa 1.700 miliardi di dollari (1,7 trilioni di $) destinati alle tecnologie verdi, mentre a gas, carbone e petrolio andranno poco più di mille miliardi di dollari. Comunque sempre tanti.

Le stime arrivano dal nuovo rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia, World Energy Investment 2023 (link in basso).

Nelle tecnologie pulite, la Iea comprende non solo le fonti rinnovabili – eolico, solare, geotermia e così via – ma anche veicoli elettrici, nucleare, batterie e altri sistemi di accumulo, reti elettriche, pompe di calore, soluzioni di efficienza energetica e combustibili a basse emissioni di CO2, come quelli derivati dall’idrogeno.

Più in dettaglio, oltre 650 miliardi di $ saranno investiti per la produzione di energia rinnovabile (Renewable power nel grafico sotto), mentre quasi 400 miliardi riguarderanno il settore dell’efficienza energetica.

Consistente anche la cifra – poco meno di 400 miliardi complessivi – destinata a essere investita nelle reti e nei sistemi di accumulo, tra cui soprattutto le batterie.

Per quanto riguarda la generazione elettrica a trainare gli investimenti stimati nel 2023, come detto, sarà il fotovoltaico con circa 350 miliardi di $ su scala globale, davanti all’eolico (oltre 200 mld  $). Il solare fotovoltaico è destinato a superare, per la prima volta, le spese per la produzione di petrolio.

Quest’anno caleranno leggermente gli investimenti nell’idroelettrico (circa 50 mld $), mentre aumenteranno quelli nel nucleare.

La Iea prevede che gli investimenti annuali in energia pulita aumenteranno del 24% tra il 2021 e il 2023, trascinati da fonti rinnovabili e veicoli elettrici, rispetto a un aumento del 15% stimato per i combustibili fossili nello stesso periodo.

Tuttavia oltre il 90% di questo aumento nelle energie green proviene dalle economie avanzate e dalla Cina, con un serio rischio che molti Paesi restino indietro.

In molti Paesi infatti, gli investimenti verdi sono frenati da diversi fattori tra cui tassi di interesse più elevati, schemi di mercato poco chiari, infrastrutture di rete deboli, servizi pubblici in difficoltà finanziarie e un costo elevato del capitale.

“Per ogni dollaro investito in combustibili fossili, circa 1,7 dollari ora vanno in energia pulita; cinque anni fa, questo rapporto era di uno a uno”, afferma il direttore esecutivo della Iea, Fatih Birol.

Le maggiori spese in tecnologie low carbon, prosegue l’Agenzia, sono state favorite da una serie di fattori negli ultimi anni, tra cui periodi di forte crescita economica e prezzi volatili dei combustibili fossili, che hanno sollevato preoccupazioni sulla sicurezza energetica, in particolare dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

Tuttavia, nel 2023 dovrebbe aumentare anche la spesa per petrolio e gas upstream (+7%), riportandola ai livelli del 2019, grazie soprattutto alle attività delle grandi compagnie petrolifere del Medio Oriente.

Molti produttori di fossili hanno realizzato profitti record lo scorso anno, grazie all’aumento dei prezzi dei carburanti, ma la maggior parte di questo flusso di cassa è andata a dividendi, riacquisti di azioni proprie e rimborso del debito.

Meno della metà del cash flow 2022 è stato nuovamente investito in progetti fossili e solo una minima frazione è stata investita in tecnologie a basse emissioni di CO2.

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